01-07-2023
Andoni Luis Aduriz, classe 1971, nel ritratto di Per-Anders Jörgensen per il libro "Puntos de Fuga by Mugaritz"
Millefoglie di latte maturate alla penicillina, manzo freddo, ostriche dentro alla coppa di Champagne, palle di glutine arrotolate in una fune, capezzoli e mammelle di silicone da succhiare. Il sentimento de incómodo che trasmette il menu 2023 del Mugaritz di Errenteria è più elevato che mai. E non poteva essere altrimenti in un anniversario così importante: il ristorante festeggia 25 anni indugiando sui recuerdos del futuro, le memorie che forse daremo per assodate tra qualche decennio. Sublime Mugaritz, dicevamo prima della pandemia. Quel senso che Kant chiamava di “terribile godere” di fronte a visioni che spiazzano, “un momentaneo impedimento seguito da una più forte effusione delle forze vitali” che questo laboratorio di idee nella campagna di San Sebastian scatena più forte di qualsiasi altro ristorante al mondo, e da un quarto di secolo. Un traguardo super per Andoni Luis Aduriz, un cuoco e imprenditore con una cultura enciclopedica: nel corso di una lunga chiacchierata passerà con disinvoltura dal j’accuse alla lobby locale dei taxi alle possibilità dell’anandamide, la molecola della felicità; dalla selva di batteri di un microbiota al declino della critica gastronomica ancien régime. Arte, gastronomia, scienza, società e umanità che convivono in un mente speciale. Buongiorno Andoni, nel marzo del 1998 facevate il primo servizio. Come si sente 25 anni dopo? Venendo in macchina stamattina, pensavo di essere un uomo molto fortunato. Per 3 motivi: oggi al ristorante lavoriamo tutti 8 ore al giorno, una conquista e un privilegio che mi regalano un gran senso di pace. Il secondo motivo è che siamo quasi sempre pieni: 11 tavoli per 8 servizi alla settimana, un’altra fortuna incredibile. Ma il fattore più importante è il terzo: lavoriamo tutti facendo quello che amiamo fare, un fattore impagabile, che apprezzo ancora di più quando sento i ragazzi che sono stati da noi lamentarsi di quanto sia difficile oggi realizzare contemporaneamente le 3 condizioni. Lavorava tanto agli inizi di Mugaritz? Come un selvaggio (salvaje). Non meno di 12 ore al giorno, per 7 giorni alla settimana, dal lunedì alla domenica. E magari, a fine servizio, dalle 2 di notte, i clienti chiedevano di conoscermi o salutarmi. Io ascoltavo le opinioni di ogni foodies – un termine che all’epoca non esisteva nemmeno. Mi spiegavano i loro piani di cambiare il mondo. Oggi tutto questo non esiste più ma mi è costato molto tempo e risorse psicologiche rompere gli schemi dell’hotellerie classica. Come faceva a gestire gli equilibri in famiglia? Conobbi mia moglie in un ristorante e questo ci ha aiutato perché lei sapeva benissimo quali sacrifici richiedesse gestire un’attività del genere. Agli inizi vivevamo praticamente qui, in questa piccola dépendance accanto al ristorante. E ci dormivamo spesso perché, alle 4 di notte, non conveniva tornare a casa se il giorno dopo dovevi essere al Mugaritz alle 8. Era l’unica via possibile. Per fortuna i tempi sono cambiati.
Andoni pochi giorni fa alla World's 50Best di Valencia, premiato dall'amico fraterno e collega Massimo Bottura. con l'Icon award, il momento più intenso della cerimonia. "Massimo ha un energia così incredibile che sembra caduto nel pentolone da piccolo, come Obelix"
Mugaritz, ragazzi di sala. Da sinistra, Maria Chiara Gullo, Ainhoa Beloki, Blanca Garrido e Luis Daniel Rodriguez. Dietro a ogni menu del ristorante basco c'è invece un quartetto invisibile che si occupa di ricerca e sviluppo: Sasha Correa, Julián Otero, Ramón Perisé e Javier Vergara
La sommelier Kristell Monot, francese e Inae Lee, coreana
La celebre scultura del gufo che veglia il parco del Mugaritz
La composizione iniziale del menu 2023 di Mugaritz, titolo Recuerdos del futuro: al centro, c'è un bouquet di timo glassato; sopra la millefoglie della felicità
Cetriolo di mare, ennesimo esempio di una testura che cerca di scavalcare "la dittatura del gusto"
A destra De frente, la piel que abito, attorno al volto, c'è pellicola gelatinosa da rimuovere con una pinza
Candy, quasi in fondo al piatto è servita una caramella di puro glutine, arrotolata attorno a una corda
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Andrea Berton, classe 1970, di San Vito al Tagliamento, è stato uno dei Marchesi Boys. Festeggia quest'anno il decennale del suo ristorante Berton a Milano
Tetsuro Maeda, ristorante Txispa, Atxondo, Paesi Baschi, Spagna