Pochi giorni fa, durante la presentazione della Guida di Identità Golose 2014, Oscar Farinetti snocciolava complimenti a Paolo Marchi e a tutto il suo team. Con la sua intelligenza guascona, in poche parole, coglieva il vero elemento distintivo della guida e dell’approccio marchiano. “Voi approfondite la conoscenza, non giudicate, in una parola segnalate”. Una segnalazione ha un grande valore, perché tutto comincia da un desiderio di conoscenza e approfondimento. Questa dinamica si ritrova anche all’origine del Merano Wine Festival, e probabilmente è la causa principale della sua freschezza e longevità.
Pensiamoci un attimo: non fare una classifica è qualcosa che scuote anche la pigrizia latente di chi partecipa. Se ci fosse, dite la verità, non partireste anche voi dai più alti, da quelli che sulla carta sono i più blasonati? Senza punteggi dichiarati un minimo di sforzo lo dobbiamo fare tutti. Selezionare a nostra volta. Perché a Merano sono tutti sullo stesso piano. Di eccellenza, ma tutti alla stessa altezza. Quest’anno, arrivati alla ventiduesima edizione, le 9 commissioni di assaggio hanno aperto i cancelli della Kurhaus a 320 vini su 900.

Helmut Koecher, fondatore e anima della rassegna meranese
I calici inizieranno a riempirsi, come da tradizione, oggi, con
bio&dynamica, la selezionata rassegna di 60 vignaioli italiani ed europei, che praticano viticoltura biologica, biodinamica e “secondo natura”. Da domani, sabato 9, tutto lo stivale italiano sarà rappresentato nelle splendide sale della Kurhaus e il profumo di grandi vitigni autoctoni e internazionali verrà celebrato con uno stile per niente fieristico. I banchetti del vino, tutti uguali, permetteranno un maggior coinvolgimento dei partecipanti e una più intensa predisposizione ad ascoltare grandi storie di vino.
Dalla Francia, ritorneranno con i loro grandi vini, i 30
vignerons dell'
Union des Grands Crus de Bordeaux, organismo che quest'anno festeggia il 40° anniversario dalla fondazione. Con la presenza di 5 aziende agricole georgiane, selezionate direttamente da Köcher per l'ineguagliabile qualità dei loro vini, sarà come prendere la macchina del tempo per risalire agli albori della cultura vitivinicola quando erano le anfore a vegliare sul nostro amato nettare.
Non mancheranno grandi degustazioni, 14 per l’esattezza. Supervisionate da
Ian d'Agata, uno fra i massimi esperti di vino italiani. Basti pensare alla degustazione di 8 annate, tra il 1971 e il 2008, di
Brunello di Montalcino Biondi Santi, in ricordo di
Franco Biondi Santi. O alla degustazione sui generis che prevede l’assaggio di grandi vini, italiani, francesi e alsaziani in un incontro-scontro tra chi di vino scrive e chi invece il vino lo serve e consiglia tutti i giorni in sala. Un’ampia parentesi, che bisserà il successo del 2012, sarà quella del
Club Excellence,
Associazione di importatori e distributori nazionali di vini e spirits d’eccellenza. All’
Hotel Terme, champagne di rare annate ed etichette introvabili saranno in degustazione domenica 10 e lunedì 11.
Non mancherà la cucina d’autore: nella
Gourmet Arena andrà in scena il talento di bravi cuochi come
Errico Recanati o maestri della lievitazione come
Renato Bosco.