Joca. Gioca.
Chi non lo fa – perché schiavo di quello che il capoluogo partenopeo rappresenta in fatto di ristorazione – si perde una bella partita. Gianluca D’Agostino, classe ’77, dopo la più che produttiva esperienza al Veritas di Stefano Giancotti, si è messo in proprio. Con un progetto che ci ha spiazzato parecchio.

Lo chef irpino Gianluca D'Agostino
Ma soprattutto che ci è piaciuto. Intanto, il locale. Con sua moglie Mariagrazia Matteis - che nella vita fa l’architetto - Joca è stato pensato con approccio nordeuropeo. Colori tenui, materiali naturali, illuminazione non improvvisata, tutto va a favore del benessere dell’ospite. Il risultato, sì, è molto hygge e meno napoletano verace. Grande bancone di benvenuto, cucina a vista, tavoli e divani. Gianluca D’Agostino nel suo JOCA ha messo da parte qualsiasi schema e allora giochiamo.
Un luogo pensato senza istruzioni d’uso.
Te lo vivi come vuoi, seduto al bancone del bar per un cocktail o un calice di Champagne, a tavola se cerchi privacy; comunque sia c’è tutta l’informalità che ancora facciamo fatica a immaginare dalle nostre parti, ma che nel resto del mondo è sinonimo di nuovo lusso. E si chiama libertà.
Nel menu si legge “pazzo chi joca e pazzo chi nun joca”. Non servono traduzioni: è un invito napoletano alla leggerezza, da parte di uno chef d’esperienza, a quanto pare pieno di sogni e nuovi obiettivi. Per noi è stata una rivelazione: abbiamo scoperto che Gianluca D’agostino “lo disegnano così”, serioso e distaccato, mentre da vicino schiude un calore umano autentico, un desiderio contagioso di fare la differenza. Di sicuro gli abbiamo letto negli occhi la realizzazione del sogno di una vita, una nuova fiaba da raccontare nella sua amata Napoli.
E allora Joca, ristorante e tapas bar in un unico, grande ambiente. Menu sintetico, al contempo appagante. Ci sono i cavalli di battaglia dello chef con proposte pop svincolate da qualsiasi etichetta. Non c’è suddivisione tra antipasti, primi e secondi: un piatto è un piatto, sarà l’ospite a scegliere come goderselo. Ma certo che ci sono omaggi alla cucina napoletana, non sia mai. Così come c’è l’Irpinia che a D’Agostino ha dato i natali. Abbiamo assaggiato più proposte a base di pesce, carne e vegetali saltando i primi che, solo per rassicurare, ci sono eccome.
I nostri assaggi.

Millefoglie di patate con maionese alle erbe e peperone crusco
Subito dopo Radicchio brasato con arancia, pepe rosa e mandorle, e Cavolfiore speziato arrosto e noci.
Tutti giocati sul mono-vegetale protagonista e gestiti con pienezza di gusto.

Porchetta di coniglio con puntarelle e colatura di alici

Animella di vitello con puntarelle, maionese di lupini baccello e bottarga di muggine
Poi un tuffo al mare con Spigola e porri arrosto, ‘spasso’, maionese di pesce e capperi: lo ‘spasso’, in questo caso, è inteso come il famoso misto di frutta secca portato a tavola, anche dopo pasti luculliani, per chiacchierare e continuare a divertirsi.
Mazzancolle con pizza e minestra, brodo di prosciutto e limone è un omaggio all’Irpinia. Piatto della tradizione rivista con grande charme e quella che lui chiama pizza, in realtà è polenta.

Mazzancolle con pizza e minestra, brodo di prosciutto e limone
Ingredienti diversi, ma la matrice è una e riconoscibilissima. La materia prima sempre al centro, costellata di accessori freschi, dolci, acidi, utili ad arrotondare e, più spesso, a stuzzicare il palato generando sapori nuovi.

Il Piccione arrosto con more, carote e rafano è stato un gran finale dalla cottura impeccabile.

Crostatina meringata al limone, basilico e gin per chiudere in dolcezza
Anche sul vino si Joca, per cui lasciatevi andare e giocate con loro.
Due i menu proposti: uno dedicato alle tapas, l’altro al ristorante. In più, ci sono due percorsi degustazione: il menu Joca da 5 portate, costo 75 euro (vini esclusi), e il menu Pazzo con 7 portate da scoprire al momento, costo 100 euro (vini esclusi).
JOCA Ristorante e Tapas Bar
Vico Sospiri 10b / 10c
Napoli
+39 081 3356376
Aperto da mercoledì a domenica dalle 18.30 alle 23.00
www.jocarestaurant.it