La qualità è un fattore troppo spesso portato come baluardo, come “parola d’ordine” dei convegni, come immagine. Ma trasformare le parole in fatti diventa un’impresa difficile. E quando si parla di vino, la questione è ancora più spinosa, con la paura che dietro allo “scudo” di una qualità apparente, si possa trovare qualche spiacevole sorpresa.

Chiavennasca, il nebbiolo simbolo della Valtellina
Nessuna spiacevole sorpresa, invece, in Valtellina, dove per fortuna i pochi produttori – parliamo di una trentina abbondante di aziende con complessivi 800 ettari di vigna e 30mila ettolitri di vino all’anno – hanno compreso quanto sia importante puntare sui vini buoni e non su quelli semplicemente convenienti, quelli - da scaffale di supermercato di serie b o da discount. Vini da serie A (e non da zona retrocessione), come ha ampiamente dimostrato il primo concorso dei vini della provincia di Sondrio, che si è svolto nell’ambito della rassegna
Grappolo d’Oro a Chiuro. Non solo convegni in cui parlare di qualità, territorio, tradizione, terrazzamenti e altro ancora, ma bicchieri di Valtellina Superiore Docg da provare, da segnalare e soprattutto da gustare.
Per quanto riguarda questa prima edizione, l’attenzione degli organizzatori si è concentrata sui Valtellina Superiore Docg senza la denominazione della sottozona: nei prossimi anni si assaggeranno Valgella, Inferno, Sassella, Grumello e Maroggia fino ad arrivare alla degustazione degli Sfrorzati. La piacevole sorpresa del concorso è stata proprio la qualità media dei vini: tra i migliori e i “peggiori” (ma forse è meglio chiamarli solo “meno buoni”) la differenza di punteggio era decisamente bassa, giusto qualche punto di valutazione. E questo è stato evidenziato non solo dalle quattro giurie tecniche (Ais, Onav, enologi e giornalisti), ma anche dal tavolo di degustazione composto da 10 consumatori, in particolare ristoratori.

Sugli scudi, il Valtellina Superiore di Nino Negri (nella foto, il Quadrio)
Caso vuole che proprio il vino, ovviamente degustato alla cieca, che era stato scelto dalla giuria dei consumatori è risultato quello che ha vinto: si tratta
Valtellina Superiore Docg Riserva 2007 della
Nino Negri, che ha conquistato per eleganza e finezza, oltre che a una notevole varietà di profumi. Un vino che ben rappresenta il territorio. Si sono trovati d’accordo giornalisti e esperti dell’
Onav, che nelle loro degustazioni hanno puntato su un altro prodotto della
Negri, ovvero il
Mazer 2009, che negli anni ha saputo “smussare gli angoli” e diventare un raffinato vino dalle grandi possibilità di affinamento. Così come tutti i 2009, a dire il vero, un’annata che darà grandi soddisfazioni alla Valtellina e soprattutto ai consumatori di questi prodotti.
Ne è una dimostrazione anche la scelta dei sommelier Ais, che hanno premiato il Crespino 2009 della Rainoldi, dalla grandissima profondità di profumi. Il giudizio degli enologi ha invece celebrato il Prestigio di Triacca, annata 2007, segno che i vini della Valtellina hanno comunque bisogno di un po’ di tempo in cantina per affinarsi e migliorare. L’appuntamento è per il prossimo anno, quindi. Nella speranza che nessuno scenda dal “carro” della qualità. Non quella parlata, ma quella dei fatti.