Bencò da qualche mese ha cambiato veste: si è spogliata dei fronzoli gourmet per un ritorno alla tradizione verace, quella gustosamente calabrese. E la scelta di questo cambio di registro, senza però tradire la sua vocazione che è quella di una materia prima originale e originaria, è stata vincente, perché come sottolinea lo stesso titolare, Manuel Bennardo, originario di Rossano Calabro (Cosenza): «in questo modo ritrovo e faccio conoscere quella Calabria che ha il sapore di casa». E proprio sul sapore che si qui si vince la partita. Qui le ricette della nonna non sono una formula da storytelling, ma tutte autentiche e capaci di far scattare l'effetto amarcord per tanti calabresi che vivono nella Capitale (come è successo a chi scrive), così come per molti altri commensali sono la finestra su una terra dalla grande biodiversità agroalimentare e una cultura ancestrale e rituale del cibo.
Bencò prima e dopo
Quando Bencò apre in via Fabio Massimo 101, nel quartiere Prati di Roma, sceglie di raccontare una Calabria di eccellenza attraverso materie prime di qualità e una cucina moderna, orientata verso un fine dining dai sapori audaci. E lo ha fatto anche bene visto il riconoscimento in Guida Michelin ottenuto tra il 2023 e 2024. Ora il Bencò gourmet prima maniera lascia spazio a questo nuovo format che prende il nome di Bencò - Osteria Calabrese, dove tutto parla di Calabria in una nuova dimensione: dal menu ai pezzi di arredo, quasi da museo contadino, passando per una carta dei vini di gran pregio interamente dedicata all'intero territorio e unica su Roma.
Cosa e come si mangia da Bencò
Una cucina semplice, immediata, che nasce da una serie di materie prime che sono vere ambasciatrici del territorio. Una cucina che sa raccontare non una, ma cento storie diverse e lo fa anche con le Bontà del mese, un fuori menu mensile, dove compaiono in base ai vari periodi dell'anno dei piatti speciali come il Morzello, ovvero la trippa alla catanzarese (e per chi la conosce sa che è una vera bontà), i porcini della Sila, la Cotoletta Calabrese o la Gelatina di maiale. Imperdibili le bruschette con la sardella crucolese servita con un giro di olio extra vergine d'oliva dei Fratelli Renzo o la 'Nduja di spilinga calda da spalmare sui crostini di pane, non mancano le polpette sia quelle della nonna al sugo, che quelle di melanzane ma qui rivisitate in formato stecco e ovviamente presenti anche le patate della Sila, per il re dei contorni patati e pipi (che potrebbe essere un secondo piatto a tutti gli effetti se siete vegetariani).
Altra tipicità che merita l'assaggio sono le
Alici scattiate, anche queste secondo i dettami della nonna di
Bennardo e tipiche proprio della sua Rossano. Arriviamo ai primi e qui il gioco si fa serio con la
Stroncatura alici capperi olive, un piatto dal sapore intenso e di gran carattere, si tratta di una ricetta antica che arriva dalla zona di Gioia Tauro e che riporta in vita un formato di pasta contadina, fatto alle origini con gli scarti della molitura – crusca, semola, sfarinati di segale e farro, farina di orzo. Da qui si otteneva una pasta più scura rispetto a quella di grano duro e più acida, oggi invece si fa con la segale e il grano saraceno, ma il condimento è rimasto lo stesso.

Stroncatura alici capperi olive
Sempre per rimanere legati alla tradizione pura in menu troviamo anche lo
Spaghettone "alla corte d'assise" tipico piatto della Costa dei Gelsomini, inventato da uno chef nel 1958 a Marina di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria) per un magistrato, semplicissimo e fatto con solo pomodoro, pecorino e peperoncino e poi in carta c'è anche il
Risotto di Sibari con frutti di mare e bergamotto, che vanta un riso calabrese al 100%, coltivato nella omonima Piana. In carta trovano spazio anche qualche primo piatto della tradizione romana, un omaggio alla città ma sempre proposti con una licenza poetica che fa rima con
'Nduja e che a quanto ci dice lo stesso
Manuel pare ha convinto anche i romani più scettici. Il menu spazia tra terra e mare e dal nord al sud della regione, prediligendo ingredienti poveri e più caratteristici, come succede con il maiale, la trippa e il baccalà o le alici.
Per la carne la scelta va sulla
Costata di Manzo Podolico dell'azienda
La Sulla che alleva allo stato brado (
ne abbiamo parlato qui). Il viaggio si conclude con i dolci e anche qui le aspettative non sono tradite:
Tartufo di Pizzo e
Cullurielli tra i dolci in carta che meritano attenzione. Il primo gelato e prodotto tipico della pasticceria calabrese nato a Pizzo Calabro, i secondi delle ciambelle fritte a base di patate e farine servite con una crema di nocciola.
Unica carta dei vini su Roma interamente dedicata
Anche la carta dei vini parla calabrese. Bencò è tra i pochi ristoranti di Roma, se non l'unico, ad aver costruito una carta dei vini interamente dedicata alla Calabria con l'obiettivo di far conoscere e valorizzare l'enologia calabrese, che negli ultimi anni sta facendo parlare molto di sé ed è cresciuta in qualità. Cosa che è stata premiata anche di recente dalla manifestazione capitolina Beviamoci Sud, che ha definito Bencò Ambasciatore dell'enologia calabrese a Roma. Una carta dei vini che esplora l'intera regione e mette insieme tutte le zone di produzione della Calabria, dal Cirò che è quella più conosciuta, alla Costa degli Dei terra di Zibibbo e Magliocco Canino, passando per l'area grecanica con il suo Mantonico o il Greco di Bianco, toccando poi la zona del Savuto e l'area della doc Terra di Cosenza con il Magliocco dolce, il Pecorello. Una rappresentazione e un racconto puntuale, che dà la possibilità di avvicinarsi ai vini di questa terra ancora troppo poco conosciuti. Una carta a suo modo coraggiosa a Roma, che vuole essere un primo capitolo, un momento di avvicinamento a quei vignaioli che stanno crescendo in produzione e qualità.
Bencò, Osteria Calabrese
via Fabio Massimo 101
Roma
+39.333.8637135
Chiuso l'intero lunedì