17-06-2023

Cradle of Food e l'importanza di sostenere le popolazioni colpite dal terremoto di Turchia e Siria

Mehmet Gürs e Cemre Torun hanno organizzato a Londra un evento per fare luce sul valore inestimabile della "Culla della civiltà", una regione che ha definito chi siamo

Mehmet Gürs, chef del ristorante Mikla di Istanbu

Mehmet Gürs, chef del ristorante Mikla di Istanbul, in Turchia e la giornalista e scrittrice Cemre Torun, insieme lunedì 12 giugno a Londra per Cradle of Food, evento di solidarietà e raccolta fondi per le popolazioni di Turchia e Siria colpite dal terremoto il 6 febbraio scorso. PER DONARE, CLICCA QUI

Nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 2023, due scosse violentissime con epicentro a Gaziantep hanno messo in ginocchio il sud-est della Turchia e il nord-ovest della Siria. Quattro mesi e mezzo dopo, le cifre ufficiali parlano di 59mila morti (ma c’è chi sospetta che potrebbero essere 3 volte di più), oltre 100mila edifici crollati, 5 milioni di persone senza casa. Una tragedia immane, che ha coinvolto più o meno direttamente ogni singolo cittadino turco e che le cronache hanno dimenticato piuttosto in fretta.

«Non è colpa di nessuno», spiega col sorriso Mehmet Gürs in un giorno di afa londinese, davanti al Tamigi, con il London Bridge all’orizzonte, «è parte della natura umana rimuovere gli eventi negativi. Ma noi abbiamo il dovere di tenere alta l’attenzione, senza indurre compassione ma sottolineando il valore di una terra che non ha eguali. Lo facciamo a Londra e non in Turchia perché da nessuna parte come qui c’è trasparenza, una caratteristica fondamentale se vogliamo parlare di fundraising».

Al fianco del cuoco più celebrato di Turchia, sorride la compagna, Cemre Torun, giornalista e scrittrice di cose buone. «Ci siamo chiesti cosa potessimo fare per restituire l’identità a chi è stato sradicato dalle sue terre. Abbiamo capito che nulla come il cibo è capace di riconnettere le persone alla sua regione». La regione in questione contribuisce al 30% delle derrate alimentari dell’intera Turchia e coincide in parte con la Mesopotamia, la “mezzaluna fertile” dei nostri studi del liceo. «È la culla della civiltà, un luogo attraversato nei millenni dalle genti che hanno contribuito a un patrimonio artistico, scientifico e religioso incalcolabile».

Sede dell'evento, Old Billingsgate, sulla North Bank del Tamigi di Londra

Sede dell'evento, Old Billingsgate, sulla North Bank del Tamigi di Londra

In lontananza, il London Bridge

In lontananza, il London Bridge

Il gastronomo turco Tangor Tan

Il gastronomo turco Tangor Tan

“Culla” si dice Cradle in inglese e Cradle of food è il nome scelto da Gürs e Torun per chiamare a raccolta a Londra cuochi, archeologi, attivisti del cibo, giornalisti, docenti universitari all’ombra dell’Old Billingsgate, edificio storico nella North Bank del Tamigi, un tempo celebre come mercato del pesce e oggi sede di eventi di ogni tipo.

Il giorno prima dell'evento, le cucine del luogo brulicavano di persone dalle mille provenienze: Armenia, Giordania, Libano, Siria, Stati Uniti, Svezia, Venezuela… Cuochi e non-solo-cuochi erano invitati ad arrotolare sarma e dolma, amalgamare risi pilaf con bergamotto e mandorle, assemblare tabbouleh e freekeh, preparare zuppe di lenticchie, piyaz o creme muhammara della tradizione di Aleppo. I piatti avrebbero dato vita a un indimenticabile menu l’indomani: centinaia di persone chiamate a condividere sorrisi e un’adorazione per il cibo della culla. Un’atmosfera gioiosa cui faceva da contraltare un’organizzazione e una precisione tecnica raramente viste prima.

Prima e dopo il pranzo, gli interventi di rilievo degli speaker sul palco. Ci ha colpito molto quello commosso di Maksut Askar, chef e patron di Neolokal, Istanbul, un ristorante e un progetto che avevamo raccontato poco prima della clausura imposta dal covid. Sangue arabo nelle vene, originario della provincia di Hatay, ha ricapitolato le meraviglie di Antiochia, città natale: «Punto di transito di imperi, commercianti, crociate, terremoti e ricostruzioni. L’hanno abitata ateniesi, macedoni, ebrei, greci, nativi siriani, cilici, alauiti. Protestanti, greci, maroniti, ortodossi, musulmani, cattolici ed ebrei». Oggi Antiochia è rasa al suolo. Immaginate fosse successo a Catania, città delle stesse dimensioni e abitanti del centro turco. «Nessuno però vuole lasciare la città in cui è nato. Come possiamo allora risollevare e restituire un futuro alla nostra gente? Sforzandoci ognuno di trasmettere alle nuove generazioni il meglio del suo passato. Rievocare le sue memorie e la sua grandezza. E io posso farlo solo attraverso il cibo e la cucina».

Maksut Askar, chef del ristorante Neolokal, Istanbul

Maksut Askar, chef del ristorante Neolokal, Istanbul

Il pranzo a 100 mani all'Old Billingsgate

Il pranzo a 100 mani all'Old Billingsgate

Un piatto simbolo del pranzo? I baklava, specialità simbolo della Turchia, originaria proprio di Gaziantep

Un piatto simbolo del pranzo? I baklava, specialità simbolo della Turchia, originaria proprio di Gaziantep

Dopo Maksut hanno preso la parola tra gli altri Filiz Hosukoglu, ingegnere meccanico con una passione enciclopedica per la cucina tradizionale di Gaziantep (i popolari baklava sono nati qui); il gastronomo Tangor Tan, autore di un racconto struggente sui contadini dell’Anatolia rurale; l’archeologa Kathryn Morgan, a ricordarci il ricchissimo passato sommerso di quelle lande; la canadese Jessica Rosval, che a Modena ha co-fondato AIW, associazione per l’integrazione delle donne (ne abbiamo scritto), la scrittrice Carolyn Steel, i cuochi Anissa Helou, il libanese Kamal Mouazawak, il siriano Mohamad Orfali, gli esperti di vino Sarah Abbott e Isa Bal… Gente speciale a supporto di una terra speciale.

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Zanattamente buono

Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo

a cura di

Gabriele Zanatta

classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. 
instagram @gabrielezanatt

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