Dell’importanza di seguire modelli come quello dettato dalla scuola di Nosco a Ragusa Ibla abbiamo scritto ampiamente: in un paese che difetta di maestri, individuare dei fari autentici è fondamentale per ragazzi che, più che imparare un mestiere, quasi sempre lo orecchiano o scimmiottano in modo laterale. Smessa la parannanza quotidiana tempo fa (e non certo del tutto: il ristorante La Fattoria delle Torri di Modica reca sempre il suo timbro importante), il cuoco Peppe Barone ha investito tutto se stesso all’interno del progetto della sua Scuola Mediterranea di Enogastronomia e i risultati stanno arrivando.
Settimana scorsa, invitati a tenere una lezione ai curiosissimi ragazzi del quarto ciclo (9 provetti chef dei quali 8 siciliani e un toscano) sulla storia della gastronomia e su tutto quello che ruota attorno all’universo di Identità Golose, ci siamo fatti raccontare i dettagli di un progetto importante: la scuola di Nosco è stata chiamata al completo dal governo di Malta a valorizzare l’agricoltura di Gozo, incantevole isola – la seconda per dimensioni dell’arcipelago – dell’ex feudo britannico. Simbolicamente, un importante riconoscimento per Peppe Barone, chiamato a insegnare non solo ai nostri ragazzi ma anche a produttori e ristoratori di un paese altro dal suo.

Il coniglio al cioccolato preparato dagli allievi della scuola di Nosco, in trasferta a Gozo
«Incentivare le logiche agricole di Gozo non è compito facile», ha spiegato Barone, «l’inclinazione alla vita rurale è storicamente profonda ma rimane il problema dell’acqua: piove poco e spesso il dissalatore non basta. La cosa che mi fa più piacere di questo progetto è la rinnovata inclinazione degli isolani a valorizzare le colture autoctone, un fatto inedito per loro. Prodotti interessanti ce ne sono, occorre solo capire come coltivarli e trattarli ai fornelli».
Qualche esempio? «La loro patata, buonissima e particolare: occorre parecchio tempo per cuocerla ma i risultati che dà al palato sono soddisfacenti. Interessanti anche le zucchine verde chiaro, minute. Come tante cucine isolane – pensate a Ischia o Pantelleria – i gozitani hanno la venerazione per il coniglio: per questo, nei menu delle due cene organizzate coi nostri ragazzi abbiamo deciso di cucinare il Coniglio al cioccolato, una ricetta storica siciliana, un tempo riservata alla lepre. Si consumava nella stagione di caccia, tra l’autunno e l’inverno: l’avevo appreso da mio suocero, parte di una famiglia di cacciatori. I maltesi hanno gradito».

Il porticciolo di Gozo, splendida isola 4 km a nord-ovest di Malta, 30mila abitanti
Non solo patate e coniglio: «Abbiamo dato la nostra versione delle Creste di gallo al maialino perché il suino è molto popolare a Malta e dintorni. Da sempre loro consumano fin dal mattino presto insaccati e il prosciutto, un’abitudine di chiara matrice britannica. Gli abbiamo fatto assaggiare anche le nostre ricette siciliane: pane e panelle, i dolci alle mandorle, gli arancini…». Tutto questo, con un lodevole scopo: «Convincerli della bontà di un progetto che rimetta al centro la cultura agricola. Con i contadini che possono diventare i veri protagonisti della terra e della tavola e scoraggiare la febbre da importazioni: al 90% occorre mangiare quello che ti dona la terra che hai attorno». L’esperienza gozitana «E’ stata fondamentale perché i nostri ragazzi l’avranno ben fissata nella memoria. La memoria è tutto».