Circa 2mila chili di gelato, 50 maestri gelatieri provenienti da ogni parte del mondo, oltre 30mila visitatori. Questi i numeri della diciassettesima edizione di Sherbeth, il Festival internazionale del gelato rtigianale, che si è svolto a Palermo e che ha celebrato il gusto e l’incontro tra tradizione, ricerca e creatività, con talk e dimostrazioni, trasformando Piazza Verdi in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, davanti al Teatro Massimo, il più grande teatro lirico d’Italia e terzo d’Europa, dopo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna, con lo scopo di diffondere la cultura del gelato artigianale promuovendo eccellenza, identità e autenticità.
La kermesse, organizzata da
Davide Alamia, si è conclusa con la premiazione della taiwanese
Syria Chao. Lei, con il suo gusto
Luce d’Oolong, ispirato ai profumi del tè di Taiwan, ha conquistato il titolo di Miglior Gelatiera Sherbeth 2025, prima donna dunque a vincere il
Premio Francesco Procopio Cutò, ossia il massimo riconoscimento, intitolato appunto a
Procopio Francesco Cutò, conosciuto come
Francesco Procopio dei Coltelli e in Francia col nomignolo di
Le Procope (Aci Trezza o Palermo, 9 febbraio 1651 – Parigi, 10 febbraio 1727), è stato il cuoco italiano che aprì la prima gelateria della storia, nella capitale francese.
Se dunque l'oro è finito in Asia, di certo anche i gelatieri nostrani hanno ben figurato. Vi raccontiamo allora i dieci gelati italiani che ci hanno colpito di più.
I DIECI GELATI ITALIANI CHE CI HANNO COLPITO DI PIÙ
1)
Sorbetto al cioccolato, creato dalla gelatiera
Simona Papagno, realizzato con un particolare cioccolato con pasta di cacao venezuelano e zucchero prodotto al cento per cento in Sicilia, senza saccarosio aggiunto. «Non ho aggiunto né cacao né fibre - dichiara la maestra
Papagno - Ho lavorato il sorbetto al 20% di cioccolato». Il sapore intenso e persistente, la scioglievolezza incredibile e la texture vellutata, quasi impalpabile, caratterizzano questo gelato. È un prodotto sperimentale in collaborazione con
Alma distilleria. Presentato in degustazione durante il talk
Pierpaolo Ruta: Antica dolceria Bonajuto.
Dove gustarlo: Criollo – Il bistrot del gelato a Roma
2)
Passione Mela Cotogna, da un'ingrediente simbolo di biodiversità, presentato durante il talk
Accu Dire di
Carmelo Chiaramonte, chef e patron dell’osteria
Caro Melo di Donnalucata (Ragusa), che ha realizzato un piatto, in collaborazione con il maestro gelatiere
Loris Fabrizio Montanaro, con un gelato alla ricotta affumicata con le foglie di mandarino, zafferano e mela cotogna. Ricotta ovina, farina di carrube e farina di guar sono gli ingredienti principali del gelato alla ricotta. «Lo chef
Carmelo voleva caratterizzare questa portata con un gusto intenso di ricotta – racconta il maestro gelatiere - e quindi ne ho previsto, in ricetta, il 56%». La peculiarità di questo gelato è la cremosità e l’intensità del gusto, con una bella nota di affumicatura, che incontra la ricchezza della mela cotogna candita e del mandarino verde candito. A completare il gelato, pistilli di zafferano de L’Aquila Dop, e il tocco finale dello sciroppo di torsoli di mele.
Dove gustarlo: Scilò Gelateria Contemporanea a Chieti
3)
Mela rosa x 2, preparato dal maestro gelatiere
Antonio Luzi, alla guida, insieme con la moglie
Paola, della gelateria
Maki a Fano, nelle Marche. Un sorbetto di mela rosa dei Sibillini - una mela di montagna Presidio Slow Food, fresca e aromatica – con uno sciroppo di rose della Valle Scrivia (Presidio Slow Food). «La mela, cotta insieme a succo e buccia di limone, per aumentarne l’aromaticità e frenarne l’ossidazione, viene poi frullata con l’aggiunta di sciroppo di rose» racconta il maestro gelatiere. Il gusto è fresco, con un perfetto equilibrio tra acidità e dolcezza ed un finale floreale di rose.
Luzi si è piazzato al secondo posto (ex aequo con
Valerio Gaveglia, della gelateria
Gelasio di Roma) con il gusto
Il giardino di Babilonia. Un gelato ispirato a un giardino, per rievocare l’armonia tra piante diverse. È una crema leggera, dolcificata con un miele di
Giorgio Poeta, un produttore marchigiano. L’aromaticità è data da un’infusione di anice verde di Castignano e di zafferano del Montefeltro, nel latte. Il tocco finale: acqua di fiori arancia ligure e canditi di bergamotto.
Dove gustarlo: Maki a Fano (Pesaro Urbino)
4)
Biancomangiare delle maestre gelatiere
Teresa Abate e
Alexandra Taban di
Siké Gelato, a Milazzo, in Sicilia. Un gelato cremoso e piacevole al palato, un gusto semplice, a base di mandorle, latte, zucchero, limone e cannella, che racconta una storia legata ai ricordi dell’infanzia e alle tradizioni isolane. Il biancomangiare, originario della cucina povera, e preparato come rito domenicale, è un dolce tipico inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.
