21-10-2015
Lisa Foletti, bolognese, sommelier e donna di sala a Bologna, qui come cliente al Piazza Duomo di Alba (Cuneo)
A 20 anni no, facevo tutt’altro. Studentessa e musicista, bevevo e mangiavo per il puro piacere di stare in compagnia, nella mia zona di comfort. Ma alla soglia dei 30 ho iniziato ad approcciare il vino e il cibo con un'attenzione diversa, e lentamente ho cambiato orizzonti, fino a decidere di impegnarmi nel mondo della ristorazione come sommelier. Oggi, dopo un’esperienza di sala a Milano, mi destreggio fra i tavoli di un'insegna bolognese, nella mia città natale. Da cliente attenta prima, e donna di sala poi, quando visito un ristorante so di avere una percezione diversa rispetto al semplice avventore, tanto che in questi ultimi anni di scorribande culinarie mi sono spesso domandata come sarebbe se ogni pasto consumato al ristorante fosse il primo. Ripensando alle prime volte che ho messo piede in u'insegna con l'intento di vivere un'esperienza gastronomica a tutto tondo, e non solo per riempirmi la pancia, riaffiora un caos di emozioni e di pensieri, un'ondata di sensazioni dalla grana molto grossolana: aspettative molteplici, curiosità entropica, attenzione sfocata e divisa, stupore continuo. Tanto materiale, e poca consapevolezza. L'esperienza, come una sequenza di setacci dalle maglie sempre più strette, è intervenuta riducendo questo materiale, che si è fatto via via più fine. Un'operazione di perpetua sottrazione, grazie alla quale la tensione e la soggezione si sono dissipate, la consapevolezza ha incanalato le emozioni, l'attenzione si è fatta più mirata, e lo stupore ha ceduto il passo al godimento.
Col diploma Ais
Al lavoro
Il lato pubblico del ristorante visto dai suoi protagonisti: maître e camerieri
a cura di
bolognese, classe 1978, un tempo ingegnere civile, cantante lirica e ballerina di tango, oggi sommelier e donna di sala a Bologna. Di indole aperta e curiosa, ama il vino tanto quanto l'arte. L'ironia e il sorriso sono le sue armi