Inaki Aizpitarte
Patata e uova di pescedi Clare Smyth
IG2023: signore e signori, la rivoluzione è servita Calabria Straordinaria: così la regione si racconterà a Identità Milano con grandi chef e tante degustazioni
Chang Liu, Egidio Giovannini e Suili Zhou, rispettivamente nuovo chef, maitre/sommelier e patronne del ristorante Mu dimsum a Milano, la più ambiziosa delle 5 insegne del gruppo
C’è un marchio di cucina cinese che i milanesi hanno cominciato a sentire sempre più spesso. Mette assieme due lettere. La prima, MU, ha più significati: “legno”, “natura” o anche “ciò da cui tutto parte”. La seconda, dimsum, designa i piccoli assaggi serviti nelle yum cha, le sale da tè della tradizione cantonese, comunità del sud-est della Cina generalmente fatta coincidere con le regioni di Guangxi, Guangdong, Hong Kong e Macao. MU dimsum è un piccolo universo dietro cui si cela il lavoro duro e la visione di una coppia umile, originaria dello Zhejiang. Lei, Suili Zhou, mamma casalinga e papà pizzaiolo, raggiunge i genitori a Milano nel 2001. A 21 anni conosce il futuro compagno, Liwei, in Italia già dal 1998. Insieme cominciano a gestire un’edicola in zona Garibaldi, allargando nel tempo il controllo ad altri chioschi tra Crescenzago e il Duomo di Milano, quest’ultima edicola ancora di proprietà. Nel tempo rilevano un bar tabacchi, poi una sala giochi e poi ancora un ristorante all you can eat da 700 metri quadrati a Melegnano. Ma poi comincia a prendere forma il vero sogno: «Volevamo fare ristorazione di qualità», ci racconta la signora Zhou, «dimostrare che la cucina cinese ha molte più cose da dire del riso alla cantonese e degli involtini primavera cui sono abituati gli italiani. Piatti che hanno preso ispirazione più che altro dalla tradizione degli emigrati cinesi degli Stati Uniti». Oggi MU dimsum è un gruppo che dà lavoro a un’ottantina di persone, impegnate dietro a 5 insegne, 4 tra Milano e Brianza e una quinta a Torino. Un piccolo impero germogliato nell’ottobre 2016, con l’apertura a Nova Milanese di MU fish, ristorante che associa la tradizione dei dimsum a influenze giapponesi e italiane. A gennaio 2018 venne MU dimsum, cucina cantonese ambiziosa a due passi da Stazione Centrale, Milano. A dicembre 2018, il varo del primo di tre piccoli locali: MU Bao a Torino, seguito un anno dopo da MU Corso Como, ancora a Milano e, ad agosto 2020, da MU Paolo Sarpi, una vetrina all’inizio della Chinatown più illustre.
Particolare di sala di Mu dimsum, 85 coperti in via Caretto 3, a Milano
Gambero Ubriaco, nel menu di Capodanno cinese di Mu dimsum, Milano
L'Anatra alla pechinese di Chang Liu
Jun Giovannini, giapponese di Tokyo, chef di Mu fish a Nova Milanese (Monza-Brianza)
Mu Corso Como, corso Como 9, Milano
Mu Paolo Sarpi, via Sarpi 2, Milano
Mu bao, via Accademia delle Scienze 2e, Torino
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Animelle fritte, pioppini, emulsione di crostacei - Foto: Annalisa Cavaleri
La chef Jun Giovannini e il titolare di Mu Fish Liwei Zhou
Continua anche il lavoro di ricerca. Presto la Peking duck sarà in versione golosa ma più light
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo