Alessandro Troccoli
Trippa al lattedi Norbert Niederkofler
Dall'Italia Uliassi, l'arte, il mare e la caccia
Beppe Palmieri, lucano, primo servizio in Osteria Francescana 12 settembre 2000. (foto Paolo Terzi e Callo Albanese ©Archivio Artioli Editore 1899)
Oggi Giuseppe Palmieri è riconosciuto come il grande maître dell’Osteria Francescana. Pochi ricordano però che questo materano doc partì giovanissimo dalla città dei Sassi. Il Lago di Garda segnò la prima tappa di un viaggio che poi proseguì in Romagna, passando per Orta San Giulio da Cannavacciuolo, poi Lucca e Castel Guelfo a Bologna, con lo chef Bruno Barbieri, alla Locanda Solarola. Lì incontrò, casualmente, Lara Gilmore e Massimo Bottura, fedeli clienti della domenica e poi andò a mangiare in via Stella a Modena. Palmieri capì che quello era il suo posto, si candidò in sala e, proprio il 12 settembre del 2000 (oggi sono passati 19 anni esatti) varcò la porta d’ingresso di via Stella per iniziare una nuova avventura professionale, quella che gli cambierà la vita. Nel 2001 si dedicò alla cantina, già all’avanguardia, e fu attraverso un viaggio in Francia in visita agli artigiani vigneron che entrò in contatto con i grandi interpreti di una “visione vera” del vino. Era l’epoca in cui s’iniziava a parlare di vini biodinamici e Palmieri si dedicò completamente a questo mondo, un innamoramento senza confini per il vino naturale. Oggi Giuseppe sostiene: «Il mio sogno era ciò che in realtà è l’attualità ossia l’uso comune dei vini naturali senza un approccio da ghetto. Luca Ferraro, vignaiolo del Prosecco, fa una bollicina etica che alla fine elude gli schieramenti. Noi siamo un paese campione nel dividerci, forse perché è parte della nostra cultura e dalla nostra identità. Potrei citare anche Cristiana Tiberio dell’Abruzzo che io considero una delle produttrici più all’avanguardia del mondo enologico in Italia ma il suo vino arriva sulle tavole in maniera normale, senza giustificazioni dell’essere un vino naturale».
Con i gemelli Andrea e Luca Garelli
Con tutta la brigata
Con il sous chef Davide Di Fabio
C’è un sogno nel cassetto di Giuseppe Palmieri? Io resto un grande sognatore e da grande voglio fare il cuoco perché non so cucinare. Nonostante il massimo impegno, i risultati sono ancora insufficenti.
laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione
Il lato pubblico del ristorante visto dai suoi protagonisti: maître e camerieri