15-02-2016
Matteo Bernardi è nato a San Donà di Piave nel 1982: figlio "d'arte", sin da piccolo è rimasto affascinato dal mondo del vino e del servizio in sala. Il diploma di sommelier Ais arriva nel maggio del 2013, insieme all'inizio del suo lavoro a Le Calandre
Quand’ero bambino spesso andavo a trovare mio papà sul luogo di lavoro. Lo vedevo, un grande professionista di sala, adoperarsi fra i tavoli (all’epoca i piatti si componevano davanti i clienti) con movimenti veloci, puliti eleganti. Volevo imitarlo, volevo diventare come lui, volevo fare il cameriere. Ora i tempi sono cambiati il servizio è più dinamico meno rigido ma non per questo più facile. Esattamente come una volta è richiesta cultura, preparazione, bisogna avere nozioni di cucina, conoscere le materie prime, essere psicologi e attenti osservatori; solo che adesso la (sovra)esposizione mediatica della cucina ha sminuito la figura del professionista di sala, è questa la nostra vera emergenza. In televisione ci sono sempre più programmi che parlano di cucina lasciando spesso passare un messaggio pericoloso: basta poco per essere chef. Il risultato? Negli istituti alberghieri sempre meno studenti scelgono di studiare per lavorare in sala, o in bar, per entrare in cucina.
La sala de Le Calandre
Il lato pubblico del ristorante visto dai suoi protagonisti: maître e camerieri
di
Veneto, classe 1982, dal 2013 lavora nel prestigioso tre stelle Le Calandre, con i fratelli Alajmo, di cui oggi è sommelier
Retroscena e curiosità di un mestiere affascinante, storie di grandi donne e uomini che hanno scritto la storia della ristorazione italiana e internazionale, visioni e consigli per alimentare nel tempo un ritorno al vero polmone dell’ospitalità: dritti In sala