30-06-2023

Castello del Trebbio e una verticale di dieci annate che passerà alla storia

Una porzione di Rùfina che indentifica un Chianti prestigioso. L'incredibile degustazione delle annate 1990, 1995, 2001, 2004, 2006, 2009, 2011, 2013 e 2016 di Lastricato Chianti Rùfina Docg Riserva e non solo

La magnifica vista sulla tenuta del Castello del T

La magnifica vista sulla tenuta del Castello del Trebbio

Siamo tra le colline del Chianti Rùfina, vicino a Firenze, un luogo dalla bellezza emozionante che fa scorgere la tenuta del Castello del Trebbio. Un luogo storico dove si ordì la Congiura dei Pazzi, e, dal 1968 rappresenta la genesi di un progetto della famiglia Casadei.

Anna Baj Macario e il marito Stefano Casadei trasformano questa dimora storica nel proprio quartier generale: 350 ettari di cui 60 vitati. Scenario perfetto per la valorizzazione del Sangiovese e della Rùfina, la più piccola delle sette sottodenominazioni che fanno parte del Chianti, pur mantenendo una singolare identità, quasi montana, per caratteristiche ed espressione nei calici. Gabriele Gorelli, primo Master of Wine italiano e Stefano Casadei hanno scelto il ristorante Joia di Milano per una verticale che passerà alla storia. Un viaggio attraverso storie, calici e soprattutto tappe di lavoro e di vita che si sono intrecciate per far scoprire vini che non ti aspetti.

Gabriele Gorelli e Stefano Casadei

Gabriele Gorelli Stefano Casadei

L’impostazione in azienda è di una conduzione biointegrale facendo proprie sia pratiche biologiche che biodinamiche, elementi essenziali che si avvertono nei calici. Il protagonista è stato Lastricato, la Riserva di Chianti Rùfina creata dal vitigno omonimo: un singolo vigneto di 4,5 ettari posizionato a quasi 300 metri di altitudine sul livello del mare. Terreni ricchi di argilla pur avendo una matrice calcarea e lastre di scisto, da cui il nome della vigna medesima. Degustate le annate 1990, 1995, 2001, 2004, 2006, 2009, 2011, 2013 e 2016 di Lastricato Chianti Rùfina Docg Riserva e Vigneto Lastricato Terraelectae Chianti Rùfina Riserva Docg 2018, in anteprima.

La degustazione al Joia di Milano

La degustazione al Joia di Milano

Facciamo chiarezza su Terraelectae: trattasi di un marchio collettivo creato dal Consorzio per dare risalto ai vini nati dalla singola vigna di sole uve Sangiovese e solo nella versione Riserva ossia 30 mesi di invecchiamento. Come ha affermato Gorelli: «Siamo in una zona fresca del Chianti con esposizioni e suoli davvero variegati. Lastricato è figlio di cambiamenti enologici, ma la tecnica non basta per rendere davvero unico questo vino». Se l’inizio vedeva un utilizzo di uve provenienti da una selezione dei vecchi vigneti di proprietà del Castello del Trebbio dal millesimo 2004 abbiamo in bottiglia 100% vigneto Lastricato. Un’annata che ricorda moltissimo il 1997 con una qualità impeccabile esaltata da un cambio di stile attraverso l’uso di barrique e tonneaux nuove per l’80% e di secondo o terzo passaggio per il 20%, contenitori selezionati per una sosta di 18 mesi e un successivo anno in bottiglia.

L'incredibile verticale. Degustate le annate 1990, 1995, 2001, 2004, 2006, 2009, 2011, 2013 e 2016 di Lastricato Chianti Rùfina Docg Riserva e Vigneto Lastricato Terraelectae Chianti Rùfina Riserva Docg 2018, in anteprima

L'incredibile verticale. Degustate le annate 1990, 1995, 2001, 2004, 2006, 2009, 2011, 2013 e 2016 di Lastricato Chianti Rùfina Docg Riserva e Vigneto Lastricato Terraelectae Chianti Rùfina Riserva Docg 2018, in anteprima

Certo il millesimo 2006 cambia ancora perché si decide di avere un 50% di legni nuovi e altrettanti di secondo e terzo passaggio. Il timbro di questo Lastricato è più speziato con lievi cenni balsamici sul finale.  Afferma Casadei: «Il Lastricato è un vigneto studiato all'interno dell'azienda, grazie a una zonazione e cinque unità vocazionali ben distinte da composizione di terreni differenti e una profondità particolare. Questo ci consente di ottenere delle uve perfette senza dover, per forza, subire le annate fredde o calde». Nel 2009 arrivano le prime anfore in cantina ma il 2011 è un altro millesimo di cambiamenti: nuova etichetta, più anfore e zero barrique. Il vino svela  un colore davvero intenso ma più freschezza con nitide note di cannella e chiodi di garofano, marasche e molto diverso da tutti gli altri vini in degustazione. Con il 2013 si conferma un 60% di vinificazione in anfora e il resto in acciaio mentre l’affinamento passa a 24 mesi solo in botti da 20 hl di rovere francese e successivo anno in bottiglia. Il naso è complesso: fruttato e floreale, erbe mediterranee e una ciliegia suadente. I tannini sono avvolgenti con un tocco balsamico sul finale davvero convincente. Con il Chianti Rùfina DOCG Riserva Lastricato 2015 abbiamo l’uso di sole anfore per la vinificazione e Gorelli sottolinea: «Spesso è un’annata interpretata sulle note ultra-mature ma non è questo il caso». È la prima annata fermentata con lieviti indigeni e la complessità si arricchisce con un profilo aromatico ricco di note vegetali come la foglia di pomodoro e di cacao. Un vino che deve ancora evolversi e lascia il posto alla novità assoluta il Chianti Rùfina DOCG Riserva Terraelectae Lastricato 2018.

Lastricato è la Riserva di Chianti Rùfina creata dal vitigno omonimo: un singolo vigneto di 4,5 ettari posizionato a quasi 300 metri di altitudine sul livello del mare. Terreni ricchi di argilla pur avendo una matrice calcarea e lastre di scisto, da cui il nome della vigna medesima

Lastricato è la Riserva di Chianti Rùfina creata dal vitigno omonimo: un singolo vigneto di 4,5 ettari posizionato a quasi 300 metri di altitudine sul livello del mare. Terreni ricchi di argilla pur avendo una matrice calcarea e lastre di scisto, da cui il nome della vigna medesima

Presentato a inizio maggio, sul mercato dopo 36 mesi di botti e 15 di bottiglia, attesta quanto recita l’annata: freschezza, bel frutto con l’ amarena che primeggia. Un sorso che inizia a svelare una complessità davvero intrisa di tannini vivaci, acidità graffiante e grande potenzialità evolutiva. A questi grandi capolavori di enologia si affaccia anche la figlia di Anna e Stefano Casadei, Elena. Una giovane vigneron che ha creduto nelle anfore tanto da lanciare una propria linea di vini, Le Anfore. Un progetto contemporaneo di sette etichette vinificate e affinate in anfora con uve selezionate e provenienti dalle tenute di famiglia. Last but not least: gli abbinamenti paradisiaci con l’alta cucina vegetariana del Joia distrugge, finalmente, il clichè carne e vini rossi.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

Consulta tutti gli articoli dell'autore