15-04-2022
Shabu shabu di quaglia, uno dei 36 piatti che compongono il menu degustazione di DiverXo (365 euro), ristorante con 3 stelle Michelin a Madrid. Dabiz Muñoz terra lezione a Identità Milano, sabato 23 aprile, ore 15
«È vero, nel mio ristorante trovi decorazioni colorate, maiali volanti, installazioni di farfalle. Il teatro è una componente importante del servizio. Succede perché amo sdrammatizzare. Ma la verità è che fare show è facile, lo possono fare tutti. Più complicato è focalizzarsi sui piatti. Per me non devono somigliare a quelli di nessun altro. Da DiverXo sono l’inizio e la fine di tutto». Nell’intervista/confessione a Dabiz Muñoz avevamo lasciato volutamente da parte la dichiarazione in cui il cuoco spagnolo del momento esprime la sua ossessione più grande: la cucina. Tutto questo è apparso chiaro dopo aver provato il menu degustazione monstre, un percorso di 36 piatti/assaggi, accompagnato da ben 16 calici diversi. Una maratona che ci ha tenuti incollati alla sedia per 5 ore e 20 minuti. Rapimento di persona? Dovessimo dire che abbiamo accusato, mentiremmo. I cambi di scena come a teatro, lo spirito ludico-circense del servizio, il divertissment con cui vengono celebrati i dettagli, gli intervalli calibrati tra un assaggio e l’altro sono gli accorgimenti che ti consentono di rimanere seduto e paziente per tempi che altrove troveresti inaccettabili.
Maiali volanti ovunque
A tavola si alternano sculture animali tra il grottesco e il divertente
Dabiz Muñoz, 42 anni, da 17 in cucina
Si parla poco della sala, unica nel suo genere tra la teatralità del sommelier Miguel Ángel Millán e tante ragazze che parlano italiano, come le brave Clarissa Maso, Giorgia Collia (nella foto) e Beatrice Venturini
Piccione in due servizi: 1. Piccione freddo in umido al Palo Cortado (sherry), macerato una settimana con caviale affumicato e plancton marino. 2. Maccheroni di Palo Cortado e tuorlo d’uovo embrionale alla brace, ubriaco con i succhi della marinatura del piccione, condito con pasta di peperoncini fermentati nel sale e oxalis viola. Subito un "ceffone" a inizio pasto: si parte con una pietanza che normalmente trovi a due terzi del percorso. «Non mi piace», spiegherà Muñoz, «la tendenza di oggi a iniziare con tanti piccoli snack, spesso timidi»
Thaipirinha: un piccolo e potentissimo shot di rum bianco thai, liquore di zenzero e lemongrass, lime, lychee, zucchero di canna, spuma di menta piperita, basilico, cetriolo. Un preludio ai 4 assaggi successivi, tutti di matrice Sud-est asiatico
La composizione panoramica di Montagne Russe Xo, Ispirazioni del Sudest asiatico
Montagne Russe 1: Black Pepper Crab. Granchio tostato al carbone coi succhi del proprio carapace, pepe di Saigon e cous cous di riso croccante. Direttamente dalle bancarelle di street food di Singapore
Montagne Russe 2: Curry verde Piselli lacrima accarezzati 8 secondi nel wok, curry verde fatto in casa con jalapeño e te matcha, finger lime e siero di burro emulsionato con erbe fini. Fresco, goloso, da chiederne ancora
Montagne Russe 3: Laksa Singapore, cioè lingua di vacca speziata e uova di trota selvatica di fiume. Brodo leggero di tendini di vacca, galanga e latte di cocco fresco, fagioli cotti lentamente nel latte di cocco, lime, kaffir e olio di peperoncino secco
Montagne Russe 4: Pad Thai Tartare di carabineros marinati nel succo delle teste, leggermente piccante con tamarindo e salsa di pesce. Noodles di riso con sweet chili (salsa agrodolce), pelle di frittata, gamberetti fritti, ito togarashi (peperoncino giapponese in fili) e polvere di carabineros secchi. Un Pad Thai per modo di dire
