02-06-2023

Amelia di Paulo Airaudo, un ristorante programmato per far godere (e tenere i conti in ordine)

Il cuoco italo-argentino di San Sebastian non ascolta le sirene del km zero o della green wave. Pensa solo a fare menu con prodotti posh e universali. E la gente fa la fila

Paulo Airaudo, argentino di origini italiane, clas

Paulo Airaudo, argentino di origini italiane, classe 1985. E' chef/patron di 14 ristoranti, in cui lavorano 400 persone. Il più importante è Amelia a San Sebastian, nei Paesi Baschi, 2 stelle Michelin

Omakase italiarra. Cioè un modello giapponese, dai contenuti italiani, annunciato in lingua basca da uno chef argentino. È la cucina senza frontiere che vi attende al ristorante Amelia, pochi tavoli dietro a una coloratissima barra, un locale di successo nel retro della spiaggia della Kontxa di San Sebastian, spettacolare mezzaluna di sabbia disegnata dalle onde dell’Atlantico.

È la creatura ammiraglia di Paulo Airaudo, cuoco e imprenditore di Rio Cuarto, in provincia di Cordoba, nato da immigrati italiani e a neanche 40 anni al comando di 14 insegne tra Paesi Baschi, Barcellona e Hong Kong ma presto anche a Firenze («È tutto pronto, devo solo trovare il personale…»). E poi Singapore, Shenzhen, Bogotà... Quattro stelle Michelin (e altre verranno) e 400 dipendenti.

Un imprenditore old school, coi peli posizionati là dove devono stare - sullo stomaco e non sulla lingua - e una passione smisurata ma non irrazionale perché confortata da un’amministrazione oculata del personale: «Il tempo libero oggi è un valore fondamentale ma, se devo licenziare, licenzio», sbotta con noi seduto sui divani di Villa Favorita. La gestione è attenta, soprattutto nei conti: «C’è il luogo comune per cui il ristorante gastronomico o fine dining deve perdere i soldi. Ma voi siete matti! Al massimo puoi rinunciare a guadagnare per un paio d’anni ma poi occorre stare in piedi. Non si può passare la vita a perdere i soldi. Se lo dici ai ristoratori francesi, ti amazzano».

La stabilità di Amelia nasce prima di tutto dal prodotto, selezionato secondo regole che rifiutano le sensibilità green/km zero/no waste del nostro tempo. Al solo nominargliele, gli salta la mosca al naso: «Io non ho legami perché non metto mai radici in un posto fisso. Per questo cerco sempre i migliori ingredienti del mondo, ovunque si trovino: i ricci di mare dal Giappone – quasi 500 euro al chilo -, il Wagyu dalle migliori prefetture, il caviale, i carabineros, la ventresca di tonno, i pescioni... Le verdure sono solo dei contorni, cibo per conigli. Se mi dici che un broccolo vale un astice o un piccione, non ti ascolterò mai. Noi non siamo disegnati fisicamente per mangiare solo vegetali. È una vita triste».

Villa Amelia guarda la spiaggia della Concha (Kontxa in basco), spettacolare baia lunga oltre 1 chilometro, luogo simbolo di San Sebastian

Villa Amelia guarda la spiaggia della Concha (Kontxa in basco), spettacolare baia lunga oltre 1 chilometro, luogo simbolo di San Sebastian

L'head chef Giacomo Zani di Sesto Fiorentino e Virginia Cagnetta di Milano. Nella squadra di Amelia ci sono 5 ragazzi italiani: con loro anche Gaetano Di Liscandro, la pasticciera Chiara Cantaretto e Andrea Pelo

L'head chef Giacomo Zani di Sesto Fiorentino e Virginia Cagnetta di Milano. Nella squadra di Amelia ci sono 5 ragazzi italiani: con loro anche Gaetano Di Liscandro, la pasticciera Chiara Cantaretto e Andrea Pelo

Le prelibatezze posh entrano in un menu che osserva sempre alcune regole fisse, da Amelia ma anche in tutte le altre tavole fine dining gestite da Airaudo tra Europa e Asia: «C’è sempre un crudo, un chawanmushi, un astice col burro o un pezzo di ottima carne con salsa... Piatti che possiamo fare a New York, a Hong Kong o in Puglia, e questo per me è un punto fondamentale». Bontà comprensibili a ogni latitudine. La sequenza non deve poi prevedere un numero infinito di passaggi: «Una decina di corse bastano e avanzano. Basta coi rapimenti di persona. Due ore, due ore e mezza sono più che sufficienti per far godere l’ospite». Le eccezioni sono bandite: «Un vegetariano non viene qui, e nemmeno un intollerante ai crostacei. Il menu è quello di casa mia, prendere o lasciare».

