22-11-2018
Cinque serate per cinque servizi e in un angolino sperduto della Bassa padovana, non è facile accomodarsi alla Balobino, enoteca e osteria dei cinque fratelli Quaglia a Sant’Urbano. Mai aperta a pranzo, e chiusa pranzo e cena lunedì e martedì, è un gioiellino goloso che avrei voluto scoprire ben prima di questo mese di novembre 2018, anche se meglio poi che mai.
Quello che io intendo per una bella storia, a iniziare dal nome. Balobino per fare l’eco a una fortunata trasmissione di fine anni Novanta di Radio Deejay. I curatori infatti continuavano a parlare del Balubino (con la u), un ristorante di fantasia che presto sarebbe diventato un tormentone in casa Quaglia al punto che quando i cinque decisero di aprire un posto tutto loro lo chiamarono Balobino (con la o). Suona bene, è simpatico, bene così.
Tanto calore umano, in fondo ben più importante di quello del fuoco acceso in un bel camino nella sala rialzata. Delle due, questa è quella che si identifica con la osteria, quella più in basso accoglie l’enoteca e una straordinaria, commovente offerta di formaggi, salumi e pani, una bancone delle meraviglie che puoi ammirare anche da sopra, attraverso una larga apertura in un muro.
La sera della mia visita, prima domenica di novembre, arrivare lì è stato come fare un pieno di serenità mentale. Avrei voluto non finisse presto e far mattina. Sarà per un’altra occasione.
I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi