«Una serata che regala l'occasione di fare un'esperienza unica, in genere disponibile solo nella sede della Maison Ruinart, nello Champagne, e dedicata esclusivamente a ospiti invitati», quindi impossibile da acquistare. Così è stata presentata la Ruinart Immersive Experience, l'altra sera a Identità Golose Milano: non cena come le altre, ma coinvolgente assemblaggio (è il termine giusto!) di parole, suoni, musiche, immagini, sapori, profumi, bollicine, emozioni. Fascino. Tre appuntamenti esclusivi, quelli ospitati dal primo hub internazionale della gastronomia di via Romagnosi 3: tre serate, da venerdì a domenica scorsi, nella splendida sala Ovale appositamente allestita all'uopo, un unico grande tavolo "animato" per 12 ospiti, evento aperto al pubblico - come detto, un unicum nella storia di Ruinart - e andato ovviamente tutto esaurito.
«Abbiamo studiato questo evento per mesi e mesi» racconta Cinzia Benzi, gran donna del vino di Identità, intenta a fare da padrona di casa. E così, affabile come sempre, accompagnare gli ospiti in questa esperienza multisensoriale su più livelli. Vediamo i principali.

Introduzione iniziale di Silvia Rossetto, senior brand manager di Ruinart. Tutte le foto sono di Amandine Dowle

Lo spettacolo abbia inizio
L'ESPERIENZA VISIVA (E NON SOLO) - Si viene accolti da un salone, il magnifico Ovale dell'ex Fondazione Feltrinelli, diverso dal solito. Giochi di luce e di musiche, un grande tavolo apparecchiato per dodici, pronto a diventare il fondale per uno spettacolo visivo che colpisce nel segno: è un viaggio onirico realizzato attraverso un videomapping in 3D con le immagini dell'artista giapponese
Kanako Kuno che prendono vita sulla tovaglia. «Non spostate i piatti, per ora» è la raccomandazione iniziale. Perché? Ce ne accorgiamo ben presto: diventano gli "schermi" principali del racconto dinamico, con il dintorno a fare da sfondo.
Kuno, che lavora ormai da anni a casa
Ruinart, a Reims, ha studiato musica, luci e illustrazioni; i suoi disegni s'animano sul desco mettendo in scena come una fiaba la storia e il ricchissimo patrimonio di
Maison Ruinart. D'altronde, un legame profondo congiunge all'arte il regno della bollicina fondato da
Nicolas Ruinart nel 1729, è la più antica maison de champagne del mondo. Tale legame è sorto da quando - nel 1896 - venne commissionato all'artista ceco
Alphonse Mucha un manifesto pubblicitario che all'epoca suscitò grande scalpore (sarà l'ultima immagine proiettata durante la
Ruinart Immersive Experience, al momento del dessert). Arte visiva, arte sonora. Bellissimo.

Valérie Radou, al centro, impegnata nelle cucina di Identità Golose Milano
LA CUCINA -
Ruinart ha pensato a un'altra esperienza esclusiva, per la sua
Ruinart Immersive Experience a
Identità Golose Milano. Ha chiamato nel capoluogo lombardo
Valérie Radou, resident chef di
Maison Ruinart, per la prima volta impegnata in cucina al di fuori della sede Reims da quando esercita questo ruolo, era il 2018. Lei, timida, risponde "presente" sciorinando piatti di livello: un'equilibrata
Ostrica (con sedano, cetriolo e limone); il
Rombo di Bertrand Mure, variazione di cavolfiore, salsa allo champagne, cotto perfettamente, goloso, pieno (
Mure è stato uno degli ultimi discendenti della famiglia
Ruinart a sovrintendere la Maison); la
Faraona, zucca e finferli, succo di liquirizia, che conferma la mano gentile, soffusa della
Radou, coll'eccellente gioco delle liquirizia, ma inserisce anche un elemento di valutazione nuovo, quasi dirompente, una cottura border line, il petto del volatile ancora vagamente rosa, non per tutti.

Ostrica, in abbinamento Ruinart Blanc de Blancs

Faraona, zucca e finferli, succo di liquirizia, in abbinamento Ruinart Vintage 2011
Gran finale col piatto forse più interessante dell'intero percorso: nella sua semplicità,
Chaource, uva, granola è raffinatissimo, con le note del
chaource - prelibato e ricercato formaggio a crosta fiorita e pasta molle che viene prodotto nella regione di Champagne - che trovano compimento gustativo e di texture nell'abbraccio con gli altri elementi. Si chiude con
Pera infusa con ibisco, pompelmo e rosa, con fichi, more e mela ad accompagnare.

Il racconto dello champagne Ruinart, "protetto" da Second Skin, confezione che è il coronamento dell'impegno della Maison per la sostenibilità: ultraleggera ed eco-responsabile, facilmente e completamente riciclabile, realizzata con fibre di legno naturali provenienti da foreste europee gestite secondo criteri sostenibili
LO CHAMPAGNE - Tutta la cena è abbinata allo champagne
Ruinart, ça va sans dire. E se la cucina della
Radou è di livello, di certo lo "spettacolo" gustativo diviene notevole col match cibo-bollicine. Per una volta, i piatti sono studiati per l'abbinamento, non viceversa; trovano vero compimento solo in base alle scelte dello chef de caves della
Maison,
Frédéric Panaïotis, e del suo team di enologi. La logica del pairing è ribaltata: il lavoro della cucina è funzionale a quello della cantina. Esito: un insieme molto bilanciato ed equilibrato, di enorme eleganza. «Lavorare a stretto contatto permette di creare questa alchimia perfetta tra piatto e champagne, dove nessuno dei due domina, ma ne deriva una grande armonia, con abbinamenti non solo gustativi, anche cromatici», ci spiegano.

I ristoranti di Ruinart Assemblage 1729
Abbiamo assaggiato il classico dei classici all'inizio, l'iconico
Ruinart Blanc de Blancs; poi
Ruinart Rosé alla fine, col dessert. E in mezzo, con le portate principali, ecco l'atteso
Ruinart Vintage 2011, pure in questo caso un'esclusiva, per ora è stato distribuito finora solo in Francia, è al suo esordio in Italia dove potrà essere gustato unicamente nei dieci selezionati ristoranti che fan parte di quello che viene definito
Ruinart Assemblage 1729, circuito di locali che condividono con
Ruinart la filosofia, i valori, il savoir faire del brand.