01-06-2025

Il ritorno del Mercato Isola a Milano, tra vini artigianali, tonkatsu e pancakes

Il riscatto dopo le disavventure dello scorso anno: il mercato meneghino di Piazzale Lagosta sta trovando il suo ritmo, e forse anche il suo pubblico. Noi abbiamo testato alcune insegne meritevoli: Celeste, Katsusanderia e Panfuwa

Il Mercato Isola di Piazzale Lagosta, nel quartier

Il Mercato Isola di Piazzale Lagosta, nel quartiere Isola di Milano. Dopo molti e grossi problemi, si sta affermando anche come luogo easy del mangiarbene

C’è stato un tempo in cui il Mercato Isola sembrava destinato a un triste finale. E in effetti, quel finale è arrivato: il mercato è stato coinvolto in un'indagine giudiziaria che ha rivelato infiltrazioni mafiose in alcune attività, portando all’arresto di diverse persone e al sequestro di alcune imprese. Di conseguenza, il mercato ha subito una temporanea chiusura. Ma oggi qualcosa è cambiato. Con la nuova gestione affidata a Paolo Colapietro, è rinata la consapevolezza che questo luogo aveva ancora molto da offrire. Oggi, nelle ore di punta, il mercato si anima: pause pranzo affollate, aperitivi con tavoli pieni, voci che rimbalzano sulle mura anni ’50. Anche qui, Milano si è risvegliata.

Il Mercato Isola, in via Pastrengo, è insomma diventato un punto di riferimento per chi lavora in zona e per chi è disposto a farsi una passeggiata pur di mangiare qualcosa di interessante. Dentro, il mix è curioso: un po’ food court internazionale, un po’ piazza di quartiere reinventata. Non tutto è perfetto, ma c’è sostanza. E oggi il contenitore sembra finalmente alla misura dei contenuti.

 

CELESTE

Uno degli indirizzi più riusciti è Celeste, vineria aperta da pochi mesi ma già con clienti abituali. La proposta è artigianale (per non dire naturale), com’è ormai consuetudine nelle nuove vinerie milanesi. Ma la differenza la fanno le scelte: una carta equilibrata, senza eccessi e con prezzi che restano miracolosamente umani. Con meno di 30 euro si può condividere una bottiglia onesta e ben scelta. Non solo Italia, ma anche tanto altro come Spagna e Francia. Come l’Aphrodite 2022 di Les Bois Perdus che abbiamo bevuto: Vin de France, Syrah e Grenache. Vivo e vivace, come il locale che a una certa ora piazza un piccolo dj set e si trasforma in una piccola festa controllata. Un posto accessibile, dove bere bene senza esagerare. Missione compiuta.

 

KATSUSANDERIA

A pochi passi, la Katsusanderia è diventata un piccolo cult per gli amanti del tonkatsu: shokupan giapponesi ripieni di maiale fritto, serviti con precisione e gusto. Formula smart, qualità alta, atmosfera rilassata. Funziona sempre, soprattutto quando hai voglia di qualcosa di diverso ma non troppo complicato. La spesa si aggira tra i 10 e i 15 euro. Il Katsusando Classico, con shokupan e lonza di maiale fritta, è bello ricco, senza difetti. Il risultato è pop, veloce e felice. Ma siate pronti a sporcarvi le mani.

 

PANFUWA

Infine, per chiudere il giro, vale la pena fare una deviazione da Panfuwa. È il lato dolce del mercato, con una proposta ispirata alla pasticceria urbana giapponese: 8-10 euro di spesa per provare dei fluffy pancakes che sembrano disegnati a mano. Soffici, altissimi, serviti con cura e presentati come piccole opere pastello. Noi abbiamo scelto il Classico, con burro al miele, zucchero a velo, panna e sciroppo d'acero. Non è un’esperienza che rivoluziona l’esistenza, ma è ben fatto, piacevole e con una cura che si nota. Ideale per una merenda con leggerezza e un tocco di colore.

 

Il Mercato Isola oggi è un buon punto di partenza. Non è ancora a pieno regime, ma l’impianto funziona. L’offerta enogastronomica è interessante e l’atmosfera è quella giusta. Se continuerà a crescere senza perdere autenticità, potrebbe diventare davvero un punto di riferimento stabile, non solo per chi lavora in zona. Intanto, merita una visita. E magari anche una seconda.

E poi c’è il dehors che affaccia sui binari: un angolo surreale, dove brindare mentre passano i tram. Romanticismo meneghino.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Stefano Montibeller

di

Stefano Montibeller

classe ’91, metà trentino e metà comasco, con base a Milano. Laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, degustatore certificato Wset con un master in critica enogastronomica. Ex buyer alimentare, ora prova a raccontare il cibo e il vino, la sua vera passione. Preferisce gli artigiani del gusto alle mode gourmet. Anche se, diciamolo, cibo e vino devono anche divertire... Cinico? Sì. Cattivo? No

Consulta tutti gli articoli dell'autore