Dove gustarlo: Siké Gelato a Milazzo (Messina)
5)
Bosco del maestro
Luca Gamba di
Drop Gelato, a Brescia, in Lombardia. Un gusto intenso che racconta i profumi del bosco. Creato con un’infusione di aghi di pino, corteccia di quercia e gemme di pino nel latte e nella panna. Con un’aggiunta poi di crumble di grano saraceno, funghi porcini e nocciole. Il gelato, aromatico e intenso è finito con dei lamponi che regalano freschezza e una nota acida.
Dove gustarlo: Drop Gelato a Brescia
6)
Il dolce del poeta del maestro
Loris Fabrizio Montanaro, di
Scilò Gelateria Contemporanea a Chieti, in Abruzzo. Questa creazione ruota intorno al parrozzo, un dolce tipico abruzzese, tanto caro a
Gabriele D’Annunzio, realizzato con farina di mandorle grezze e ricoperto di finissimo cioccolato fondente. È ispirato a un prodotto tipico dell’alimentazione contadina: la pagnotta di farina di granturco, cotta nel forno a legna. Parrozzo e latte sono gli ingredienti principali di questo gelato dal gusto intenso ed evocativo. «Ho scelto di portare questo gelato allo
Sherbeth perché ho pensato ad un filo conduttore che lega la mia terra, l’Abruzzo, con la Sicilia: la mandorla, ingrediente principale del parrozzo» dice il maestro gelatiere.
Montanaro ha conquistato il premio della critica con il gusto
Farid, insieme ad
Alessandro Schintu di
Glacier Alessandro a La Ciotat, in Francia, con il gusto
Lavanda Verde. Un connubio, quest’ultimo, tra due culture: quella siciliana, simboleggiata dal pistacchio, e quella della Provenza, simboleggiata dalla lavanda. Un gusto elegante, dato dall’aroma sottile e delicato del fiore essiccato e infuso a caldo nel latte, con una nota di dolcezza, del miele di lavanda delle Alpi della Provenza e, a contrasto, in abbinamento al pistacchio tostato, una punta di salato dovuta al sale marino della Camargue. La cremosità intensa incontra la croccantezza dei pistacchi interi sabbiati, anch’essi con un leggero infuso di lavanda.
Dove gustarlo: Scilò Gelateria Contemporanea a Chieti
7)
Cre’me Saso’l del maestro
Lorenzo Giacobazzi, di
Lorenzo - Gelato e Dessert a Fiorano Modenese, in Emilia Romagna. Un gelato alla crema caratterizzato da un’infusione di anice stellato in fase di pastorizzazione. Una leggera nota alcolica, con sfumature di finocchietto, viene conferita dal liquore Sassolino da cui trae origine il nome del gusto. A completare il gelato, cremoso, corposo, ma delicato ed elegante, un topping di caramello al ribes rosso che conferisce un bell’equilibrio tra dolcezza e acidità.
Giacobazzi ha portato a casa il premio
Cura dei dettagli, intitolato a
Carlo Pozzi con il gusto
Perla, un gelato alla mandorla variegato con pezzetti di torrone, una lastra di cioccolato bianco croccante e una gelée al limone. Il sottofondo delicato e avvolgente delle mandorle, incontra la croccantezza di torrone e cioccolato bianco e le note decise del limone.
Dove gustarlo: Lorenzo - Gelato e Dessert a Fiorano Modenese (Modena)
8)
San Martino della maestra gelatiera
Beatrice D’Arcangelo, di
Latteria del Ringo a Martina Franca, in Puglia. Un gusto intenso, fatto di tre ricotte (mucca, pecora e capra) con una stracciata di fichi, gocce di mosto di fichi e cupeta salentina di mandorle. «Con questo gelato abbiamo voluto rappresentare la festa patronale, con le bancarelle piene di frutta secca e fichi secchi. È un ricordo d’infanzia che si rinnova nel tempo» racconta la maestra gelatiera.
D’Arcangelo ha vinto il premio
Naming e Storitelling con il gusto
Brave. A ricevere il riconoscimento anche
Martina Gazzarri della gelateria
Ricci di Follonica, in Toscana
Dove gustarlo: Latteria del Ringo a Martina Franca (Taranto)
9)
Latte d’Oro del maestro
Alberto Zezza fondatore di
Zelato a Roma. «È la mia versione gelato del drink preferito dalle donne della mia famiglia: il Golden Milk», racconta il maestro gelatiere. La cremosità del latte è impreziosita dal gusto intenso della curcuma indonesiana (da commercio equo e solidale) e dalle note speziate di cannella. A completare il gusto, il miele di zagara dell’Etna.
Dove gustarlo:
Zelato a Roma
10)
Il biondo di
Francesca Dassogno di
Fattoria Dassogno a Rogeno (Lecco), in Lombardia. «Un gelato goloso, sfacciato, sicuro di sé. Per questo lo abbiamo chiamato così», racconta la maestra gelatiera. Un gusto intenso di caramello salato, in variegatura il cioccolato biondo e a completare i pop corn caramellati. Un sapore deciso che ricorda il mondo delle caramelle mou ed evoca l’infanzia. Molto piacevole la scioglievolezza del cioccolato che incontra il croccante dei pop corn che regalano una nota di sapidità.
Dassogno ha vinto il Premio della giuria popolare
Dove gustarlo: Fattoria Dassogno a Rogeno (Lecco)