04-06-2021
Agostino Iacobucci, chef di Castellammare di Stabia (Napoli), classe 1980. Da poco più di due anni è al timone del ristorante Villa Zarri, a Castel Maggiore (Bologna)
C’è un’aria dolce, in Emilia, in questi primi mezzogiorni assolati di primavera inoltrata. Un’aria di riapertura, di freschezza, di ritrovata iniziale, piccola, tenera serenità. Dopo tutto quel che ci è capitato, ritrovare il viso degli amici cuochi, chiacchierare di nuovo con loro di progetti futuri, rivedere qualche tavola apparecchiata, rigorosamente all’aperto e sotto bianchi eleganti ombrelloni, nel parco della Villa Zarri, alle porte di Bologna, fa decisamente piacere e il cuore ritorna a sorridere. È una splendida dimora cinquecentesca, con i saloni affrescati, un parco di piante secolari, in cui si respira un’aria antica, di grazia e di piacere. Agostino Iacobucci vi ha portato la sua cucina che incuriosisce: creativa, interessante, fonde vecchie sapienze con tecniche nuove e inaspettate. E, fil-rouge che lega gli ingredienti in modo indissolubile, la dolcezza.
C’è dolcezza nel gesto, nella presentazione dei piatti, nella composizione degli ingredienti, nella sensazione al palato. Mai un sentore aggressivo, pur nella nettezza delle sensazioni gustative. Mai una curva secca, un tornante ripido: ogni proposta gastronomica arriva dolce come i colli che circondano Bologna, ma con la nettezza e decisione del piglio marinaro di Castellammare, patria di Agostino.
Assaggi iniziali
Sedanorapa, mandorle, caviale di trota salmonata e olio al rosmarino
Seppia, n’duja, spuma d’aglio e lime
Quaglia, ibisco, prugne, quinoa al parmigiano e gel di scalogno
Napoli incontra l’Emilia
E a seguire… Ostrica Gillardeau, gelatina di campari e gelato al mango. Meravigliosa. Sedanorapa, mandorle, caviale di trota salmonata e olio al rosmarino… leggero, soave, raffinato. Seppia, n’duja, spuma d’aglio e lime, corposa e sapida. Quaglia, ibisco, prugne, quinoa al parmigiano e gel di scalogno, un piccione-non-piccione di grandissima levatura.
Fassona piemontese Selezione Martini, indivia, rape rosse e bernese
Gelato alla nocciola, spuma di arachidi e gelatina al caffè
Babà a tre lievitazioni
Villa Zarri vista dal drone
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Triestino, partito dall'agenzia di pubblicità Armando Testa, ha ricoperto ruoli di vertice nei settori della comunicazione di aziende come Michelin, Honda, Telecom Italia. Oggi è consulente di comunicazione e marketing aziendale e politico, per clienti quali Autogrill, Thevision.com. Tiene lezioni all'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e a quella di Genova. È docente presso Niko Romito Formazione, Intrecci Scuola di Sala e In-Cibum. Presidente dell'Associazione "Le cose cambiano", che lotta contro il bullismo omofobico
Dario Picchiotti, primo da sinistra, chef-patron dell'Antica Trattoria di Sacerno a Calderara di Reno, pochi km da Bologna, con il sous Matteo Bisantz e l'executive chef Enrico Failla
Davide Sarti, a sinistra, e Pasquale Polito, fondatori di Forno Brisa. Che non è solo un panificio, ma ha anche una roastery dove produce il proprio specialty coffee e una produzione di cioccolato bean to bar
Massimiliano Poggi e Piero Pompili