Sedimentare è importante, senza sedimentazione non c’è tradizione di alcun tipo. Per sedimentare, però, serve tempo. Dietro il portone al 2 di piazza Carignano il tempo è passato leggero sedimentando abitudini e tradizioni gastronomiche della Torino bene. Nei 260 anni (tanti ne sono passati da quel 5 ottobre 1757 in cui venne dato il permesso di edificazione dell’edificio oggi storico) di vita del Del Cambio il mondo è cambiato. Ed è cambiata anche la ristorazione.

Matteo Baronetto alla presentazione della Guida Identità Golose 2017
Ma in piazza Carignano negli ultimi tre anni è l’intersezione tra passato e presente in un “paradosso” temporale interpretato da
Matteo Baronetto a dare un rinnovato lustro alle sale ristrutturate filologicamente (dove si poteva) con tocchi avanguardisti nel resto degli spazi.

Piazza Carignano e il Del Cambio in una foto storica
Per questo anche il “menu manifesto” del torinese
Baronetto, con il quale è stato dato ufficialmente il via alle celebrazioni per i 260 anni, ha avuto bisogno di una sedimentazione. La proposta dello chef da tre anni alla guida della cucina del rinnovato locale storico è un viaggio nel passato e insieme una spinta visionaria verso il futuro. Undici piatti che hanno segnato – nel bene e nel male - periodi precisi dell’enogastronomia proposti in due versioni, quella storica e quella “revisionata” da
Baronetto. Dalle
Penne panna e salmone anni Ottanta a un classico come la
Cotoletta alla milanese, dalla
Finanziera tanto amata da
Cavour fino al
Vitello tonnato: lo chef cresciuto alla corte di
Carlo Cracco separa gli ingredienti e le cotture per un diverso e minimalista assemblaggio finale.

Gamberi in salsa cocktail ieri e oggi

Peperoni e acciughe: versione classica e versione Baronetto

La finanziera com'era e com'è al Del Cambio
«Questo menu è importante per il ristorante
Del Cambio che festeggia 26 decenni di vita, e anche per me, vista l’opportunità che mi è stata data di contribuire a cercare di rendere questo luogo qualcosa di speciale, qualcosa che non è banale come sembra - spiega lo chef - Sono grato a chi ha voluto affidarmi questo spazio che ho cercato di interpretare attraverso un paradosso, nel solco del restauro della sala degli specchi firmato da
Pistoletto. Ho operato attraverso le contaminazioni». Queste ultime sono rappresentate, tra le altre, dal tuorlo d’uovo marinato che ravviva i
Gamberi in salsa cocktail, dalla panatura di amaranto per la carne cruda della
Cotoletta alla milanese o dalla sottrazione del caffè dal
Bonèt morbido e cremoso.
A completare il menu la
Torta 1757 del maestro pasticciere
Fabrizio Galla in vendita alla
Farmacia del Del Cambio. A forma di ruota, in memoria delle ruote dei carri che solcavano il selciato di piazza Carignano, con base di biscotto e copertura di zucchero caramellato, impasto in cui i sapori di mandorla, nocciola e cioccolato si mescolano a quelli agrumati dello yuzu.

La rivisitazione “260” dell’Americano, firmata dal barman Marco Ciminnisi
All’appello non poteva mancare il
bar Cavour con la rivisitazione “
260” dell’
Americano, firmata dal barman
Marco Ciminnisi con Bitter Campari con scorze d’arancia e bacche di ginepro cotto sottovuoto, sweet vermouth fat washed con cioccolato, soda alla camomilla e arancia disidratata con oli essenziali di limone e zucchero.