22-03-2014

Anonima recensioni

(Non) ritratto di Marina O'Loughlin, seguita e temuta critica gastronomica d'Oltremanica

Nel non-ritratto, Marina O'Loughlin, celebre criti

Nel non-ritratto, Marina O'Loughlin, celebre critica gastronomica di Metro e Olive. Alterna stroncature a recensioni positive, senza forzature (foto www.intoxicatingprose.com)

Da queste parti, in pochi l’hanno mai vista, ma in tantissimi la leggono (sul Guardian, sul mensile Olive) e in molti la seguono su Twitter (la sua handle è @MarinaOLoughlin). Marina O’Loughlin è una delle più rispettate e apprezzate critiche gastronomiche del Regno Unito, nonostante il suo aspetto rimanga un mistero. Non appare in televisione nè fa presenza a eventi del settore.

Questo le permette ovviamente di poter valutare un ristorante sotto la copertura dell’anonimato. La differenza tra lei e altri colleghi altrettanto stimati ma riconoscibili quali Tom Parker Bowles significa che per lei non arriva nessun trattamento di favore, nè da parte dello staff in sala nè da parte dello chef; il fatto di non avere amici nel campo le permette inoltre di essere obiettiva al massimo. Certo, c’è anche il lato negativo: se deve prenotare un tavolo in un ristorante con attese di settimane, ha gli stessi problemi di tutti noi.

L'avatar scelto da Marina O’Loughlin su twitter

L'avatar scelto da Marina O’Loughlin su twitter

Quando viene pubblicata una sua critica, chef e ristoratori tremano: cosa avrà scritto Marina? E del resto le sue parole sono a volte taglienti come lame. Leggendario il suo pezzo per il quotidiano Metro sull’ormai chiuso Gregg’s Table (il cui proprietario era uno dei giudici del Master Chef inglese). “Uno dei pranzi peggiori della mia vita da quando delle suore particolarmente sadiche mi forzavano a mangiare una crema che era una suola di scarpa”. Quando invece un ristorante è di suo gradimento (e per fortuna, succede spesso), le sue critiche fanno davvero venire voglia di provare un ristorante. E spesso ci troviamo pienamente d’accordo con le sue parole, che colgono in pieno l’essenza di un ristorante.

Così ad esempio nel caso di Restaurant Story: “Non mi ricordo di un pranzo che abbia provocato tante sensazioni quasi fisiche: smorfie, risate, mugolii di piacere”. Nonostante la sua fama, Marina è una che non si è montata la testa e via twitter, ci sembra davvero simpaticissima. Interagisce con i suoi lettori, risponde e commenta, anche solo sulla situazione pizza a Londra. Ama l’Italia, dove va in vacanza tutti gli anni (soprattutto in Sicilia). Il suo stile è irriverente, vivace ma anche semplice, di piacevole lettura e sempre permeato da una vena d’ironia molto british.

Le chiediamo (ovviamente via email) da quanto tempo lavora in anonimato. In pratica da sempre, ci risponde. “Ho avuto solo un breve periodo di qualche mese circa 14 anni fa quando ho cominciato, durante il quale non ero in incognito. Allora molti non facevano caso a un critico che scrivesse per un giornale distribuito gratuitamente (Metro) così nessuno mi degnava mai di uno sguardo”. Il suo lavoro l’ha vista non solo rimpinzarsi su e giù per il Regno ma anche viaggiare tanto all’estero.

Quali sono stati i momenti più importanti della sua carriera finora? "Diversi. Per esempio, incontrare altri critici che ammira e segue da tempo. Due visite a El Bulli. E, col suo tipico umorismo, il momento in cui ha scoperto di essere stata nominata dal Times una delle 500 più influenti personalità della Gran Bretagna: in tale momento fatidico indossava un vestitino da 12 sterline. Dopo tutto, ci dice, Londra è una città costosa e senza poter fare comparse televisive come molti colleghi, lei rimane sempre senza soldi.


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Federica Carr

Napoletana residente a Londra, vacanziera subacquea, è website manager di mestiere e foodie per passione

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