18-12-2023

I toscani che invecchiano bene: il Chianti supera alla grande la prova del tempo

Due aziende, Querceto di Castellina e Fattoria di Grignano, l'evoluzione dei loro vini narrata in due verticali e un risultato sorprendente, il tutto con bottiglie che partono al di sotto dei 20 euro

Quanti vini che costano meno di 20 euro riescono a evolvere bene per dieci, quindici, vent’anni o più? Abbiamo risposto a questa domanda in Toscana, grazie a due piacevoli verticali di aziende diverse, in un viaggio tra cimeli enologici ben conservati e un racconto integrato del territorio, nonché un’esplorazione nel tempo dei loro vini.

Iniziamo da Castellina in Chianti, sede dell’azienda Querceto di Castellina che, proprio quest’anno, ha celebrato il 25esimo anniversario dalla prima annata di L’aura: l’azienda è stata fondata nel 1945 da Guido Masini, ma è nel 1988 con la figlia Laura, che si dà impulso all'attività ricettiva; poi, alla fine degli anni Novanta, il figlio maggiore Jacopo comincia a dedicarsi all'azienda di famiglia, mentre nel 1998 viene inaugurata la cantina e imbottigliata la prima annata con il marchio Querceto di Castellina.

Jacopo Di Battista, alla guida dell'azienda Querceto di Castellina

Jacopo Di Battista, alla guida dell'azienda Querceto di Castellina

Il presente vede tutta la famiglia coinvolta, con un’offerta enoturistica di interesse assoluto e, ovviamente, la produzione e commercializzazione di vini biologici provenienti da 11 ettari vitati nel cuore della DOCG Chianti Classico, sede di un paesaggio di grande fascino, tra le morbide colline toscane, circondato da boschi di cipressi, querce, lecci e uliveti.
L'aura Chianti Classico, che oggi affina per 12 mesi in botti di rovere francese da 500 litri, è stato il primo vino Sangiovese prodotto da Querceto di Castellina nel 1998 (solo 3.300 bottiglie): con grande amore e dedizione, la produzione di Querceto è poi cresciuta costantemente fino ad arrivare alle 30.000 totali di oggi. L’enologo è Gioia Cresti.

 

Note da una verticale di Querceto di Castellina

Chianti Classico "L'Aura" - 2021
Inverno mediamente freddo con buone piogge durante il periodo primaverile, estate asciutta con solo qualche sporadica pioggia nel mese di agosto, alla fine del quale le temperature, pur rimanendo abbastanza alte durante il giorno, si sono abbassate notevolmente negli orari notturni. Colore rosso non troppo carico alla vista, tanto frutto al naso ma anche profumi eleganti come spezie e rose. Fresco e vibrante al palato, acidità non troppo spinta, ma in pieno equilibrio. Da bere adesso e chissà ancora per quanto tempo.

Chianti Classico "L'Aura" - 2020
Primavera fresca seguita da un’estate calda e molto lunga ma con buone escursioni termiche tra giorno e notte. Annata che non ha sofferto lo stress idrico grazie alle piogge di giugno e settembre.Un vino dall'acidità ben presente, di buona fattura. Naso composto e definito con profumi di erbe che emergono piacevolmente. Sorso lungo e sapidità in chiusura.

Chianti Classico "L'Aura" - 2019
Clima più rigido della media nell’inverno e a inizio primavera. Abbondanti piogge primaverili hanno creato importanti riserve idriche per un’estate abbastanza calda, ma regolare senza particolari picchi di calore o abbondanti precipitazioni. Settembre è stato caratterizzato da bel tempo e grandi escursioni termiche. Colore rubino con leggere sfumature porpora, naso più esile con profumi che variano di continuo. Trama tannica presente e di buona fattura, non lungo al sorso, ma di grande piacevolezza anche grazie all’annata fortunata.

Chianti Classico "L'Aura" - 2018
Temperature sopra la media stagionale in marzo e aprile, maggio abbastanza piovoso. A metà giugno le temperature hanno cominciato a salire, nella norma, durante i mesi estivi. Settembre ha visto un susseguirsi di giornate soleggiate, ma con una grande escursione termica fra giorno e notte. Annata non ideale, ma il migliore della batteria: rosso rubino scarico al colore, arancia rossa matura al naso e anche note vegetali in evidenza. Ingresso ampio, ricco e di grande piacevolezza con una freschezza che fa da sottofondo insieme all’eleganza dei tannini.

Chianti Classico "L'Aura" - 2015
L’inverno è stato mite con alternanza di qualche giornata fredda, quindi temperature sotto lo zero. Primavera molto mite con temperature medio-alte. L’estate è stata ottima nell’insieme, con poca piovosità e con temperature elevate nei mesi di luglio e agosto. È l’anno di svolta e di diversi cambiamenti durante la raccolta e la vinificazione: colore un po’ più scarico, sorprende per profumi ferrosi e di viola, marasca, ma anche tabacco e polvere da sparo. Vino di carattere anche se sembra un po’ stanco.

Chianti Classico "L'Aura" - 2006
Giornate d’inverno rigide abbondantemente sotto lo zero, marzo compreso. Aprile e maggio abbastanza piovosi con temperature sotto la media, i mesi estivi sono stati caratterizzati da piogge scarse. Dopo la metà di agosto, giornate soleggiate e calde che si sono protratte a settembre fino alla prima quindicina di ottobre. Un salto importante in questa verticale di ben nove anni, ottima l’annata di riferimento. Purtroppo si fa notare sin da subito l’ossidazione, ma il vino è già oltre la soglia. Caffè e cacao ritornano al gusto, precipitazioni nel calice continue.

Chianti Classico "L'Aura" - 2004
L'inverno è cominciato a dicembre inoltrato e si è protratto poi più a lungo del previsto. Gennaio è stato il mese più freddo, ma le temperature sono state molto basse anche nei mesi di febbraio e marzo. Da aprile si è registrato un clima mite con poche piogge. Estate nella norma. In grande forma a quasi vent’anni dalla vendemmia, gli accenni granati sono evidenti, ma il naso vira da spezie dolci a confetture. La spalla acida sorregge il vino ancora al gusto, il tannino è presente, freschezza e sapidità chiudono il sorso.

Chianti Classico "L'Aura" - 1999
Il 1999 è stata un’ottima annata per tutta la zona del Chianti Classico e, in effetti, nel calice questa condizione si rivela ancora. Primavera ricca di precipitazioni che hanno arricchito il terreno di riserve idriche, con un’estate lunga e molto calda, intervallata da qualche pioggia. Note di pasticceria ma anche frutti neri, tannino ancora integro. Il migliore tra le “vecchie” annate.

Chianti Classico "L'Aura" - 1998
Il 1998 è stata un’annata regolare, con una primavera piovosa e un'estate dalle temperature alte, che si sono protratte a lungo rallentando lo sviluppo della vite. Da settembre si è tornati a condizioni climatiche di maggiore equilibrio. Primo vino messo in commercio con un’aggiunta di merlot e prodotto in sole 3.000 bottiglie. Frutto al naso ancora integro, poi evolve con note di tabacco e, al gusto, sorprende per una buona lunghezza.
 

Il nostro racconto prosegue a Pontassieve, nella bella Fattoria di Grignano oggi guidata da Tommaso Inghirami. Siamo a 12 km da Firenze, in una splendida tenuta secolare risalente all’Età del bronzo e che appartiene alla famiglia Inghirami di Borgo Sansepolcro, uno dei nomi più noti e rappresentativi del tessile moda italiano dagli anni ‘70. Da quel momento inizia il progetto di riqualificazione e valorizzazione dei 600 ettari di terreno, di cui 50 coltivati a vigneto, 200 a oliveto, 100 a seminativo e 250 a bosco. Nel 1999 la famiglia acquista la Fattoria Pievecchia ampliando l’estensione di Tenuta di Grignano: il Chianti Rufina è la più piccola delle sottozone del Chianti, ma è anche tra le più alte; a Grignano, infatti, i vigneti raggiungono altitudini fino ai 550 metri sul livello del mare, con esposizioni Sud / Sud-est.

 

Note di degustazione dei vini Fattoria di Grignano

DOCG CHIANTI RUFINA RISERVA Poggio Gualtieri
Da più di 50 anni a Grignano si producono due DOCG e una DOC tra cui il Chianti Rufina Riserva Poggio Gualtieri da un vigneto di 8 ettari con più di 20 anni età, densità di impianto e rese molto basse da cui si ottiene un Sangiovese brillante e setoso. Dal 2018, prima annata gestita da Tommaso Inghirami, viene effettuata la malolattica in cemento, per poi passare alla maturazione in botte grande per 18 mesi e affinamento in bottiglia minimo per altri 12. Interessante notare che dal 1997 al 2008 l’enologo è stato Franco Bernabei, poi Vittorio Fiore e Barbara Tamburini fino al 2013, mentre dal 2014 è Stefano Chioccioli. La Riserva Poggio Gualtieri non è stata prodotta nel 2010, 2014 e 2017 e, purtroppo, non siamo riusciti a recuperare le note sull’annata dalla 2015 in poi.

Poggio Gualtieri 2018
È la prima vendemmia di Tommaso Inghirami una volta alla guida dell’azienda di famiglia: un’annata che risente, sotto il punto di vista delle quantità prodotte, dell’andamento problematico dell’annata 2017, sebbene per qualità delle uve sia classificata come un’ottima vendemmia. La piovosità primaverile ha reso infatti difficile la fase vegetativa, contribuendo anch’essa a contenere la quantità di uva prodotta, ma la seconda parte dell’estate ha visto una stagione inaspettatamente favorevole che ha contribuito ad arricchire le uve di zuccheri e aromi. Rosso rubino vivace al colore, si caratterizza per un naso all’inizio molto trattenuto, poi marasca, ciliegia sotto spirito e note fruttate e floreali. Una leggera trama tannica al gusto lo lascia apprezzare, verticale, croccante e di buona beva.

Poggio Gualtieri 2015
Inverno piuttosto mite e piovoso, aprile caratterizzato da giornate serene con temperature miti e piogge a maggio e giugno. Estate calda e soleggiata con temperature a tratti molto alte, ma con notti molto fresche che hanno consentito una maturazione delle uve lenta, costante e ottimale. Naso più centrato rispetto alla 2018 e invitante al sorso. Gusto deciso, di grande piacevolezza, con tannini aggraziati ed eleganti. Straordinario equilibrio, il miglior vino della batteria.

Poggio Gualtieri 2013
Colore con riflessi granati ben evidenti, naso non troppo pieno, ma assolutamente gradevole e nella norma dei descrittori, poi anche terziari: polvere da sparo, la grafite e le spezie. Al gusto è di grande rotondità e forse proprio per questo si differenzia nella batteria in degustazione.

Poggio Gualtieri 2008
L’ossidazione, seppur leggera, emerge subito all’olfatto, poi grafite, frutta rossa essiccata ed erbe officinali. Vino dotato di buona personalità, i tannini marcano al gusto e ben si integrano in un equilibrio generale di grande spessore.

Poggio Gualtieri 2001
Vino di carattere con colore e profumi in grande forma. Al gusto buona trama tannica, piacevolezza ed equilibrio che, di fatto, lo rendono il migliore tra le vecchie annate degustate.

Poggio Gualtieri 1997
Alla vista si presenta leggermente granato, ma tiene bene i punti di colore; un vino giunto al capolinea, ma in pieno stile e senza difetti, non collocabili con l’età delle vendemmie alle spalle. È stata la prima vendemmia di produzione della Riserva Poggio Gualtieri.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Salvo Ognibene

nato in Toscana ma cresciuto a Menfi (Agrigento), ama la pasta, la bici e la Sicilia. È laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna ed ha conseguito due master di cui uno in Marketing digitale alla LUMSA. Sommelier e giornalista, si occupa di comunicazione con attività di ufficio stampa e pr. Degustatore e collaboratore di guide enogastronomiche, è autore di 5 libri

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