E i tratti italiani? Abbondano nello staff («Io cerco quasi sempre personale italiano: nessuno ha un senso di hospitality così innato»), nel piatto di pasta (sempre fresca) servito in fondo al menu e nella detonazione dei sapori, esplosivi in ogni assaggio grazie a tecniche programmate così scientificamente che è difficile non godere.

Il modello Airaudo funziona: lo scontrino medio di Amelia è 500 euro, tra i più alti d’Europa. «Chi viene sa che spenderà tanto ma sa anche che starà bene e che potrà rimanere tutto il tempo che vorrà: non faccio due turni a servizio, per questione di rispetto e lealtà». Lealtà è un concetto chiave anche per attrarre e trattenere il personale: «Se noi cuochi e patron ci abbandoniamo alla retorica ipocrita del ‘tutto cambierà’, senza fare nulla, senza essere onesti e chiari, state certi che i ragazzi se ne andranno. Io sono molto esigente con tutti ma anche molto leale: chiedo tanto ma do tanto, per questo alla fine rimangono».

L’ultimo pensiero è l’ambizione: «Mi piacerebbe tanto prendere la terza stella e stare nella World’s 50Best. Non è una questione di ego o blasone; vorrei solo creare più opportunità per San Sebastian. Ci sarebbero 4 ristoranti con 3 stelle Michelin in una città di neanche 200mila abitanti, potreste crederci?».

Amelia, menu maggio 2023
Il restaurant manager e sommelier Romain Mesplet poggia subito sul counter 6 Champagne diversi, da servire al bicchiere. Un'ottima idea (anche per fare cassa). Particolare curioso: dietro al bancone di Amelia lavorano i cuochi ma anche tutti i camerieri e sommelier (che quasi sempre stanno di qua del bancone, dalla parte del cliente)

Il restaurant manager e sommelier Romain Mesplet poggia subito sul counter 6 Champagne diversi, da servire al bicchiere. Un'ottima idea (anche per fare cassa). Particolare curioso: dietro al bancone di Amelia lavorano i cuochi ma anche tutti i camerieri e sommelier (che quasi sempre stanno di qua del bancone, dalla parte del cliente)

Tartelletta di piselli lagrima, un simbolo commestibile dei Paesi Baschi: è una tartelletta wonton con piselli grigliati, conditi con olio d'erba cipollina, e sgombro marinato in fondo. Sullo sfondo, si intravede un'altra Tartelletta di pasta di gyoza con astice in salsa salpicon (simile alla salsa verde) con asparagi bianchi

Tartelletta di piselli lagrima, un simbolo commestibile dei Paesi Baschi: è una tartelletta wonton con piselli grigliati, conditi con olio d'erba cipollina, e sgombro marinato in fondo. Sullo sfondo, si intravede un'altra Tartelletta di pasta di gyoza con astice in salsa salpicon (simile alla salsa verde) con asparagi bianchi

Crudo di carabinero, servito con un dashi citrico e zest di limequat e foglie di mandarina

Crudo di carabinero, servito con un dashi citrico e zest di limequat e foglie di mandarina

Ricciola al pomodoro e ravanello giapponese, un grande classico di Amelia. Il ravanello è leggermente piccante e marinato in acqua e sale. Ci sono lamine di alga kombu e il brodo è di acqua di pomodoro

Ricciola al pomodoro e ravanello giapponese, un grande classico di Amelia. Il ravanello è leggermente piccante e marinato in acqua e sale. Ci sono lamine di alga kombu e il brodo è di acqua di pomodoro

Chawanmushi di granchio reale, uova di salmone selvaggio su un consommè di jamon iberico ricavato dalle costolette del maiale

Chawanmushi di granchio reale, uova di salmone selvaggio su un consommè di jamon iberico ricavato dalle costolette del maiale

Il pane, una portata a sè. E' un parker roll, cooè un pane un po' briochato, con accanto le strisce di 4 burri: rosso (pomodori secchi), verde (foglie di aglio orsino), burro delle Asturie semplicemente montato e burro con acciughe del Cantabrico

Il pane, una portata a sè. E' un parker roll, cooè un pane un po' briochato, con accanto le strisce di 4 burri: rosso (pomodori secchi), verde (foglie di aglio orsino), burro delle Asturie semplicemente montato e burro con acciughe del Cantabrico

