Dicono che la zona di Coriano sia la Montalcino di Romagna. Un simile paragone, per chi produce vino tra queste dolci colline che respirano il mare, è un po’ come uno scrittore affermato che dice a uno dei suoi studenti, “tu hai la stoffa per scrivere grandi storie”. Parole pesanti che rimangono appese alle viti e che, se non vengono vendemmiate, sono peggio della peronospera, che non è una figura retorica.
Terre di Fiume è una giovane cantina, senza cantina. Strano a dirsi, ma nonostante i cartelli che declamano “Coriano paese del vino” o “Strada del vino dei colli riminesi”, nel piano regolatore della zona non è prevista, e quindi vietata, la costruzione di cantine. Una bella gatta da estirpare per Ombretta Pivi, proprietaria dell’azienda. La situazione di emergenza non ha fermato questa affabile romagnola che, con i trattori pieni di buon senso, è andata a bussare al vicino. L’accordo è arrivato subito e Terre di Fiume, ancora oggi, vinifica con il suo enologo e invecchia il suo vino presso l’azienda vinicola Podere Vecciano.

Ombretta ha sicuramente preso dal padre, meccanico ma con un motore creativo in testa. Non gira in motocicletta – come il padre - ma con un grosso pick-up rosso, segno che anche l’auto di rappresentanza debba mostrare quello a cui lei tiene veramente, la sua vigna. Su quel pick-up siamo saliti per fare il giro del vigneto di Firriano, toponimo da cui deriva il nome del
Ferianus, Rebola al 95% per cento a cui si unisce un 5% di chardonnay ad avvenuta fermentazione. Ai tempi dell’
Ariminum romana questa collina veniva chiamata Ferianus perché rappresentava il luogo della “feria”, del riposo e del buon vivere. Questo bianco, prodotto da uve coltivate secondo le regole dell’agricoltura biologica è stato una folgorazione, qualcosa che non ci ha fatto riposare su un già saputo, su un già assaggiato. Ciò che più ci ha colpito è la sua mineralità, come se un quarzo delle saline di Cervia fosse compreso nell’assaggio. Gli altri vini sono un omaggio a due grandi uomini,
Fafnir ed
Eutiches.
“Mio padre Romeo era l’ultimo di una famiglia numerosa, era il più creativo dei suoi fratelli, ma era anche quello che amava profondamente la terra che possedeva. Girava su una motocicletta tedesca, la
Fafnir. E tutti lo chiamavano così,
Fafnir. Mia mamma
Tosca non sopportava questo soprannome. Quando qualcuno gli chiedeva di
Fafnir lei diceva che non conosceva nessuno con quel nome”.
Fafnir è un sangiovese superiore di lunga macerazione sulle bucce con un 10% di cabernet sauvignon e syrah. Un po’ lento a carburare e forse un po’ troppo classico da guidare.
Il terzo vino è l’
Eutyches, rosso rubicone composto per 80% da sangiovese e 20% da Montelpulciano. L’idea di scomodare un chirurgo del secondo secolo è stata di
Oreste Delucca, studioso del territorio chiamato in causa quando nei lavori per realizzare una nuova parte di vigneto sono spuntati mattoni e altri indizi di presenza di edifici romani.
Eutyches era l’homo bonus e amante del bello che avrebbe sicuramente apprezzato questo rosso dagli spiccati tannini e da bere fresco, dedicato a chi ama curarsi intorno a un tavolo.
Terre di Fiume
Friano Coriano (RImini)
+39.347.3642996
terredifiume@gmail.com