Roma, 1914. Una data che segna l'inizio di una delle storie gastronomiche più celebri e autentiche della Capitale. È proprio qui, in Via della Scrofa, che Alfredo Di Lelio rileva l'Osteria di Vino e Cucina, dando vita a un ristorante che sarebbe divenuto un simbolo di Roma e della cucina italiana nel mondo. Il piatto che consacra per sempre Alfredo alla Scrofa nel cuore di molti di noi è un omaggio d’amore: le Fettuccine burro e Parmigiano Reggiano. Un piatto creato da Alfredo per la moglie inappetente dopo il parto, che ha segnato la storia non solo della ristorazione romana, ma della gastronomia internazionale.

La tavola di Alfredo alla Scrofa
Quella che nasce come una semplice ricetta di pasta diventa ben presto un’icona, grazie alla sua semplicità, alla qualità degli ingredienti e, soprattutto, alla tecnica unica della mantecatura. E, se le
Fettuccine Alfredo sono conosciute in tutto il mondo, è grazie alla passione, alla dedizione e, in un certo senso, all'arte del “mantecatore”: una figura fondamentale, oggi al centro del progetto di
Mario Mozzetti, l'attuale proprietario del ristorante.
Mario Mozzetti, classe 1963, è cresciuto tra i tavoli del ristorante, avendo ereditato non solo l’attività familiare ma anche la cultura del mantecare, ovvero il gesto che trasforma una pasta qualunque in una creazione gastronomica che emoziona. Quasi quaranta anni di gestione lo hanno visto, letteralmente, danzare tra burro e Parmigiano, affinando quella che è una vera e propria performance culinaria, che ancora oggi stupisce e incanta.
«Il mantecatore non è solo colui che mescola gli ingredienti, ma è un artista. La mantecatura è un gesto che diventa danza, una coreografia che unisce gli ingredienti in armonia», mi spiega Mozzetti, uomo d’istinto, appassionato e appassionante. «La pasta si trasforma in qualcosa di straordinario grazie a quel movimento, che non è solo tecnico ma un vero e proprio atto d’amore.»

L'ingresso di Alfredo alla Scrofa
Le
Fettuccine Alfredo non sono mai cambiate nel tempo: gli ingredienti, la tecnica, il movimento, sono sempre gli stessi, uguali a se stessi. Il burro di montagna delle colline emiliane, il Parmigiano Reggiano di 24 mesi e le fettuccine, tirate sottilissime che cuociono in 30 secondi, sono i segreti che rendono questa ricetta unica, ma è il gesto della mantecatura che fa la differenza. Il piatto, preparato davanti al cliente, diventa quasi una performance teatrale, con il mantecatore che danza con il cucchiaio e la forchetta, miscelando con cura ogni ingrediente per creare una crema perfetta.
Alfredo alla Scrofa non è solo un ristorante, ma un simbolo della tradizione gastronomica romana. Il progetto di Mario Mozzetti è quello di preservare questa tradizione e allo stesso tempo, guardare al futuro, con un’idea innovativa: l’Accademia del Mantecatore. Una vera e propria scuola dove, per la prima volta, sarà possibile formarsi per diventare esperti nella tecnica della mantecatura. «Vogliamo trasmettere questa arte ai giovani, perché la figura del mantecatore è fondamentale per mantenere viva la nostra tradizione», sottolinea Mozzetti, che ha visto la sua passione per il piatto crescere e diventare un brand riconosciuto a livello internazionale.
La sua sfida oggi è quella di coniugare la storicità con il futuro, preservando l’essenza della ricetta ma introducendo nuove modalità di servizio, sostenibilità e tecnologia. «Abbiamo sempre cercato di migliorare l’esperienza del cliente, anche attraverso la tecnologia. Siamo pionieri in questo settore, vogliamo che ogni piatto servito rappresenti la nostra passione per la cucina e per il nostro territorio.»

La sala da pranzo di Alfredo alla Scrofa
La storia di
Alfredo alla Scrofa è costellata di aneddoti straordinari. Negli anni '20, due star di Hollywood,
Mary Pickford e
Douglas Fairbanks, durante il loro viaggio di nozze a Roma, assaggiarono le fettuccine e se ne innamorarono. Tornati negli Stati Uniti, inviarono ad
Alfredo Di Lelio due posate d’oro con una dedica speciale. Da allora, il ristorante divenne meta di celebri personaggi del cinema, della politica, della letteratura e dello sport.
«Abbiamo ricevuto in questi anni centinaia di dediche e firme di personaggi illustri, che oggi possiamo raccontare grazie alla digitalizzazione del nostro archivio storico. Il nostro sito, che verrà lanciato nel 2025, permetterà a tutti di vivere questa storia unica, sfogliando libri di firme e fotografie che testimoniano la grandezza del nostro ristorante», afferma Mario Mozzetti.
Nonostante la modernità e l’evoluzione, Alfredo alla Scrofa rimane ancorato alla tradizione. Il piatto delle Fettuccine Alfredo è ancora oggi il protagonista assoluto, servito con la stessa passione di sempre, mentre la cucina romana e nazionale completa l’offerta gastronomica, con piatti storici come la Polpetta di bollito, i Carciofi alla romana e alla giudia e il Maritozzo con la panna fatto in casa.
Nel cuore della Capitale, in un ambiente elegante e senza tempo, il ristorante continua a portare avanti la sua missione: diffondere la cultura italiana attraverso il piatto che ha conquistato il mondo. E come sottolinea Mozzetti, «Ogni tavolo qui è un racconto, ogni piatto una storia che continua a vivere. Le fettuccine Alfredo non sono solo un piatto, ma un simbolo di un amore che si rinnova ogni giorno.»
Alfredo alla Scrofa non è solo un ristorante: è una leggenda viva che, tra tradizione e innovazione, continua a scrivere la sua storia, un piatto di fettuccine alla volta. Circa novemila al mese. Trecento al giorno.
Alfredo alla Scrofa
Via della Scrofa 104/a - Roma
Tel. +39 06 68806163
Aperto tutti i giorni sia a pranzo sia a cena
Prezzo medio: 50 euro bevande escluse