12-09-2019
Foto di gruppo della brigata del Joia di Milano. Il ristorante di Pietro Leemann compie 30 anni
Quello che cucinavo prima di aprire Joia era molto diverso. Prestavo la mia opera in ristoranti blasonati, presso i quali il rito della buona tavola aveva un senso preciso. Il livello di qualità era altissimo con una ricerca già allora molto accurata dell’ingrediente. Ricordo che da Girardet, ogni giorno, un aereo giungeva da Parigi portandoci il pesce fresco, pescato la notte prima in Bretagna. Assieme ai miei colleghi andavamo dai contadini a raccogliere direttamente dal campo gli spinaci e a controllare se i cardi, tenuti al buio in una cantina, erano già sbiancati. Con Marchesi andavo al mercato della carne, lui era davvero bravo a scegliere i pezzi migliori che si accaparrava dando dei buffetti sui mezzi manzi appesi a frollare in gigantesche celle frigorifere.
Pietro Leemann con Gualtiero Marchesi
Oggi buona parte della cucina si è trasformata, anche verso estremismi nella quantità, può capitare di essere costretti a mangiare molto pane e molto burro durante il pasto per non rischiare di uscire affamati dall’esiguità delle porzioni. Si mangiano simboli di un determinato luogo e cuoco capace di distinguersi non solo nell’originalità e nel gusto ma anche su Instagram. Non se ne può più fare a meno, io stesso mi impegno molto sui social per divulgare le mie idee.
Famiglia Leemann
Il salto di qualità, nell’opportunità di approfondire la conoscenza, è avvenuto grazie a un anno sabbatico. Per la prima volta, avevo 23 anni, ho applicato la dieta vegetariana. Erano i primi anni ottanta, vivevo a Ginevra, rimasta uno dei luoghi più vivi nel mio cuore, studiavo filosofia, psicologia e alimentazione, frequentavo i primi negozi di alimenti biologici, praticavo molto sport. La mia passione, diventata oggi yoga, era il podismo, consumavo scarpe correndo ogni giorno dai 10 ai 20 chilometri. Velocemente mi sono reso conto dei vantaggi di quell’alimentazione, correvo meglio e più a lungo, studiavo con maggiore lucidità, mi sentivo in pace. Ho capito che così volevo cucinare, grande passione mai scalfita nel corso degli anni e vivere. Per farlo per me e per gli altri era necessario saperne di più.
La sala del Joia
Il 29 settembre del 1989 abbiamo aperto Joia che ha fatto subito parlare di sé. Com’è possibile mangiare sano e buono al contempo! Finalmente un ristorante nuovo proiettato al futuro! Ma come, la carne è indispensabile per la salute! Grazie a voi ho il coraggio di essere vegetariano! Il biologico, uno stile agricolo bizzarro! Come è buona questa cucina, mi ricorda i gusti della mia infanzia! Una sala dedicata ai non fumatori, sono matti, voglio fare quello che voglio! Un nuovo stile di cucina che mi apre ad altre culture! Che belli e quanto colore in questi piatti!
Alcuni dei piatti di Leemann più celebri. Questo è Serendipity. Foto Giovanni Panarotto
Gong. Foto Giovanni Panarotto
Pomo d'oro. Foto Lucio Elio
Leemann con Sauro Ricci
Ho sempre rifuggito i movimenti modaioli a favore della coscienza di cucinare in modo sano e sostenibile, di portare quella cultura appresa in molti anni. Ogni piatto è studiato in ogni dettaglio, nel gusto e nella forma che sono molto importanti in questo presente, e che ho analizzato a fondo attingendo dalla cultura contemplativa Zen e dal gioco dei 5 gusti del mondo taoista per il quale la relazione tra corpo e natura è fondamentale. Tenendo ben presente che il cibo è nutrimento sia per il corpo che per l’anima, tema questo ben approfondito dalla cultura dei Veda. Non da ultimo osservando che la qualità di ciò che scegliamo di mangiare migliora la relazione con gli altri e con noi stessi e regala infinite emozioni. Ogni ingrediente, se non lo raccolgo direttamente, proviene da un amico contadino, è trasformato pensando al beneficio che porterà a chi lo mangia.
Vi aspetto con moltissimo piacere il 29 settembre per festeggiare, condividere, stuzzicare e scambiare molte chiacchiere.
LE TAPPE DELLA FESTA PER I 30 ANNI * Domenica 29 settembre, dalle 14 alle 22 sarà festa al Joia. I nostri primi trent’anni! Passate all’orario che preferite, mi farà piacere stringervi la mano, abbracciarvi e chiacchierare del più e del meno. Oltre a voi sono invitate le persone più vicine, da chi per molti anni ci ha sostenuto, ai cari produttori, agli amici e ai colleghi che hanno creduto e che hanno fatto grande Milano. Una festa all’insegna della musica, della poesia, dell’arte e naturalmente della buona cucina e del buon bere.
Sotto una coltre colorata. Foto Brambilla-Serrani
Raviolo a mano. Foto Brambilla-Serrani
Di non solo pane. Foto Lucio Elio
Fratello sole. Foto Lucio Elio
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
ticinese, classe 1961, è lo chef del ristorante Joia "alta cucina naturale" di Milano, il primo ristorante vegetariano d'Europa a vantare una stella Michelin
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.