Saper reagire, andare oltre al dramma, voltare pagina può essere il modo migliore per non darla vinta al destino, specie se questo si dimostra particolarmente cinico. La sorte è stata crudele con Marco Baglieri, chef-patron del ristorante Crocifisso di Noto, uno dei luoghi del cuore per i buongustai della zona, o di quelli in trasferta alla ricerca del buono gastronomico unito al barocco artistico. Lui da poche ore ha ripreso a lavorare, dopo sei mesi lunghi, dolorosi d’inattività.

Aurora Baglieri era una gran tifosa nerazzurra. Così l'allenatore dell'Inter, Roberto Mancini, aveva voluto ricordarla, dopo la partita contro l'Udinese: “Volevo dedicare questa vittoria ad Aurora, una nostra tifosa. Una bambina che non c’è più ed è volata in cielo"
Aveva smesso,
Baglieri, per dedicarsi anima e corpo alla figlia maggiore, molto malata.
Aurora se n’è andata, adolescente, nella notte tra il 6 e il 7 dicembre scorso, ossia quando sarebbe caduto il compleanno di sua madre, stroncata a sua volta una decina d’anni fa per lo stesso male, la leucemia. Poche ore dopo
Marco Baglieri ha postato su Facebook un messaggio, toccante: “Aurora non ce l'ha fatta... Ieri è volata in cielo a ricongiungersi con la sua mamma... Il mio dolore è sproporzionato... Amate i vostri figli ogni giorno, ogni istante… Amateli e fateglielo sentire finché c'è tempo… Il mio di tempo è volato via insieme a Lei… Amate i vostri Figli sempre...”.

"Pensieri, idee, appunti... Ci si rimette in moto" (Marco Baglieri su Facebook, 23 dicembre)
C’era, in questi puntini di sospensione, un senso di strazio e quasi d’incredulità. Come di fronte a qualcosa di troppo grande, ingiusto e inaccettabile. Siamo contenti che papà
Marco sia tornato in cucina, fianco a fianco con la moglie
Vanessa: spesso il lavoro sa curare i malanni dell’anima meglio di quanto la chemioterapia sappia fare con quelli del corpo. Aveva scritto lo chef, nell’annunciare il suo ritorno: «Ho deciso di riprendere a fare il mio lavoro con lo stesso impegno e la stessa passione di sempre, utilizzando come esempio la forza e la determinazione che ha avuto mia figlia nell’affrontare la sua malattia, per portare avanti il progetto che seguo da una vita: fare mangiare bene i miei clienti».
Sa,
Marco Baglieri, che non è solo. In tanti si sono stretti attorno a lui. Già il 18 dicembre scorso è stata organizzata una cena di solidarietà che ha visto protagonisti, oltre allo sfortunato papà, anche
Corrado Assenza del
Caffè Sicilia e
Salvatore Vicari del ristorante
I Vicari. Altre iniziative seguiranno, sempre per raccogliere fondi a favore del Reparto di Oncoematologia Pediatrica dell'Ospedale San Matteo di Pavia, dove
Aurora per sei mesi ha combattuto il suo male (per chi volesse contribuire: codice Iban IT44X0569611300000021008X87, codice Bic/Swift POSOIT22XXX, causale #amateivostrifiglisempre). Ha scritto
cronachedigusto.it: “Ecco che la cucina – con il suo più alto valore di nutrimento per il corpo e l’anima dell’uomo – sa trasformarsi in un modo per innescare reti di protezione e meccanismi di solidarietà, facendo di se stessa un dono che va ben oltre il tempo in cui si sta seduti alla stessa tavola”.
Parole giuste, che riportiamo volentieri. Ed esultiamo perché Baglieri è tornato ai fornelli. La cucina sa essere vita.