24-01-2016
Nicola Dell'Agnolo, a sinistra, e Alberto Piras: rispettivamente maître e sommelier (il migliore del 2016 per la Guida di Identità Golose) del Luogo di Aimo e Nadia, pietra miliare per la gastronomia milanese. Hanno firmato a quattro mani questo intervento che si inserisce nel dibattito sui problemi della sala che il nostro sito sta ospitando
Le esigenze della cucina e quelle della sala sono realmente così distanti come solitamente si pensa? La nostra esperienza racconta un’altra storia. Il Luogo di Aimo e Nadia ha trovato negli anni una sua modalità, che è poi il valore del nostro team, dove ciascuna persona viene valorizzata con la sua personalità, la sua specificità, dove si impara a mettersi in gioco insieme agli altri, ognuno con le proprie competenze, rispettando la differenza dei ruoli, dialogando, interagendo e quindi anche crescendo in rapporto agli altri. Differentemente dal lavoro e dalla figura dello chef, che sono più in mostra, il lavoro della sala è fatto in sottrazione. Una buona direzione di sala non deve essere troppo evidente, deve essere una presenza attenta e silenziosa, deve emergere per la piacevolezza dell’atmosfera che sa creare.
La sala del Luogo di Aimo e Nadia
I due chef del Luogo di Aimo e Nadia: Fabio Pisani, a sinistra, e Alessandro Negrini
Il lato pubblico del ristorante visto dai suoi protagonisti: maître e camerieri
a cura di
Nicola Dell'Agnolo, nato in provincia di Pordenone nel 1971, dal 2005 è maître di sala del Luogo di Aimo e Nadia. Alberto Piras, milanese, classe 1986, ne è diventato sommelier nel 2014.