17-03-2017
Simone Bonini, gelatiere fiorentino di Carapina e Daniel Burns, popolare chef canadese alla ricerca di idee per aprire un gelato-shop a New York. Identità Golose ha messo Burns in contatto anche con Paolo Brunelli di Senigallia, altro gelatiere illuminato (foto Instagram/Bonini)
Burns a Firenze
Burns e Brunelli a Senigallia
Gelato al cioccolato di Paolo Brunelli con polvere di palmaria palmata, alga rossa portata da Burns
Burns sul lungomare di Senigallia
Nel suo tour italiano, Burns ha visitato anche il quartier generale di Carpigiani a Bologna, Bonajuto in Sicilia e ha cucinato un 4 mani con Lorenzo Cogo a Vicenza
Ultima tappa del Burns-tour, a lezione di gelato da Simone De Feo, Cremeria Capolinea di Reggio Emilia
L’antefatto: Daniel Burns, chef ex Momofuku, ex Noma, ex Luksus (insegna a New York famosa per aver preso la stella senza tenere nemmeno un vino in carta) vuole aprire un gelato-shop nella Grande Mela. «Vorrei portare la mia esperienza di ristoratore», ci spiegò, «all’interno di una gelateria. C’è ancora molto da fare. Potete mettermi in contatto con i vostri gelatieri più bravi?». Ma certo. Appena dopo Identità Milano, abbiamo agganciato il canadese a due assi del gelato nostrano, relatori al congresso concluso da poco: Paolo Brunelli da Senigallia, nelle Marche, e Simone Bonini di Carapina a Firenze. Un viaggio di qualche giorno al cuore del gelato italiano che ha lasciato Burns entusiasta: «Che esperienza fantastica!», ci ha scritto poco fa, «sono stati entrambi così aperti e pronti ad aiutarmi... Hanno rafforzato le miei idee su quel che voglio fare. Mi hanno ispirato così tanto che non so come ringraziarvi».
Lo scambio di idee è stato reciproco, scopriamo sentendo Brunelli e Bonini. «Non ci conoscevamo», racconta il marchigiano, «ma Daniel si è dimostrato da subito una persona squisita. Mi premeva rafforzare il concetto che più ci sta a cuore: circoscrivere il gusto del gelato italiano, che non può che fondarsi su ingredienti di primissima qualità. Ci siamo trovati d’accordo sulla percentuale di grassi che separa l’ice-cream dal gelato: il primo si attesta attorno al 15%; il nostro, quello vero, al 6%. Esprime una pulizia di gusto ben diversa».
Burns e Brunelli in visita alla Madonnina del Pescatore di Senigallia (Ancona). Foto facebook/Abbadir
Burns alla macchina verticale di Brunelli (foto instagram/Brunelli)
Storie dal mondo del gelato di qualità
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt