23-05-2022
Erica Parrino, ragusana classe 1992, lavora da un anno ad Amass, Copenhagen, Danimarca
Quando Gabriele mi ha proposto di raccontare Amass dal mio punto di vista ho subito pensato che esistono diversi modi per esprimere la rappresentazione di questo luogo. Non esattamente un luogo, forse più un concetto o, meglio, uno stile di vita. Non mi ero mai molto interessata ad Amass prima di trasferirmi a Copenaghen, indubbiamente ne avevo sentito parlare ma mai avrei immaginato che al mondo potesse effettivamente esistere un principio così forte di ristorazione innovativa. Credete al fatto che questo stile di inclusività e prospettiva gastronomica sarebbe da prendere a modello e, credete al fatto che ogni singola molecola e piccolo atomo di Amass rappresenta avanguardia contemporanea. Potrebbe apparire come un insulto verso altre istituzioni o magari troppo egocentrico come pensiero ma, dal canto mio, credo sia interessante esaminare ciò che alcuni (e anche i molti, d’altronde) non riescono a vedere. La capacità del vedere al di là dell'essere un team e un’unica idea che lavora insieme e trasmette un unico suono: perché, quando ogni mattina la macchina si mette in funzione e, ogni parte inizia a lavorare, tutto riesce automaticamente a mettersi in ordine. E, ovviamente, in quasi tutti i ristoranti del mondo funziona più o meno allo stesso modo ma per noi credo sia leggermente, e al contempo all’estremo, diverso. (Perché quando lavoriamo, lavoriamo per due squadre.) Back e front of house sono come pezzi di un puzzle organico, variegato e complesso ma funzionale e incredibilmente psichedelico. Nessuna pretesa di comparazione, ma credo che il nostro lavoro e ciò che Matt Orlando ha creato negli anni sia qualcosa di eccezionalmente variegato e fluido, strutturalmente intricato ma amabile e allucinogeno. La lungimiranza e la fatica rappresentano punti di forza del ristorante, che ancora una volta non vorrei limitarmi a chiamare “ristorante”. Dal giorno zero ad Amass mi sono detta che la mia vita sarebbe cambiata, da un punto di vista mentale ma anche comportamentale. Una nuova accezione o una nuova sfumatura sapevo si sarebbe aggiunta al mio modo di vedere le cose. Forse ciò che preferisco di più di Amass è proprio questa: il come, semplicemente, facendo parte di una piccola rivoluzione ognuno di noi possa sentirsi parte integrante della rivoluzione stessa. Nessuna big word ma realtà comprovata, perchè Amass è, è stata e continuerà a essere sconvolgimento e ogni piccola azione nel mondo può essere assunta come cambiamento evoluzionale.
Amass, ristorante con orto (foto facebook/amass)
La sala del ristorante (foto facebook/amass)
La squadra al completo di Amass. Seconda da destra, Erica Parrino. Al centro, lo chef e patron Matt Orlando
Lo chef californiano Matt Orlando. Ha aperto Amass nel 2013. Suo anche il wine bar AFC (foto Brambilla/Serrani)
Il lato pubblico del ristorante visto dai suoi protagonisti: maître e camerieri
a cura di
nata a Ragusa nel 1992, cresciuta in Sicilia, lascia presto casa per frequentare l’università e inseguire le sue passioni. Passa da Roma a Milano, viaggia per il mondo, e nel 2021 entra nel team di sala e accoglienza di Amass a Copenhagen, diventanto un anno dopo assistant manager. La muovono la (ri)scoperta di un eterno amore per la tavola, l’arte come unico credo e una visione famelica della vita
La Banchina, Refshalevej 141, +4531266561 (foto cntraveler.com)
Da sinistra gli chef che hanno partecipato all'evento Talks about Food and Future il 27 e 28 marzo scorsi presso la pizzeria Denis di Denis Lovatel, a Milano: Amanda Cohen, Blanca Del Noval, Jp McMahon, Denis Lovatel, Davide Oldani, Matt Orlando - credititi fotografici Richard Gruica
Eric Vildgaard e Tina Kragh Vildgaard, le due anime del ristorante danese Jordnær