05-03-2020
ALMA, Scuola Internazionale di Cucina Italiana, è stata fondata a Colorno nel 2004. Tra i corsi di aggiornamento professionale, ce n'è anche uno di sala, bar e sommellerie
Diplomarsi in una Scuola e guadagnarsi subito le chiavi di una sala. Per merito delle proprie caratteristiche personali, è ovvio, da quelle non si può mai prescindere: soprattutto se tra di esse, di fianco alla vocazione, ci stanno il desiderio di imparare e l’abnegazione di mettersi a studiare. Ma per merito anche della ‘cassetta degli attrezzi’ - completa degli strumenti più evoluti, dei più rari e sofisticati - che quella Scuola infila nello zaino di chi sceglie di farsene carico, portando poi da solo, sulle proprie spalle, il ‘compito’ con cui inevitabilmente coincide il semplice fatto di saperli usare. Se la Scuola si chiama Alma, di questi aneddoti fatti di talento che incontra l’occasione se ne potrebbero raccontare tanti. E anche per questo coloro che ne animano tanto l’impostazione culturale quanto la pratica didattica, a Identità Milano 2020 avevano scelto di portare poca teoria e molta pratica: nel loro turno - previsto per la giornata dell’8 marzo, slittato a inizio luglio per i noti motivi – avrebbero parlato di “La formazione e l’inserimento dei giovani allievi”. Cominciando dalle case histories da raccontare: «Quelle di chi ci aiuta a dimostrare - per usare le parole del direttore generale Andrea Sinigaglia - che formiamo persone, prima ancora che professionisti».
Seduto, Andrea Grignaffini, storico membro del comitato scientifico di Alma
«Non a caso quando parliamo di rinascimento della Sala - conferma Sinigaglia - lo facciamo in chiave tutta italiana. È per questo aspetto dell’ospitalità, prima ancora che per l’alta cucina, storicamente appannaggio dei francesi, che siamo sempre stati famosi: saper combinare il calore dell’accoglienza con una grande professionalità. È un patrimonio da far rinascere e condividere a partire dalla resurrezione di questo mestiere che sembrava morto e sepolto e che oggi ci consente invece di raccontare bellissime storie di persone che, scegliendo questa strada, hanno rigenerato anche la loro vita. Sappiamo ormai tutti che al Ristorante un piatto non basta, se non è mediato dalla gestualità di chi lo serve: sarà suo il compito di tessere, un filo dopo l’altro, il tessuto dell’esperienza di ogni ospite».
Il lato pubblico del ristorante visto dai suoi protagonisti: maître e camerieri
di
classe 1987, giornalista professionista testardamente modicana, sommelier in formazione permanente. Attraversa ogni giorno le strade del “continente Sicilia” alla ricerca di storie, persone e imprese legate alla cultura del cibo e del vino. Perché ogni contadino merita un romanzo
I 23 nuovi Maestri d'Arte e Mestiere, premiati nella mattinata di ieri al Teatro Regio di Parma. L'evento è stato realizzato da Alma, la scuola internazionale di cucina italiana in collaborazione con la Fondazione Cologni Mestieri d'Arte
Ciro Fontanesi, classe 1984, Mantova
Pichaya Soontornyanakij, più nota come chef Pam, e il suo maître marchigiano Sacha Di Silvestre: sono i protagonisti di Potong, uno dei migliori ristoranti del mondo, cucina "Progressive Thai-Chinese" a Bangkok, in Thailandia. Foto Carlo Passera
Retroscena e curiosità di un mestiere affascinante, storie di grandi donne e uomini che hanno scritto la storia della ristorazione italiana e internazionale, visioni e consigli per alimentare nel tempo un ritorno al vero polmone dell’ospitalità: dritti In sala