14-04-2023

Consorzio dell'Asti: tante attività in programma e anche Canelli sarà Docg

Vini, storia ed enoturismo per un territorio al centro della storia enologica italiana raccontato alla 55esima edizione del Vinitaly. E il riconoscimento della Docg per Canelli è vicino al traguardo

E’ stato un Vinitaly declinato al futuro quello dell’Asti spumante e del Moscato d’Asti che grazie al Consorzio si è presentato alla kermesse veronese con una collettiva di aziende e decine di espositori che proprio nei giorni hanno celebrato la notizia di Canelli, culla del Moscato d’Asti, quale nuova Docg. con il riconoscimento nella Gazzetta Ufficiale europea, l’iter di riconoscimento del Canelli Docg è ormai prossimo al traguardo: le uve da vigneti composti esclusivamente dal vitigno Moscato bianco potranno accedere alla nuova Denominazione di origine controllata e garantita e saranno quelle provenienti da 17 comuni attorno alla sottozona Canelli, punto di passaggio tra Langhe e Monferrato.

La media rivendicata negli ultimi anni è di circa 100 ettari, per una produzione di quasi un milione di bottiglie, ma l’area offre un potenziale molto più alto: nel 1865, con Carlo Gancia, è nato lo spumante metodo classico, antesignano dell’Asti spumante legato al 100% con le uve di Moscato, poi lo sviluppo, soprattutto nei primi anni del ‘900 con Federico Martinotti che perfezionò il procedimento di preparazione del vino destinato alla fermentazione. Da lì ha avuto origine la filiera della spumantizzazione, che grazie alle tecnologie di elaborazione del vino si esprime oggi nelle tipologie Asti spumante e Moscato d’Asti. In particolare, l'elaborazione di un vino aromatico, dolce, con una leggera sovrapressione e una bassa gradazione sono i tratti distintivi anche del Canelli Docg nella tipologia Riserva, che sarà immessa sul mercato non prima di 30 mesi di invecchiamento e affinamento.

Giacomo Pondini

Giacomo Pondini

Una realtà tra le più antiche in Italia e antesignano delle bollicine aromatiche, l’Asti Docg è già un passo nel futuro come racconta Giacomo Pondini: “Ci siamo presentati al VInitaly con proposte che spaziano dalla mixology a base di Asti spumante alle versioni “naturalmente” low alcol del Moscato d’Asti, protagoniste di abbinamenti inediti in cucina - racconta il Direttore generale presso Consorzio Asti e Moscato d'Asti - il nostro è un territorio che ha grande attrattiva enogastronomica che aggiunge un ulteriore tassello a questo scenario”.

Una contaminazione elevata al quadrato, quella tra pasticceria, vino e mixology, che ha animato il quartier generale consortile sotto la regia del bartender Giorgio Facchinetti in tutte le giornate della manifestazione, grazie alla partnership con i Maestri Pasticceri di Ampi, ospiti fissi del Consorzio.

Una zona che si distingue per le proposte legate al turismo: qui ricordiamo le cattedrali sotterranee, luogo di produzione del metodo classico come nello Champagne, che a Canelli sono aperte e visitabili grazie a Gancia, Contratto, Coppo e Bosca) ma le attività che il Consorzio porta avanti sono le più disparate: dall’arredamento urbano dei percorsi stradali al supporto continuo ai comuni per la promozione del turismo. “Le attività che mettiamo in campo sono davvero diverse - sottolinea Pondini - I nostri vini saranno testimonial delle Nitto Atp Finals di Torino, della Gran fondo del Moscato d’Asti, della Douja d’Or, manifestazione storica di Asti legata al vino”.

Il Consorzio dell’Asti Docg, che opera a tutela dell’area produttiva, è tra le realtà consortili più antiche d’Italia. Il vitigno Moscato Bianco che dà vita alla Docg piemontese, nelle tipologie Asti Spumante e Moscato d’Asti, è coltivato in 51 comuni della Provincia di Alessandria, Asti e Cuneo per un’estensione di circa 10mila ettari rientranti nel paesaggio vitivinicolo Patrimonio Mondiale dell’Umanità, il primo in Italia, riconosciuto dall’Unesco nel 2014 (“Paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e del Monferrato)


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Salvo Ognibene

nato in Toscana ma cresciuto a Menfi (Agrigento), ama la pasta, la bici e la Sicilia. È laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna ed ha conseguito due master di cui uno in Marketing digitale alla LUMSA. Sommelier e giornalista, si occupa di comunicazione con attività di ufficio stampa e pr. Degustatore e collaboratore di guide enogastronomiche, è autore di 5 libri

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