09-06-2023
L’annuale Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano, curato da Roberta Garibaldi (professore di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo, vicepresidente del Comitato Turismo dell'Ocse e già amministratore delegato di Enit – Agenzia Nazionale del Turismo) evidenzia anche nella sua edizione 2023 - presentata nei giorni scorsi presso il palazzo del Touring Club Italiano a Milano - la centralità, le sfaccettature e le nuove potenzialità della cucina, del territorio e delle materie prime, anche dal punto di vista dell'attrattività turistica.
L’enogastronomia è tra i principali driver che sostengono l’immagine del Belpaese a livello mondiale, insieme alla moda ed al turismo. Questa reputazione positiva è certamente da stimolo nel far considerare l’Italia fra le migliori mete per un viaggio a tema enogastronomico, come peraltro evidenziato da ricerche recenti. Secondo Inspektour (2021), la Penisola figura, infatti, come destinazione preferita sia presso mercati europei di prossimità – in primis i Paesi germanofoni – che d’Oltreoceano. Ciò, in un sistema turistico globale che richiede una sempre maggiore immersione attiva nella vita e nelle tradizioni delle comunità locali.
Roberta Garibaldi ospite qualkche tempo fa a Identità Milano
Il turista è informato e innovativo. Secondo il Rapporto, vuole fare attività nuove e a contatto con la natura e i prodotti locali (foraging, cantine, birrifici, frantoi, caseifici, salumifici, acetaie, miele, tartufaie...) con offerte diversificate in un mix fra cultura, divertimento, benessere, food & wine. Il 71% dei turisti italiani vorrebbe trovare spesso menu con ricette che fanno bene alla salute e a questo proposito la dieta mediterranea può diventare un elemento connotante, se adeguatamente trasmesso e valorizzato.
Continua la crescita dei viaggiatori italiani che hanno compiuto almeno un viaggio con principale motivazione legata all'enogastronomia: sono il 58% nel 2023, un valore superiore di 37 punti percentuali rispetto al 2016. In termini assoluti, si stima siano circa 9,6 milioni
Oltre all'importante nicchia dei grandi chef, pure la tavola tipica sta aumentando il proprio bacino di clientela che ricerca le tradizioni e l’identità locale, legata agli artigiani del gusto in simbiosi con il territorio. È un altro patrimonio da tutelare sia per gli elementi tangibili (il prodotto) che quelli intangibili (ossia quell’insieme unico di conoscenze, competenze, metodi, ricette, valori) usati e tramandati di generazione e generazione. «Il coinvolgimento e la fidelizzazione della clientela e del turista - spiega Roberta Garibaldi nel Rapporto - richiede una rivisitazione del marketing di prodotto e territoriale, un intelligente utilizzo di tutti i canali multimediali e una innovazione dei servizi, da differenziare in modi attraenti».
Sempre secondo l’indagine della European Travel Commission, nel corso dell’estate 2023 saranno circa 5,5 milioni di europei che viaggeranno con motivazione principale l’ enogastronomica. E cercheranno esperienze a tema al mare, in montagna, in città di arte e cultura o in zone rurali.
Unico neo, in un quadro stimolante e di grande opportunità per le imprese, resta ancora il divario fra l’interesse e la domanda e l’effettiva organizzata fruizione, spesso poco diversificata o poco accessibile e velocemente prenotabile (in tutti i diversi canali di comunicazione e di vendita). Anche per le esperienze di turismo enogastronomico l’ideale sarebbe - nota la Garibaldi - creare un sistema in grado di dare risposte immediate: «Poterle trovare velocemente e prenotarle in cinque minuti, come si fa con un ristorante». Gli ulteriori obiettivi devono essere poter fidelizzare il turista o il cliente del momento, e lavorare sulla diversificazione dell'offerta attraverso format innovativi e itinerari specifici e attrattivi (gusto & arte; gusto & archeologia; gusto & orto...), da promuovere anche all’estero.
«Dentro ad ogni piatto c’è un paesaggio – ha dichiarato Rossano Pazzagli, professore di Storia Moderna all'Università degli Studi del Molise, in un commento in conferenza – Uscendo dal ristorante, si deve avere la voglia e l’idea di andare a visitare quello che si è mangiato, con tutti i sensi, olfatto compreso. Che per ora, non è digitale».
È intervenuto anche Giorgio Palmucci, membro del consiglio direttivo di Federturismo e vicepresidente di Confindustria Alberghi: «I governanti approntino un piano nazionale per il turismo enogastronomico, come hanno già fatto altri Paesi, come la Spagna, peraltro nostro diretto concorrente. L’identità enogastronomica è uno dei pilastri fondamentali del Made in Italy. Sarà uno degli aspetti sul quale costruire il turismo del futuro anche in luoghi e realtà meno conosciuti».
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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Giornalista professionista dal 2004, da sempre curiosa di conoscere, vivere e raccontare gli stili di vita e le arti umane, di incontrare i personaggi più interessanti della tradizione e delle innovazioni. Al centro, le tendenze e gli habitat di moda e di design, il benessere olistico, il gusto che crea emozione
L’unione fa la forza. Alla Bit i protagonisti di Puglia, Identità e storie di gola: Michele Emiliano, presidente Regione Puglia, Gianfranco Lopane, Assessore al Turismo, Sviluppo e Impresa turistica Regione Puglia, Aldo Patruno, direttore Dipartimento Cultura e Turismo Regione Puglia, Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione, Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità Golose, Domingo Schingaro executive chef del ristorante Due Camini di Borgo Egnazia e Serena Brandi, Responsabile ufficio prodotto turistico della Direzione generale
Il Food & Wine Tourism Forum si sviluppa nell’arco di un mese, dal 1° giugno al 1° luglio, con cinque appuntamenti di conference dedicate alla visione e declinate in base ai topic e con un ciclo di webinar formativi focalizzati sul potenziamento della comunicazione digitale nel turismo, nelle experience e nella ristorazione (qui il programma completo)