24-08-2024
Non capisco chi ha grandi bottiglie e le mette da parte per stapparle quando arriverà l’occasione giusta, che quasi sempre non arriva mai e va a finire che si sciupano. Bisogna inventarsi il momento senza tanti dubbi e se proprio non a tutti viene facile, questo numero della newsletter bollicine cade alla vigilia della notte delle stelle cadenti, domani 10 agosto, e a quasi una settimana da ferragosto. Come sempre, sono undici schede, sette italiane e quattro straniere. Rimanendo a casa nostra ecco Trento Doc, Oltrepò Pavese, Campania, Puglia, Emilia Romagna e Franciacorta (due). Poi due Champagne e due che allargano i confini di tutti: Moldavia e Canada. E’ bene ricordare che sono tutti prodotti che ritroviamo in rete.
Paolo Marchi, nell'introduzione alla newsletter di Bollicine del Mondo
Borgo dei Posseri, storica borgata trentina in quota, dopo anni di abbandono torna a splendere in virtù dell’entusiasmo e dell’impegno di Maria Marangoni e Massimo De Alessandri: grazie alla loro gestione, questa cantina di montagna rappresenta oggi una realtà d’eccellenza della produzione vitivinicola regionale. La tenuta si estende per 230 ettari su un altopiano situato tra il borgo barocco di Ala e le Piccole Dolomiti, un ambiente praticamente incontaminato, caratterizzato da ventilazione costante e da un’intensa escursione termica - cruciale per esaltare la fragranza e la complessità aromatica delle uve -, che si esprimono attraverso etichette fortemente territoriali, vini che attingono alla tradizione trentina più autentica, con la montagna a costituirne un vero e proprio elemento stilistico. Il Tananai Trento DOC firmato Borgo dei Posseri è un blend di Chardonnay 50% e Pinot Nero 50% che vanta la prima denominazione di origine controllata in Italia riservata alle migliori bollicine di montagna realizzate con uve di alta qualità, seguendo un severo disciplinare di produzione e controlli rigorosi. I 32 mesi di permanenza a contatto con i lieviti donano allo spumante una struttura importante e persistente, senza compromettere l’inconfondibile acidità delle uve cresciute su terreni montani.
Andrea Grignaffini
Terre d’Aenòr è l’azienda franciacortina guidata da Eleonora Bianchi, giovane fondatrice che in 48 ettari di vigneti ha creato il suo quartier generale con ben 33 appezzamenti dove sono distese vigne di Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco dedicati alle bollicine oltre al Merlot e il Cabernet Sauvignon per un taglio bordolese. Una ragazza quasi trentenne che ha abbandonato la carriera forense per dedicarsi alla sua passione enoica puntando all’estrema qualità dei suoi vini senza scordare packaging e comunicazione. Dinamicità che si ritrova in molte cuvée. La versione elegante del Brut ci conferma il payoff dell’azienda Gradi di Stile, perché nel calice lo si ritrova perfettamente in una bollicina setosa, dove la prevalenza di Chardonnay (90%) lascia spazio alla restante percentuale di Pinot Nero. Floreale, agrumato con note finali di frutta secca oltre a una ricorrente fragranza tipica della crosta di pane che avvolge il sorso celando una freschezza infinita. Una sosta di circa 25 mesi sui lieviti e la piacevole sensazione che possa essere bevuto a tutto pasto per i profumi suadenti e la morbidezza in evoluzione di un sorso dallo stile senza tempo.