Tonno rosso con pomodori. Ancora due servizi: ventresca di tonno stagionata 24 ore con consommè di pomodori di fattoria (8 kg di pomodori che diventano 250 ml di salsa) e marmitako (stufato di pesce della tradizione basco/cantabrica) di midollo di tonno e pomodori gialli con calamondino (agrume tipo kumquat) e aji amarillo (peperoncino peruviano)
Mondo al contrario Insalata congelata del fondo del frigorifero… Alla base, nascosti, ci sono semi di cuore di pomodoro ramato, un condimento all’olio d’oliva, agrodolce e cremoso e rucola selvatica edamame al vapore. In superficie: lamine di ghiaccio raschiato con emulsione di lattuga ossidata e resa leggermente piccante con aceto di Jerez, cime di lattuga, foglia di oxalis e foglie di mosaico. "Mondo al contrario" perché l'insalata è in primo piano e il pesce viene dopo
Mondo al contrario …e i suoi contorni marini Tre pesci (rombo, occhialone e triglia) tutti grigliati alla brace yakitori da un lato solo (la parte croccante e tostata, contraltare della parte non tostata, che rimane più succosa) e uniti a un'emulsione delle loro spine. Il rombo con aggiunta di pepe di Sichuan; l'occhialone con pepe di Java; la Triglia con pepe sansho. Tre bocconi splendidi
Ceviche di consistenze croccanti Sashimi di angulas (baby anguille) del fiume Miño, croccanti perché congelate in azoto liquido a -40°C per un minuto e scongelate in un fazzoletto di cotone. Servito con berberechos (molluschi, cardidi), aguachile di chile de arbol (peperoncino messicano), sferificazioni di salsa carbonara, vermut rosso e calamondin (mandarino nano)
Sashimi tiepido di angulas fritte al contrario (alcune cotte, alcune crude) con veloutè (senza latte né farina) di molluschi da roccia al Riesling, funghi enoki e pulpets (polpetti catalani alla brace), finito con sale vulcanico indiano
Foie… di mare e di terra Foie gras d’anatra al barbecue con ricci di mare, jalapeño, rafano e pepe sansho
Ogni piatto è accompagnato da un foglio con tutti i dettagli, tradotti nella lingua madre del commensale
Mise en place sempre particolarmente sceniche
Esplosione al vapore con nastri di seppia al pil pil Dumpling di farina di grano e amido di riso ripieni di Jamon Iberico condito con brodo di ossa di prosciutto di Jabugo, Gochujang (salsa fermentata di peperoncino rosso, riso glutinoso e fagioli di soia, popolare in Corea) e menta piperita. La seppia è arrostita con pil pil di aji amarillo e squame di pesce di scoglio fritte. Un boccone unico, micidiale
Uovo fritto con morcilla (sanguinaccio)
Orecchia croccante di maiale in agrodolce con bulbo di giglio
Cervello di lepre al cucchiaio
Il cervello è cotto nella salsa della sua salamoia, finito con pepe sansho, ravioli di yuzukosho ed erbe piccanti, formiche colombiane fritte dal tocco limonoso
Astice della Galizia che si sveglia sulle spiagge di Goa. Ancora 3 servizi: questo è un astice arrostito lentamente nel tandoor (forno d'argilla molto popolare in India ma non solo), pelle di latte di bufala e fiori, burro masala di pomodori maturi con burro di bufala, chutney di pomodorino d’albero e riso da sushi
Astice Galizia/Goa numero 3. Testa d'astice con Vindaloo (curry indiano popolare nella regione di Goa) e Huacatay (tagete, pianta erbacea tipica del Peru). Europa, Asia e America in un boccone
Astice Galizia/Goa numero 3. Pani puri (pane fritto tipico dello street food indiano) di salmorejo (zuppa fredda dell'Andalusia) con chele d’astice
