10-02-2021
Chang Liu, Egidio Giovannini e Suili Zhou, rispettivamente nuovo chef, maitre/sommelier e patronne del ristorante Mu dimsum a Milano, la più ambiziosa delle 5 insegne del gruppo
C’è un marchio di cucina cinese che i milanesi hanno cominciato a sentire sempre più spesso. Mette assieme due lettere. La prima, MU, ha più significati: “legno”, “natura” o anche “ciò da cui tutto parte”. La seconda, dimsum, designa i piccoli assaggi serviti nelle yum cha, le sale da tè della tradizione cantonese, comunità del sud-est della Cina generalmente fatta coincidere con le regioni di Guangxi, Guangdong, Hong Kong e Macao. MU dimsum è un piccolo universo dietro cui si cela il lavoro duro e la visione di una coppia umile, originaria dello Zhejiang. Lei, Suili Zhou, mamma casalinga e papà pizzaiolo, raggiunge i genitori a Milano nel 2001. A 21 anni conosce il futuro compagno, Liwei, in Italia già dal 1998. Insieme cominciano a gestire un’edicola in zona Garibaldi, allargando nel tempo il controllo ad altri chioschi tra Crescenzago e il Duomo di Milano, quest’ultima edicola ancora di proprietà. Nel tempo rilevano un bar tabacchi, poi una sala giochi e poi ancora un ristorante all you can eat da 700 metri quadrati a Melegnano. Ma poi comincia a prendere forma il vero sogno: «Volevamo fare ristorazione di qualità», ci racconta la signora Zhou, «dimostrare che la cucina cinese ha molte più cose da dire del riso alla cantonese e degli involtini primavera cui sono abituati gli italiani. Piatti che hanno preso ispirazione più che altro dalla tradizione degli emigrati cinesi degli Stati Uniti». Oggi MU dimsum è un gruppo che dà lavoro a un’ottantina di persone, impegnate dietro a 5 insegne, 4 tra Milano e Brianza e una quinta a Torino. Un piccolo impero germogliato nell’ottobre 2016, con l’apertura a Nova Milanese di MU fish, ristorante che associa la tradizione dei dimsum a influenze giapponesi e italiane. A gennaio 2018 venne MU dimsum, cucina cantonese ambiziosa a due passi da Stazione Centrale, Milano. A dicembre 2018, il varo del primo di tre piccoli locali: MU Bao a Torino, seguito un anno dopo da MU Corso Como, ancora a Milano e, ad agosto 2020, da MU Paolo Sarpi, una vetrina all’inizio della Chinatown più illustre.
Particolare di sala di Mu dimsum, 85 coperti in via Caretto 3, a Milano
Gambero Ubriaco, nel menu di Capodanno cinese di Mu dimsum, Milano
L'Anatra alla pechinese di Chang Liu
Jun Giovannini, giapponese di Tokyo, chef di Mu fish a Nova Milanese (Monza-Brianza)
Mu Corso Como, corso Como 9, Milano
Mu Paolo Sarpi, via Sarpi 2, Milano
Mu bao, via Accademia delle Scienze 2e, Torino
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo
di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Animelle fritte, pioppini, emulsione di crostacei - Foto: Annalisa Cavaleri
La chef Jun Giovannini e il titolare di Mu Fish Liwei Zhou
Continua anche il lavoro di ricerca. Presto la Peking duck sarà in versione golosa ma più light
Insegne, cuochi e ghiotti orientamenti: a narrarceli è Gabriele Zanatta, laureato in Filosofia, nonché coordinatore della Guida ai Ristoranti di Identità Golose. Il suo punto di vista va ben oltre la superficie, per esplorare profondità e ampiezza della tavola, di tutto quello che è Zanattamente Buono.