Cinzia Benzi
La Genisia è una giovane realtà sociale che coinvolge venti vignaioli, per un totale di 70 ettari vitati nei comuni di Codevilla (PV) e dintorni. Siamo ovviamente in Oltrepò Pavese, terra di eccellenti Pinot Nero, denominazione che sa regalare vere eccellenze spumantistiche. La cifra stilistica de La Genisia è il lavoro di squadra, tutto orientato a esaltare la storia, la tradizione e la tecnica di una viticoltura che pone l’attenzione sulla salvaguardia dell’ambiente: i 70 ettari sono sottoposti a una continua attività di analisi e ricerca, le viti sono coltivate a Guyot a 250/300 metri di altitudine sui magnifici pendii dell’Oltrepò Pavese. Questa visione consente di ottenere risultati convincenti, vini riconoscibili e fortemente legati al terroir. Il Metodo Classico ne è una dimostrazione lampante con un Pinot Nero in purezza prodotto con uve provenienti da Torrazza Coste, Codevilla, Valle Coppa e Valle Schizzola. Sono 24 i mesi di affinamento sui lieviti, dopo la sboccatura riposa in bottiglia per altri sei circa. Uno spumante brioso e piacevolissimo, mai banale, con i suoi profumi agrumati e le nuance classiche di pasticceria. Al palato è ampio, morbido, avvolgente.
Bruno Petronilli
La cooperativa Chassenay d’Arce, situata a Ville sur Arce nel sud della Champagne è stata fondata nel 1956 prendendo per i suoi Champagne l’emblema dello Château de Chacenay che domina la Vallée de l’Arce. La cooperativa riunisce oggi 130 aderenti che coprono 325 ettari di vigneti nel cuore della Côte des Bar. Il Pinot Noir rappresenta il 90% del vigneto e la Maison persegue un approccio per la difesa dell’ambiente, con già 7,3 ettari di vigna certificati in biologico. Origine, Pinot Noir in purezza, è uno Champagne elaborato da uve coltivate in regime biologico, con l’etichetta delle bottiglie stampata su carta riciclata proveniente da fibre naturali, cosicché la quantità di carta necessaria all’habillage è stata ridotta del 65%. È un non millesimato, base d’annata 2016 con l’apporto del 50% di vini di riserva delle annate 2015 e 2014, vinificato per il 20% in legno con svolgimento parziale della malolattica. Dopo un affinamento di 5 anni, il dégorgement è avvenuto nel 2022 con un dosaggio di 3 g/l. All’olfatto si esprime con profumi fruttati di cassis, prugne, lamponi e floreale di peonie, aromi agrumati di pompelmo rosa e sentori speziati. Al palato è fine ed elegante, fresco e minerale, mousse cremosa e un finale lungo e persistente con una bella aromaticità.
Manlio Giustiniani
Fondata da Christian Bellei nel 2010, Cantina della Volta raccoglie il testimone della Francesco Bellei & C., fondata nel 1920 dal nonno Francesco Bellei a Bomporto di Modena. L’azienda dispone di 10 ettari a vigneto a 650 metri d’altitudine nella frazione Riccò del comune di Serramazzoni dove negli anni ’90 Beppe Bellei, padre di Christian, aveva messo a dimora le barbatelle di Pinot Nero e Chardonnay utilizzate principalmente per la produzione dei Mattaglio, spumanti metodo classico prodotti in cinque versioni, sia bianchi sia rosé; mentre le uve di Lambrusco provengono da vecchi vigneti situati su terreni alluvionali del fiume Secchia, nella zona di Sorbara. Christian è figlio d’arte, ha ereditato dal padre la passione per il metodo classico ed è riuscito con i suoi vini a reinterpretare il Lambrusco per dargli nuovo lustro e a realizzare sulle colline modenesi, spumanti stilisticamente impeccabili con i vitigni tipici dello Champagne. Il Mattaglio Specialist Brut Rosé 2018 è prodotto da uve Pinot Nero e si apre al naso con note di amarena, scorza d'arancia, rosa canina, violetta e soffusi sbuffi di erbe officinali. Il sorso è agile, pieno, carnoso e cremoso, con piacevoli ritorni fruttati e un bell'allungo salino nel finale.
Adele Granieri
Carte des étoiles non è solo un vino, ma un'esperienza enologica che invita i degustatori a intraprendere un viaggio sensoriale tra le stelle. Questo vino, prodotto con maestria dalla Maison Frédéric Levin, rappresenta la perfetta fusione tra tradizione vitivinicola e innovazione, offrendo un prodotto che incanta per la sua complessità e raffinatezza. Uno Champagne che nasce con l'intenzione di celebrare le meraviglie del cielo notturno - “trasformare la bellezza del cielo in uno Champagne”, come riporta l’etichetta - e di catturare la magia delle stelle in ogni bottiglia. I vigneti di Pinot Nero, Chardonnay e Pinot Meunier, classificati come premier Cru, sono coltivati tra Puits, Montbrè e Cormontreuil. Degustare Carte des étoiles è come intraprendere un viaggio tra le costellazioni. Ogni sorso rivela nuove sfumature e complessità, creando un'esperienza sensoriale che va oltre il semplice apprezzamento del gusto. La qualità superiore delle uve, unite a un processo di vinificazione attentamente controllato, garantisce un prodotto che soddisfa anche i palati più esigenti. Un invito a esplorare il cosmo attraverso i sensi; ogni bottiglia rappresenta un omaggio alla bellezza del cielo notturno e alla maestria dell’arte vinicola.
Stefania Oggioni
Dal 2018 Selvanova ritorna al centro della viticoltura di qualità casertana grazie all’investimento della Gesco, un consorzio di imprese sociali che si occupa di inserimento nel mondo lavorativo di persone, anche giovani, appartenenti alle categorie a rischio. L’azienda è certificata biologica sin dal 2000 per volere della precedente gestione e alla produzione viticola si affiancano, olivicoltura, apicoltura e accoglienza con le attività della fattoria sociale e agrituristica. Le nuove etichette artistiche della gamma gettano luce primariamente sui vitigni locali della valle del Volturno, quindi Pallagrello nero e bianco. Il Fiano entra in gioco per proporre volutamente un vino frizzante e gioviale, portatore di un messaggio di autentica semplicità e leggerezza. Il Londro Bianco Frizzante non subisce sboccatura dopo la rifermentazione in bottiglia, che avviene aggiungendo del mosto precedentemente congelato; quindi, si presenterà in bottiglia leggermente velato ancora sui propri lieviti, portatori di aromi e fragranze. Profumi freschi di pesca, fresia, agrumi ed erbe aromatiche anticipano un sorso coinvolgente, dissetante e di basso grado alcolico. Starà bene con tutto il fritto che vi viene in mente, meglio se frittatine di pasta o pizza fritta.
Monica Coluccia
Mi ha colpito questo racconto. L’ho ascoltato con viva curiosità, anche perché, da buon appassionato di vini effervescenti d'oltralpe, ho calpestato zolle e gesso champenoise sia sopra che sottoterra per diversi lustri. Centoventi chilometri di gallerie sotterranee. Strade vere e proprie che prendono il nome dei vitigni più rappresentativi. Temperature costanti tra 12 e 14 gradi, 95-98% di umidità, tra i 60 e i 100 metri di media di profondità, 2 milioni di bottiglie da metodo classico prodotte ogni anno; 40 milioni di bottiglie di giacenza media. No, mi dispiace deludervi, non stiamo descrivendo una delle maggiori maison di Champagne: facile pensarlo, lo ammetto. No, qui siamo a Cricova, 15 km a nord di Chisinau, la capitale della Moldavia. Cricova è anche il nome della cantina, monumento e attrazione nazionale. Questa cuvée ne è il punto espressivo più alto: un vino che esprime dopo 18 mesi la massima qualità dei vitigni di Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero. Dosaggio minimo, 3g/l, il vino è ricco, viscoso e denso, con una beva che appaga subito. Fossi in voi, se doveste capitare in Moldavia, visiterei Cricova.
