Andrea Menichetti
Pollo alla romanadi Arcangelo Dandini
Dall'Italia Dare voce alla solennità dell'orto: il nuovo menu vegetale di Alberto Buratti
Foto di gruppo degli chef premiati (posizioni dalla 1 alla 50) alla The World's 50 Best Restaurants 2019, sponsorizzata da S.Pellegrino & Acqua Panna
È successo e non succederà mai più. Il podio dei World’s 50 Best Restaurant 2019 non è ripetibile, a differenza di altri in passato: 1. Mirazur di Mauro Colagreco a Mentone (Francia), 2. Noma di Renè Redzepi (assente alla cerimonia) a Copenhagen (Danimarca) e 3. Asador Etxebarri di Victor Arguinzoniz a Atxondo in Spagna. In base alle nuove regole anti-stress dei top chef, Colagreco entra di diritto nei Best of the Best, dove ritrova i sette precedenti vincitori, e lì vi rimarrà a meno di non traslocare. In fondo è il caso di Redzepi, nella hall of fame con il vecchio Noma e in lizza con il nuovo. Danese su, sempre più su: da assente lo scorso anno per lavori in corso, al secondo posto.
Interminabile il minuto, uno e non di più, di attesa per sapere chi si era piazzato secondo e, di conseguenza, chi primo. Ha detto Mauro: «È stato un black out per me. Non scorgevo più quello che avevo attorno, tutto buio. In un secondo ho visto passarmi davanti tutta la mia vita. Poi ho sentito dire "Noma" e ho capito di avere vinto. La mia vita? Ho 43 anni, sono nato in Argentina e poi emigrato in Francia».
Tutti i vincitori prima di Colagreco. Fanno ormai parte della Best of the Best, i fuori concorso, tranne il nuovo Noma di Redzepi che, cambiando natura e sede, è rientrato in gioco
Il team vincente del Mirazur di Mentone
La suddivisione per Paesi dei migliori 50: svetta la Spagna con 7 indirizzi, poi Usa con 6 e Francia con 5. L'Italia è fuori dal podio, medaglia di legno con 2 tra i Best, pari merito con tanti altri: Perù (che però brilla di più e ottiene un sesto e decimo posto), Danimarca (anche meglio: secondi e quinti), Messico, Gran Bretagna, Russia (in forte crescita: 13° e 19°), Cina, Giappone e Thailandia
Giancarlo e Riccardo Camanini
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. twitter @oloapmarchi
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose