10-01-2024

Cantina Alice Bel Colle: tutta la meraviglia dell'enologia di qualità nell'Alto Monferrato Acquese

In provincia di Alessandria, un viaggio sensoriale il cui protagonista è il Moscato d'Asti: elegante, fresco, è espressione di un territorio che riserva piacevoli sorprese enogastronomiche

Da sinistra, Claudio Negrino e Bruno Roffredo, r

Da sinistra, Claudio NegrinoBruno Roffredo, rispettivamente presidente e vicepresidente della Cantina Alice Bel Colle

Una regola di vita si staglia sul punto panoramico di Alice Bel Colle: bisogna osservare a distanza per cogliere l’inesauribilità dei dettagli delle cose e, in questo caso, unirli in un abbraccio con il territorio e i suoi prodotti. Uno sguardo a 360°, che non termina mai e si nutre di meraviglia. Questo luogo fatato, a 418 metri sul livello del mare, sfoglia e riassume una giornata scandita nella valorizzazione dei vini, del tartufo, dei dolci, il tutto legato alla bellezza.  

Vista su Alice Bel Colle, in provincia di Alessandria

Vista su Alice Bel Colle, in provincia di Alessandria

Sì, è la meraviglia l'ingrediente nascosto e a suscitarla è l’ammirare questo paesaggio in provincia di Alessandria, nell'Alto Monferrato Acquese, così cangiante dai monti alla pianura e cucito con il filo dei vigneti.  La ritroviamo a ogni passo viaggiando con la Cantina Alice Bel Colle, fino al cuore di piccoli gesti: che siano incartare a tempo di record un amaretto fatto a mano o aprire una bottiglia che conduce inaspettatamente lontano. I viticoltori, guidati dal presidente Claudio Negrino e dal vicepresidente Bruno Roffredo, quasi si muovono in punta di piedi all'inizio della giornata e riservano, invece, spazio ad altri tesori di questa zona.

Il lagotto Ugo, cercatore di delizie preziose

Il lagotto Ugo, cercatore di delizie preziose

Ci si ferma così a osservare il lagotto Ugo e il suo compagno di ricerca, che nella tartufaia innescano un'opera di complicità per conquistare la raffinata delizia gastronomica. Oppure a guardare attentamente le mani rapide e precise di Michela Chiodo nella sua pasticceria quando, a Strevi, produce gli amaretti, e non solo: si chiama artigianato, è cioè l’arte affidata a mani che sanno ricreare ciò che è stato tramandato.

Michela Chiodo della sua pasticceria a Strevi (Alessandria)

Michela Chiodo della sua pasticceria a Strevi (Alessandria)

Amaretti che passione!

Amaretti che passione!

Ogni gesto, ripetuto con destrezza, fin da ragazzina, e il tempo cristallizzato nell'insegna che conduce ai primi passi dell'attività: anche questo desta meraviglia e ammirazione, ma è ora di far dialogare tartufo e vini al ristorante Vallerana.

Il tartufo abbinato ai piatti del ristorante Vallerana ad Alice Bel Colle

Il tartufo abbinato ai piatti del ristorante Vallerana ad Alice Bel Colle

Franco Novelli non vede l'ora di farcelo vivere, il tartufo, rinnovando un rito che per i vegetariani si unisce alle tagliatelle e alle crespelle. Quando Franco solleva il coperchio e ci offre questo viaggio sensoriale, il vino si fa avanti e reclama il suo ruolo. Una varietà, che richiede anche coraggio, perché ciascuna etichetta ha affrontato il suo viaggio da tempo, mentre qualcuna si è affacciata dopo e cerca la sua strada. Nel pomeriggio l'orchestra sarà diretta completamente dal Moscato, ora invece siamo in presenza di vini molto diversi, che raccontano coralmente: del resto, “Viticoltori insieme” è lo slogan che accompagna la cantina, nata nel 1955 e attorno alla quale si impegnano figure di rilievo come quella dell’enologo Beppe Caviola.