Astice e zucca. L'astice, prima glassato con una bisque ridotta al sakè, è cotto al momento alla griglia e unito a una purea di zucca con salsa al beurre blanc. Sotto, nascosta, c'è una parte verde realizzata con emulsione di foglie di nasturzio, che dona un po' di acidità

Astice e zucca. L'astice, prima glassato con una bisque ridotta al sakè, è cotto al momento alla griglia e unito a una purea di zucca con salsa al beurre blanc. Sotto, nascosta, c'è una parte verde realizzata con emulsione di foglie di nasturzio, che dona un po' di acidità

Un perfetto piccione con cipolla arrostita. Non visibile, una spugnola cotta alla griglia con mousseline con pollo, spugnola e foie gras

Un perfetto piccione con cipolla arrostita. Non visibile, una spugnola cotta alla griglia con mousseline con pollo, spugnola e foie gras

Taleggio, semplicemente dei cappelletti di pasta fresca con crema di taleggio nel ripieno, oro commestibile e, fuori, una salsa al Vin Jaune del Jura, completata con cannolicchi alla griglia e ostriche

Taleggio, semplicemente dei cappelletti di pasta fresca con crema di taleggio nel ripieno, oro commestibile e, fuori, una salsa al Vin Jaune del Jura, completata con cannolicchi alla griglia e ostriche

Caviale, gelato al rhum e salsa di banana e mole

Caviale, gelato al rhum e salsa di banana e mole

La favolosa piccola pasticceria in chiusura: su tutte, in basso a sinistra, una Paris Brest di pistacchio da mangiarne in serie

La favolosa piccola pasticceria in chiusura: su tutte, in basso a sinistra, una Paris Brest di pistacchio da mangiarne in serie

Romain Mesplet con due dei vini serviti nel corso del menu degustazione. Il nostro pairing:
Krug, 170th Edition (Champagne)
Sauvignon Blanc Pur Sang, Didier Dagueneau 2019 (Valle della Loria)
Vielle Vigne, Buisson-Charles 2019 (Maursault)
Château Montrose 2004 (Saint Estèphe)
Gran Reserva, Tondonia 1962 (Rioja)
Chateau Rieussec 2016 (Sauternes)
Malus Mama, Iñaki Otegi 2013 (sidro, Paesi Baschi)

Romain Mesplet con due dei vini serviti nel corso del menu degustazione. Il nostro pairing:
Krug, 170th Edition (Champagne)
Sauvignon Blanc Pur Sang, Didier Dagueneau 2019 (Valle della Loria)
Vielle Vigne, Buisson-Charles 2019 (Maursault)
Château Montrose 2004 (Saint Estèphe)
Gran Reserva, Tondonia 1962 (Rioja)
Chateau Rieussec 2016 (Sauternes)
Malus Mama, Iñaki Otegi 2013 (sidro, Paesi Baschi)

Il menu degustazione (opzione unica) di Amelia costa 298 euro. Diverse le possibilità di wine pairing: pairing Exceptional (350 euro), Champagne (175), Amelia (163), Corto (94) e Analcolico (78 euro)

Il menu degustazione (opzione unica) di Amelia costa 298 euro. Diverse le possibilità di wine pairing: pairing Exceptional (350 euro), Champagne (175), Amelia (163), Corto (94) e Analcolico (78 euro)

Gabriele Palazzi, head chef toscano di Da FIlippo, ristorante di cucina italiana ricavato nell'ex sede di Amelia, indirizzo Prim Kalea 34. Accanto, i suoi umamici Fusilli ai funghi di stagione con uovo confit e spuma di Parmigiano

Gabriele Palazzi, head chef toscano di Da FIlippo, ristorante di cucina italiana ricavato nell'ex sede di Amelia, indirizzo Prim Kalea 34. Accanto, i suoi umamici Fusilli ai funghi di stagione con uovo confit e spuma di Parmigiano

Paulo Airaudo controlla anche lo speakeasy Blind Pig, aperto 15 mesi fa con il fidato Marco Ferreri, bartender di Legnano

Paulo Airaudo controlla anche lo speakeasy Blind Pig, aperto 15 mesi fa con il fidato Marco Ferreri, bartender di Legnano


Amelia by Paulo Airaudo
c/o Hotel Villa Favorita
Zubieta 26
Donostia – San Sebastián
Paesi Baschi, Spagna
+34943845647
booking@ameliarestaurant.com 
A pranzo aperto solo da giovedì a sabato. A cena da mercoledì a sabato


Zanattamente buono

Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo

a cura di

Gabriele Zanatta

classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. 
instagram @gabrielezanatt

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