11-07-2017

Le cattedrali nel deserto del Negev

Mangiare (e bere) bene è possibile anche nell'affascinante e arida zona dell'Israele meridionale. Gli indirizzi da annotarsi

I vigneti della Carmey Avdat Farm, una delle zone

I vigneti della Carmey Avdat Farm, una delle zone più inospitali del deserto del Negev, ma solo all'apparenza

C'è solo un posto, oltre a Tel Aviv, dove potrei davvero vivere, in Israele: il deserto. Perché se non posso avere a disposizione il massimo della movida, l'unica alternativa è la dimensione opposta. Per essere onesti fino in fondo, bisogna dire che il Negev è un mondo vivace e stimolante: le strutture di accoglienza hanno carattere e dal punto di vista enogastronomico c'è da divertirsi.

Beer Sheva è la capitale del Negev, nota per l'Università Ben Gurion, per l'eccellente Centro Medico Soroka e per essere un importante hub tecnologico. E quando si tratta di ristoranti? C'è almeno un posto che vale una sosta culinaria prima di iniziare la discesa nel deserto: The Authentic, un angolo di cucina di casa in cui gustare pite ripiene di prelibatezze di carne, cotte lentamente. I best: polpette e stracotto.

L'avventura vera inizia però dopo aver lasciato Beer Sheva. Il miglior knafeh (dolce mediorientale diffuso in tutto il Mediterraneo) che abbia mai mangiato l'ho trovato alla Kornmehl Farm, arroccata su una collina in mezzo al deserto, affacciata sulle rovine di un'antica fattoria risalente all'età del Bronzo (3.000-4.000 a.C.). Anat e Daniel Kornmehl si sono laureati alla facoltà di Scienze agricole della Hebrew University di Gerusalemme e dieci anni fa hanno fondato la fattoria che porta il loro nome. Daniel ha imparato ad amare e a conoscere i formaggi in Israele e in Francia e oggi li adatta all'ambiente locale per creare interpretazioni personali delle varietà francesi.

Il buonissimo knafeh della Kornmehl Farm

Il buonissimo knafeh della Kornmehl Farm

I due credono che la salute delle loro capre e la qualità del loro latte derivi dall'attenzione costante, dalla qualità della vita e dal cibo che offrono loro nella farm. Le capre vengono munte due volte al giorno e il latte viene lavorato nel caseificio che Anat e Daniel hanno costruito con le loro mani. La Kornmehl Farm è la prima di una serie di strutture che offrono accoglienza nella zona di Sde Boker, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita il fondatore dello Stato di Israele David Ben Gurion.

Sde Boker è anche lo snodo di vari sentieri dell'Israel National Trail e del Bike Trail, per gli amanti del trekking e della mountain bike. Chi si sarebbe mai immaginato di trovare un'interessante wine route nel deserto? Non sono pochi i pionieri delle vigne nel Negev, tutte con produzioni molto limitate, numeri da boutique wineries. Un'azienda da non perdere è Carmey Avdat Farm, dove è sempre possibile chiedere una degustazione guidata dei vini. L'accesso in auto è unico: lasciata la strada principale in mezzo al niente, uno sterrato taglia in due le vigne che appaiono all'improvviso.

Proseguendo verso sud si arriva a Mitzpe Ramon, luogo d'impareggiabile bellezza, una formazione carsica unica in Israele e in tutta la regione che si estende per 360 chilometri quadrati. Tra gli ostelli di charme della rete Israel Hostels, strutture low budget per bikers e backpackers e hotel di lusso, la sosta è accessibile a tutti i tipi di viaggiatori. In città l'offerta culinaria non raggiunge punte di eccellenza, ma un cocktail al tramonto al Lobby Bar del Beresheet Hotel è un ricordo che non si dimentica.

Nei pressi del Mar Rosso, a Neot Smadar, c'è persino un ristorante vegetariano. Si chiama Pundak

Nei pressi del Mar Rosso, a Neot Smadar, c'è persino un ristorante vegetariano. Si chiama Pundak

L'ultima tappa gastronomica da non perdere prima di arrivare al Mar Rosso è nei pressi di Neot Smadar e si chiama Pundak, ristorante vegetariano, caffè e negozio di prodotti biologici locali provenienti dal kibbutz limitrofo. Lo staff dirà che il "must try" del posto è lo yogurt organico di latte di capra fresco senza zucchero e sciroppo di agave, sormontato con sciroppo di datteri e granola. Hanno assolutamente ragione!

Aggiungerei di non tralasciare una porzione di labaneh di capra (a metà strada tra uno yogurt e un formaggio da spalmare) condito con olio extravergine d'oliva e zaatar (miscela di spezie): il migliore che abbia assaggiato. A questo punto il parco archeologico e geologico Timna è a 30 chilometri e non si può non visitare. Solo altri 30 chilometri separano il Timna Park da Eilat, città dal fascino simbolico per la posizione schiacciata tra Egitto e Giordania, affacciata sul Mar Rosso. 


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Fabiana Magrì

Vive tra Israele e Italia – chiamando 'casa' entrambe – dal 2012. Lavora come freelance: giornalista, pr e ufficio stampa. Ama il cibo e il design. È curiosa di tutto

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