La squadra in cantina

La squadra in cantina

Parliamo di 350 ettari e una produzione annua di 32.000 quintali di uva, di cui quasi un quarto finisce in bottiglia: i vigneti sono per 200 ettari coltivati a Moscato Bianco, 60 a Brachetto, 50 a Barbera, il resto a Dolcetto, Chardonnay, Cortese e altre uve ancora. Il frontespizio del dépliant raffigura le case del paese, con differenti colori in armonia - proprio come ci si propone di fare con i vini - e vengono riprese anche in una delle linee, “Le casette di Alice”.

I vini della cantina Alice Bel Colle

I vini della cantina Alice Bel Colle

Cominciamo dall'Alta Langa Docg, la Cuvée Tresessanta Pas Dosé – Blanc de Blancs, vino spumante metodo classico, ottenuto con cento per cento Chardonnay. Annata 2018, ci conduce con la sua freschezza e persistenza tra note di frutta secca e crosta di pane.

Il MonteRidolfo Acqui Docg Secco 2020 dice la sua con aromi di rose e frutti di bosco e una piacevole impronta tannica. Ma è Al Casò a sfoggiare una loquacità interessante: Barbera d'Asti Docg, vendemmia 2022, vinificato in acciaio perché parlino i profumi, ha una giovinezza avveduta, non impetuosa, tant’è che non teme di sbirciare nei prossimi anni per raccontarsi. Appartiene alla collezione 360° - come il Coste Di Muiran Dolcetto d’Acqui Doc – ovvero quella che attraverso i vigneti più vocati, vuole svelare con particolare vigore il territorio. Quest’ultimo, però ora convoca la sua voce principale, quella che non teme di mettersi alla prova con spartiti differenti per l'immaginario collettivo, di metodo e di tempo. Più tardi, quindi, nella sala degustazioni della cantina lasciamo parlare il Moscato. Ne citiamo alcuni particolarmente interessanti.

Il Moscato di Alice Bel Colle

Il Moscato di Alice Bel Colle

Da una parte il Piemonte Doc Moscato secco “Collezione 360° Filarej” ci racconta di un progetto che vuole catturare mercati diversi, con il suo appeal moderno. L’uva è raccolta a mano nella prima decade di settembre e, in cantina, senza indugio pigiata e pressata, poi il mosto deve essere rapidamente portato alla temperatura di 0°.  Inizia il cammino, l'operazione per creare un’aromaticità intensa ma non invadente, tra fiori bianchi e una rotondità in grado di trasmettersi fin dai primi sorsi.

Un compagno di viaggio intrigante è il Moscato d’Asti Docg Strevi“Paiè”. Il nome riconduce a una piccola valle esposta ad Est, protetta, con un microclima che si distingue per le sue temperature calde. Qui il grappolo è ambasciatore di aromi affascinanti: acacia, mughetto, sambuco e che eleganza, sì un'eleganza che non allontana. Con queste condizioni, accentuate dal cambiamento climatico, la vendemmia si svolge tra fine agosto e inizio settembre.

Ci addentriamo in un altro sentiero di meraviglia, degustando l'annata 2018. Una dichiarazione orgogliosa di consapevolezza di poter crescere negli anni ed essere ancora di più sé stesso. Una certezza che si afferma con un Asti Docg Metodo Classico del 2013, sboccatura 2015.

Per l’Asti Spumante dolce Metodo Classico “Cuvée Tresessanta”, l’uva viene raccolta manualmente alla conclusione di agosto dal piccolo vigneto con esposizione ad Est. Dopo che il mosto è stato illimpidito, filtrato e portato alla temperatura di 0 °C, viene conservato in vasche a temperatura controllata e a febbraio si aggiungono i lieviti.  Le bottiglie vi rimangono 18 mesi, quindi vengono degorgiate e chiuse con tappo a fungo. Ecco che il vino resta naturalmente dolce e può essere affinato anche per oltre dieci anni. Questa evoluzione non smette di affascinare, in cui le note prima agrumate e poi floreali lasciano lo spazio via via a quelle balsamiche.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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