08-01-2025

I nuovi colori del Moscato di Canelli

La nuova denominazione DOCG restringe l'area di produzione a diciassette comuni tra Asti e Cuneo, introducendo regole più capillari per valorizzare le caratteristiche uniche del territorio canellese

I produttori di Canelli

I produttori di Canelli

Canelli è una delle grandi città del vino in Piemonte. Una storia legata alla vite, costantemente, dall'epoca romana, fino ad arrivare al Medioevo quando il vino comincia a chiamarsi Moscato e il connubio diventa inscindibile con questo territorio e con tutto l'astigiano.

Qui la vitis vinifera ha potuto trovare il clima e il terreno ideale per sviluppare tutta la sua fragranza e aromaticità, distinguendo il suo vino dagli altri che in Italia e all'estero hanno valorizzato questo vitigno: Sabbie Astiane poste su argille marnose emerse nel terziario dal ritirarsi dell'attuale Mar Adriatico, dal pH basico, ricchi di calcaree.

Canelli ha segnato la storia della viticoltura italiana dando vita a grandi simboli dell'industria di questo settore, che hanno ben saputo sfruttare l'invenzione di un certo Martinotti, che nella Regia Stazione enologica di Asti nel 1895 inventò il metodo per produrre vini spumantizzati, attraverso una rifermentazione più sicura e veloce in autoclave, che da lì in poi prese il suo nome.

Da questa storia nascono marchi storici come Gancia, Contratto e Bocchino, ma anche Coppo e Bosca che conservano ancor oggi, all'interno delle loro cantine, un Patrimonio dell'Umanità Unesco, che valorizza le alte volte e le lunghe gallerie scavate nelle sabbie e nelle pietre astiane e che conservano la fragranza delle sue bottiglie.

Proprio per valorizzare questa storia e per dare un nuovo valore al suo vino, si è scelto di creare una nuova denominazione, all'interno della grande area del Moscato d'Asti docg, ora estesa tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo. Il territorio prescelto è stato delimitato a soli 17 comuni, con al centro Canelli e la zona tra Bubbio e Castiglione Tinella, e regole più severe per individuare i territori e le cantine che ne possono far parte.

Come per il Nizza docg, da poco nato con lo stesso principio, la scelta è stata quella di valorizzare un suolo particolarmente vocato e produttori che puntano a ridurre le quantità per fare cantina con un vino che in genere si vendeva a pochi mesi dalla vendemmia tra Natale e fine anno. Così nel 2023 con il riconoscimento a livello europeo e nazionale si arriva ad una nuova docg, denominata appunto Canelli (o Moscato di Canelli), con l'autorizzazione a procedere alla prima vendemmia ufficiale e di conseguenza imbottigliare la prima produzione.

Le zone scelte e la grande qualità delle produzioni, porta ad un vino differente, da attendere e studiare, che può essere conservato in bottiglia per il suo invecchiamento e se posto in commercio dopo almeno 30 mesi può definirsi Riserva. Le note sono diverse dal Moscato a cui siamo abituati. Le sensazioni sono balsamiche e di spezie e stupiscono per il calore e la profondità. Il colore si fa più scuro e il perlage diminuisce. L'acidità si attenua e anche il tenore zuccherino appare attenuato, una vera e propria evoluzione dal vino aromatico e fresco che siamo abituati a trovare nelle bottiglie giovani.

Non mancano le occasioni e i luoghi in cui incontrare questi vini, per conoscerli ed assaggiarli, visto che non sono ancora così diffusi negli scaffali delle nostre città, per colpa di non pochi pregiudizi di chi compra, ma anche di chi vende.

Lo si è fatto a Canelli, nel baricentro della nuova DOCG a Casa Crippa, con le ricette dello chef Diego Crippa, accompagnato dal grande sommelier Davide Canina, e lo si fa continuamente e sempre più spesso grazie ad un assiduo e appassionato lavoro dei suoi produttori.

Il Canelli docg è un progetto giusto e necessario per valorizzare in un prodotto che ha segnato profondamente questo territorio e tutto il Piemonte e che può far crescere al Moscato lo spazio nei menù dei ristoranti e nei pasti delle nostre feste.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Luca Milanetto

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Luca Milanetto

gastronomo per passione e assaggiatore seriale, abitante della periferia montana del Regno Sabaudo, nel tempo che resta prova a innovare il sistema di welfare italiano. Ancora si emoziona prima di aprire il menu di un nuovo ristorante

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