29-08-2023

Ritorno in Lucania: storia di Dario Amaro, che ha lasciato un 5 stelle alle Maldive per Maratea

Il suo ristorante si chiama Lanterna Rossa: dopo aver assecondato la sua voglia di scoperta e conoscenza, lavorando in giro per il mondo, il cuore lucano ha avuto la meglio

Il percorso professionale di Dario Amaro parte dal

Il percorso professionale di Dario Amaro parte dalla Sartoria Gastronomica di Bologna e continua con il Santavenere Hotel di Maratea. Nel 2016 è a Londra al South Kensington Club e poi nella cucina del Rigò, ristorante dello stellato Gonzalo Luzarraga. Per quattro stagioni consecutive è responsabile per la cucina italiana al Velaa Private Island, alle Maldive

Classe 1990, Dario Amaro è un giovane chef nato a Maratea, in quell’unico fazzoletto di terra lucana che fa capolino tra Calabria e Campania con le rocce a strapiombo su un mare mozzafiato e la statua del Cristo Redentore che domina il paesaggio dal punto più alto del monte San Biagio giù a picco fino alle luci del porto.

Sarà per il suo spirito da viaggiatore, sarà per la bellezza del panorama, sarà per quella terrazza affacciata sul tramonto che già da lontano fa venir voglia di sedersi a tavola, ma è proprio qui, sulla piazzetta del porto, in quella che un tempo era una casa di pescatori, che Amaro sceglie di inaugurare nell’estate del 2021 il suo ristorante: Lanterna Rossa – Dario Amaro, una targa firmata come a voler dire “io vivo qui, questa è la mia casa”. Una casa che è un ritorno alle radici, alla terra della fanciullezza, una scelta coraggiosa, per nulla scontata, dopo anni di viaggi in giro per il mondo e una carriera consolidata come head chef alle Maldive.

In passato c’era già stata qualche incursione estiva, alternata al periodo di lavoro al Velaa Private Island, che si era concretizzata nell’esperienza di Cala del Citro, a Marina di Maratea, dove lo chef è presente da executive per tre estati consecutive a partire dal 2018, ma con l’apertura di Lanterna Rossa Dario sancisce la scelta di tornare e di calare l’ancora, senza però abbandonare il lavoro all’estero nel periodo in cui il freddo invernale si fa più rigido e il ristorante sul porto resta a riposo.

Nell’idea di fine dining dello chef c’è, prima di tutto, la chiara volontà di rendere omaggio ai sapori e ai profumi della sua Maratea nel rispetto quasi sacrale della materia prima, mai falsata o stravolta, ma sempre accompagnata e nobilitata dalla scelta sapiente e razionale di ogni singolo ingrediente che concorre a esaltare il gusto senza mai eccedere in pecche narcisistiche o accostamenti sensazionalistici.

Sashimi di lampuga

Sashimi di lampuga

È mantenendo una rotta chiara che la cucina di Dario Amaro solca il mare della tradizione e si lascia ispirare dai venti dell’innovazione in un’ottica di ricerca continua che mescola il nostrano all’esotico; e allora se il pescato del giorno è il punto di partenza, l’esperienza internazionale è la leva con cui la tradizione travalica i suoi confini per mescolarsi a suggestioni che provengono da lontano: ecco quindi il Sashimi di lampuga rinfrescato da salsa alle bacche di goji, la dolcezza della Capasanta insaporita dalla pancetta croccante di maialino lucano e taccole, i sapori del mare esplodono autentici nello Spaghettone Graziano ai ricci, memorabile, con soffiato di lattuga di mare (le alghe che si trovano accanto ai ricci sugli scogli), ritorna il pescato con il Tonno rosso locale accompagnato da una variazione di zucchine; chiude il pasto una dolce commistione di Italia e Regno Unito in una Lemon Curd Tart perfetta, a base di limoni di Maratea.

Spaghettone Graziano ai ricci

Spaghettone Graziano ai ricci

Il fil rouge di ogni portata si esprime in un equilibrio senza sbavature, la mano è delicata, perfettamente calibrata nel gioco dei sapori, dove tutto ha senso e nulla è lasciato al caso o al mero estetismo esibizionistico. Dario Amaro è un giovane talentuoso che non pecca d’ingenuità, né di quella smania di protagonismo a tutti i costi che rischia, ahimè spesso, di riempire un piatto solo di fumo, quando non addirittura di nulla.

Tonno rosso locale con variazione di zucchine

Tonno rosso locale con variazione di zucchine

Nota di merito: nella sala interna la cucina è a vista, separata da un grande vetro che protegge gli ambienti di lavoro e permette a tutti gli ospiti di godere della vista delle preparazioni in tempo reale; per chi vuole un’esperienza ancora più ravvicinata è possibile accomodarsi direttamente sul bancone in appoggio alla vetrata.

Lemon Curd Tart

Lemon Curd Tart

Seconda nota di merito: in sala una ricca, elegante e preparata presenza femminile che accompagna con garbo, cura e attenzione ogni gesto del servizio. Al resto ci pensano le luci del porto che si riflettono come piccole fiammelle sul mare scuro della sera.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Maria Vittoria Sparano

laureata in Lettere Classiche, sommelier professionista con esperienza in importanti sale stellate come quella di Villa Crespi, affascinata dall'enogastronomia, ha collaborato con i più importanti e-commerce italiani di vino, è sempre alla scoperta di piccoli produttori di grandi vini. Libro preferito: l'Isola di Arturo. Vitigno preferito: il Fiano. Piatto preferito: gli arancini di nonna Maria

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