Umidità dei boschi d’Aragona. Questa volta è l'agnello (aragonese, quindi molto grasso, tipo Jamon Iberico o Wagyu) a essere declinato in 4 servizi: 1. Churrasco d’agnello iberico arrostito sulle tralci delle viti, 2. Succhi dell’arrosto dell’agnello 3. la sua guancia stufata, del latticello con olio di erbe dei Pirenei e gnocchi all’aglio nero. 4. Leche frito (dolce spagnolo, di cui richiama la consistenza) di cervello di agnello con pesto di salsa ponzu
Una bella porzione di Wagyu Kagoshima, marezzatura A5 (il più grasso che ci sia), premessa della portata successiva
Consistenza come ingrediente Una lamina di Wagyu di Kagoshima piastrata per pochi secondi da un lato alla robata (griglia al carbone), condita con peperoncino, pasta di gamberetti del Sud della Spagna fermentati e tamarindo. Accanto, una Royale di brodo di vitello bianco (molto ridotta, diventa quasi una panna cotta) e katsuobushi. La lamina si mangia con le mani, la royale si lecca direttamente dall'osso. Il nome allude a quel concetto - espresso bene in passato dal cuoco basco Andoni Luis Aduriz - per cui la cucina giapponese utilizza la consistenza, a volte ingrediente più "saporito" di un sapore
Arriva in tavola una quaglia morta, secondo uno schema piuttosto ricorrente nella cucina contemporanea (già visto, ad esempio, nel menu di caccia del Noma): rendere omaggio all'animale ucciso
Shabu shabu di quaglia Ortolans: fettine di quaglia cruda da intingere nei suoi succhi agro-piccanti legati al wok, pepe penja (dal Camerun), tonburi (caviale di terra) e tagliolino di cetriolo di mare
Cavolfiore alla vaniglia. Il primo dei dessert, con yogurt greco acido e tuorlo d’uovo marinato. A contrasti, del cioccolato chuncho peruviano (materia prima portata in auge da Virgilio Martinez)
Festival di moles un favoloso dessert che intreccia diversi tipi di mole, la celebre salsa della tradizione messicana. Se ne riconoscono 4 diversi: mole amarillo di zucca e cioccolato d’oro; mole rosa con barbabietola e cioccolato ruby, mole de novia con cioccolato al latte, molepoblano 70% cacao
Il mole si intinge in queste favolose brioches calde di mais tatemado (messicano). Aiuto
La sequenza del wine pairing Recaredo, Terrers Brut Nature 2018 (Cava) Fleury, Symphonie d’Europe Extra Brut 1992 (Champagne) Clos Rougeard, Sumur Champigny 2012 (Loira) Sake Asahi Shuzo Dassai 23 Hayata (DiverXo), Junmai Daiginjo (Giappone) Domaine Roulot, Meursault Luchets 2018 (Borgogna) Domaine Lefleve, Les Clavoillon Premier Cru 2019 (Borgogna) Chateau d’Yquem, Y D’Yquem 2017 (Sauternes) Maison Macle, Chateau Chalon 1994 (Jura) Cayuse Vineyard, God Only Knows 2016 (Washington State) Chateau Beaucastel, Vielles Vignes 2019 (Côtes du Rhône) Burklin-Wolf, Kirchenstuck GC 1996 Magnum (Pfalz) Valdespino, Amontillado Coliseo – Saca 2016 Magnum (Jerez) Descendiente de J Palacios, Moncerbal 2016 (Castilla y León) Barbadillo, Oloroso Reliquia per Diverxo (Jerez) Domaine Des Baumard, Quarts de Chaume 1973 (Loira) Nieport, Vintage 1982 (Porto)
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo
di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Diego Cabrera è nato a Buenos Aires, nel 1979
La selezione è a cura di Raquel Castillo, firma di Gastroactitud
Monasterio de Pelayos e Dom Pérignon Vintage 2013
Insegne, cuochi e ghiotti orientamenti: a narrarceli è Gabriele Zanatta, laureato in Filosofia, nonché coordinatore della Guida ai Ristoranti di Identità Golose. Il suo punto di vista va ben oltre la superficie, per esplorare profondità e ampiezza della tavola, di tutto quello che è Zanattamente Buono.