Luca Turner
Fondata da Donald Ziraldo e Karl Kaiser, Inniskillin - il cui nome deriva dall'ex proprietario dei terreni che era stato colonnello degli Inniskilling Fusiliers - fu la prima cantina a ottenere, nel luglio 1975, la licenza vinicola in Canada dopo il proibizionismo e la prima a condurre il vino canadese alla ribalta internazionale vincendo il Grand Prix d'Honneur al Vinexpo del 1991 per il Karl Kaiser’s 1989 Vidal Icewine. E col nuovo millennio avviene il lancio di un celebrativo Sparkling Ice Wine VQA. Chi scrive ha avuto l’occasione inaspettata di degustare lo Sparkling Cabernet Franc Icewine dalla vendemmia 2022 e lo ha trovato interessante nella sua unicità. I chicchi vengono raccolti congelati a una temperatura media di -10 °C per poi essere immediatamente spremuti. Il succo concentrato viene poi lasciato riposare a freddo per 48 ore e poi travasato e inoculato utilizzando un ceppo di lievito selezionato in grado di sopportare gli elevati livelli di zucchero. Il vino, quindi, viene trasferito in recipienti a pressione dove rifermenta a 17°C per due settimane per la presa di spuma. All’assaggio è un tripudio di frutti rossi maturi, con l’effervescenza a fornire un piacevole e fresco contrappunto all’alta concentrazione zuccherina. Da provare con dessert di sottobosco e cioccolato.
Luca Torretta
Battista Cola deve tutto a suo padre: Giovanni, viticoltore in Franciacorta nel secondo dopoguerra, trasmise la passione per la vite e per il vino a suo figlio. Nel 1985 nacque l’azienda di famiglia ad Adro, ai piedi del Monte Alto: dieci ettari vitati che rispecchiano perfettamente il concetto di artigianalità e dimensione intimamente familiare che ancora oggi caratterizzano il lavoro di Stefano, figlio di Battista. Un percorso che si traduce in un’azienda che punta decisa sulla sostenibilità ambientale attraverso un’agricoltura attenta, coadiuvata da un impianto fotovoltaico che riesce a sostenerla per il 60% del proprio fabbisogno energetico: un aspetto importante che rende perfettamente l'idea del legame affettivo tra i Cola e il territorio franciacortino. Legame che si riflette fedelmente nella specialità della casa, le bollicine. Il Dosaggio Zero 2017, interamente Chardonnay, parte nel bicchiere fresco e speziato, su note erbacee di rosmarino e timo, per poi virare, sul binario della freschezza, su cedro e lime. Al palato è lieve, ma teso con gli agrumi che tornano prepotenti, succoso nell’acidità che slancia e rende il sorso pericolosamente piacevole, quasi compulsivo. Family affair.
Alessio Pietrobattista
Al centro c’è la famiglia. Cantele è un’azienda che viene fondata da Giovanni Battista Cantele nel 1979. In realtà la famiglia è originaria del Veneto, ma nel 1951 si innamorò della Puglia e decise di rimanervi. Poi fu Augusto Cantele che decise di studiare a Conegliano per poter realizzare vini bianchi di qualità. «Negli ultimi 20 anni - racconta Paolo Cantele, figlio di Augusto - io, che mi occupo di commercializzazione e marketing, e mio fratello Gianni, come enologo, con i miei due cugini, Umberto e Luisa, abbiamo preso il testimone. Purtroppo il mio papà è mancato alcuni anni fa. Siamo un’azienda familiare». L’obiettivo è quello di fare vini freschi ed eleganti. Così nasce anche lo spumante, il Rohesia Rosé Pas Dosé, dove il Negroamaro stupisce per la sua capacità di esprimersi anche tramite le bollicine. Metodo Classico che riposa per 60 mesi in bottiglia sui lieviti: il Negramaro, oltre al colore rosa tenue, conferisce al vino note di frutta, come mirtilli e lampone, ma anche di fiori, come la rosa. In bocca stupisce la freschezza e la pulizia, combinate anche a un’ottima sapidità. Vino perfetto per gli abbinamenti, eccellente a tutto pasto anche con accostamenti un po’ azzardati e cibi speziati o piccanti.
Raffaele Foglia
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
A cura della redazione di Identità Golose
Ciro Fontanesi, classe 1984, Mantova
Adua Villa, scrittrice, narratrice e imprenditrice digitale