18-07-2023

Veritas, nuovo look e tante idee per il ristorante "sospeso" di Napoli

Un design rinnovato e un'anima ancora più partenopea per il ristorante di Stefano Giancotti. E in cucina, Carlo Pina arricchisce il menu di stimolanti espressioni contemporanee

Antonio Serrao, Carlo Spina, Diana Dellagrottella

Antonio Serrao, Carlo SpinaDiana Dellagrottella Alfredo Raucci, pilastri di sala e cucina al ristorante Veritas di Napoli, patron Stefano Giancotti

Si è rifatto il look il Veritas, il fine dining di Napoli, dove il patron Stefano Giancotti ama riportare una cultura partenopea ricercata, non invadente, piuttosto discreta e raffinata. Il nuovo design è stato curato da Carlo Olivari, architetto che incarna appieno questo modo di pensare e sentire la città ai piedi del Vesuvio, quindi in piena intesa con il padrone di casa. E l’estetica dei diversi ambienti ci ha realmente guadagnato, riuscendo a dare eleganza e carattere, sottraendo più che portando altre cose, conquistando stile nel gioco di colori ocra e blu indaco intenso.

In cucina intanto è arrivato Carlo Spina, chef a sua volta molto nelle corde con il progetto Veritas, anche se si è preso il giusto tempo per distaccarsi dallo stretto legame con la cucina napoletana, arricchendo il menu di espressioni contemporanee, che viaggiano intorno al Mediterraneo. Nome noto e amato in città, seguito con entusiasmo dai napoletani, e ora, grazie alla capacità del Veritas di attrarre i turisti, riesce bene nell’intento di parlare una lingua del gusto che vada oltre gli stretti confini territoriali, divertendo e incuriosendo lungo l’intero percorso degustazione.

Napoli sta vivendo un periodo magico, di grande interesse per i viaggiatori del mondo, curiosissimi di conoscerla nella sua molteplicità di anime e sedotti dalla bellezza dei luoghi, unitamente alla vivacità della sua gente. Pienone negli alberghi e tra le strade del centro – ecco che Veritas offre l’opportunità di uscire dai luoghi affollati e centralissimi, pur rimanendo in città. Sarebbe meglio dire “sospesi sulla città”, perché corso Vittorio Emanuele è in zona collinare, pur essendo in centro, e oltre il caos dei circuiti più frequentati. Panoramicissima fino a togliere il fiato, da qui con lo sguardo si riesce a intendere appieno che Napoli è fatta a strati, in ripida discesa verso il mare, compressi in uno spazio stretto, eppure di grande armonia di forme e idee intraprendenti, indispensabili per fruire al meglio della vita e delle sue difficoltà. Proprio in prossimità del Veritas, si dirama la lunga scalinata puntellata di case di tutti i tipi che raggiunge, dopo un lungo percorso, la marina e il lungomare.

Gambero in cevice, lingua di vitello, senape, misticanza con dressing allo yogurt e mela verde

Gambero in cevice, lingua di vitello, senape, misticanza con dressing allo yogurt e mela verde

Carpaccio di merluzzo con fettucce di calamaro, lattica, zucchine e estratto di zuppa di pesce

Carpaccio di merluzzo con fettucce di calamaro, lattica, zucchine e estratto di zuppa di pesce

Cappelletti di stracotto di agnello, con piselli, provolone del monaco, fondente di cipolla novella e curry

Cappelletti di stracotto di agnello, con piselli, provolone del monaco, fondente di cipolla novella e curry

E il mare è una costante nei piatti di Carlo, insieme ai prodotti della terra vulcanica. Sono tre i menu degustazione, oltre la possibilità di ordinare à la carte. “Cinque” Iniziale con 5 portate a scelta dello chef a 80 euro, “6” armonia a 100 euro, “7” Sensualità a 160 euro. Il wine pairing è curato con professionalità da Alfredo Raucci, mai scontato, anzi, divertente e stimolante nella scelta di etichette italiane e estere condotta con ricercatezza e grande curiosità.

Stuzzico è l’aperitivo di benvenuto con tonno tataki, caponativa estiva e vinaigrette al pomodoro, al quale il sommelier ha abbinato champagne Grand Cru Brut Tradition Charled Hubert. Fresco e dinamico nei sapori il primo antipasto: gambero in cevice, lingua di vitello, senape, misticanza con dressing allo yogurt e mela verde.

Pluma di maiale iberico, con salsa di papaccelle gialle e verdi, peperoncini verdi ripieni di animelle

Pluma di maiale iberico, con salsa di papaccelle gialle e verdi, peperoncini verdi ripieni di animelle

La sala rinnovata

La sala rinnovata

Delicatissimo e elegante, Mediterraeo, il secondo antipasto che vede il carpaccio di merluzzo con fettucce di calamaro, lattica, zucchine e estratto di zuppa di pesce. Il culto tutto partenopeo della pasta mista è protagonista del primo, con ragù di crostacei cotti e crudi, salsa al basilico e plancton. Perfetti e guduriosi i Cappelletti di stracotto di agnello, con piselli, provolone del monaco, fondente di cipolla novella e curry.

Molto terragno e goloso anche il secondo: Pluma di maiale iberico, con salsa di papaccelle gialle e verdi, peperoncini verdi ripieni di animelle. Sa di estate il dessert, gioioso e leggiadro, Semifreddo allo yogurt, lampone fermentato, ananas marinato, gel al cocco, coulis al mango e finger lime. Abbiamo notato con piacere l’efficienza della sala e il lavoro condotto in armonia tra le varie figure, alla guida di Diana Dellagrottella, un valore aggiunto notevole.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Marina Alaimo

di

Marina Alaimo

nata a Napoli, è giornalista, sommelier e degustatrice Onaf, oltre che di vini ovviamente. Wine & food writer

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