Il buono, il burbero e John Belushi. Non è un nuovo film in uscita e nemmeno la sua parodia. Sono Giovanni, Lorenzo e Simone - quest'ultimo assomiglia così tanto all'attore americano che mi aspettavo mi invitasse a un toga party - alias il nuovo corso di una storica cantina piemontese che comincia la sua nuova storia. Giovanni e Simone sono neolaureati in Scienze Politiche a Milano, Lorenzo è un imprenditore della provincia milanese, stregato dal Monferrato a tal punto da decidere di acquistare Cascina la Barbatella come un normale acquisto d'impulso. Prendeteli pure per pazzi, la vostra intuizione sarà confermata non appena ci farete due chiacchere, figuratevi a frequentarli un po'.
Anche la prima Barbatella era nata per iniziativa di un imprenditore milanese, Mr.
Sonvico che affidò la produzione a quel geniaccio di
Giuliano Noé, considerato e rispettato da tutti come il padre della grande barbera piemontese. La storia ha fatto il suo corso, gli anni Ottanta sono passati e ora i tre coraggiosi milanesi stanno cercando di rifarla la storia. Innanzitutto di imbottigliarla. Senza rinnegare il passato ma lavorando bene e frequentando una terra alla quale all'inizio facevano il filo, che poi è diventato filare e ora sembra proprio amore. Se ne sono accorti anche i piemontesi, quel vicinato che storicamente non è così aperto, ma che non ha potuto che cedere di fronte alla tenacia e alla serietà di quei 3 pazzi.
Chiedete alla Macelleria Vittorio, un'istituzione di Nizza Monferrato. Per il compleanno di Lorenzo non ha consigliato i "soliti" tagli piemontesi, ma una faraona da applausi da fare alla griglia. Chiedete al produttore
Avezza che solo qualche giorno fa è arrivato alla Barbatella con i suoi strumenti per la sboccatura da utilizzare per la prima sboccatura del Badessa, 100% Chardonnay Metodo Classico. Spostandosi su Milano, chiedete alla signora
Antonella della storica
Enoteca Ronchi. Quando
Simone, ancora studente alla Cattolica, entrò per proporre i suoi vini lei lo congedò all'istante dicendo che lì si lavorava solo con persone serie. Ma Simone, come un pugile testardo, ha perseverato settimana dopo settimana, ripresa dopo ripresa, tornando da lei a comprare i vini in saldo. Sceglieva il vino, pagava e se ne andava. Fino a che la signora
Antonella ha iniziato a rivolgergli la parola, a rivolgergli i suoi consigli e a chiedergli il vino. Ora
Simone la invita anche a cena.
Il nuovo corso della
Barbatella è su tutti i fronti, come per una vera azienda. Non è stato facile rimettersi sul mercato, ristabilire un network commerciale, anche estero, dopo il "buco" verificatosi quando al Signor
Sonvico scemò la passione per il Monferrato. Non è stato facile coordinare le persone e il lavori in campagna e in cantina. E non è stato facile rilanciare i grandi vini della Barbatella e proporre cose nuove.
Quasi tre anni di gestazione, ma i risultati iniziano ad affiorare.
Gold Medal all'
International Wine Guide 2013 per il
Sonvico 2008, blend di barbera e cabernet sauvignon. In finale per i tre bicchieri
Gambero rosso con tutti e tre i principali rossi, vale a dire barbera base, barbera riserva
Vigna dell'Angelo e
Sonvico. E una serenità che non sembra derivare dall'apprendimento di nuove abitudini lavorative ma da un'unità d'intenti che è più quella di una famiglia allargata piuttosto che di colleghi di lavoro. Il tempo tendenzialmente rende più saggi, ma non è automatico che faccia calare la dose di pazzia. Il trio della
Barbatella sta lavorando a un 100% Pinot Nero fermo. In Monferrato.
Cascina La Barbatella
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Nizza Monferrato (Asti)
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