Fabrizio Marino
Animelle e spugnole in timballo di pasta, salsa di foie grasdi Yannick Alléno
Primo piano Su Identità Digitali, sette piccole rivoluzioni e un unico comune denominatore: la pasta
Una curiosa installazione all'evento L'arena del vino e non solo, che ha avuto luogo il 17 giugno scorso a Palazzo Parigi, Milano
Storie e percezioni unite da un filo robusto nella sua eleganza: quello della sartorialità. A “L’Arena del vino e non solo”, tra Champagne ed etichette italiane il messaggio è stato mandato in modo suggestivo e visibile: si lasciava scoprire dalle degustazioni, come dal contesto che è stato ricreato al Grand Hotel Palazzo Parigi di Milano.
Benvenuti in questa sartoria di profumi, sapori e persino tessuti e altri tasselli di artigianalità, ha detto Giuseppe Arena, fondatore dell’agenzia Wines & Consulting. Tre gli ambasciatori iniziali, alla conferenza stampa: Stefano Della Porta, direttore commerciale Italia di Laurent-Perrier, Lorenzo Marolo della distilleria Marolo ed Ettore Arturo Rizzi della Fattoria Le Pupille.
Non tutti i prodotti illustrati di queste 3 storie sono stati portati all’evento, anzi la maggior parte si è lasciata pregustare invece di degustare. Della Porta ha raccontato il cammino ora al femminile della maison e si è soffermato su alcune novità esclusive sul fronte di Brut Millésimé (annata 2008), Grand Siècle e un Blanc de Blancs che narra la determinazione da pionieri capace di ripresentarsi a tempo debito. A Milano tra le etichette in degustazione, l’Ultra Brut – Brut Nature che unisce maturità e freschezza senza esitazioni.
Spostandoci in Piemonte ecco un Riserva Coppo 2011, Alta Langa Docg (80% Pinot Nero, 20 Chardonnay): nove mesi sui lieviti poi sessanta in bottiglia, sempre in contatto con i lieviti. L’azienda Coppo www.coppo.it l’ha portato con la sua complessità che appaga e allo stesso tempo spinge sempre a cercare una nuova peculiarità: eleganza e mineralità sono la calzante conseguenza di sentori di crosta di pane.
Dopo un’incursione nel 51,151 Brut Trenta Doc di Moser “pedaliamo” verso le Marche, alla Tenuta di Tavignano. Tra le valli dell’Esino e del Musone, c’è quest’area che trae energia dal monte e dal mare. Tra i suoi punti di orgoglio, il Verdicchio Classico Superiore Misco e la sua Riserva: nella verticale, ci soffermiamo sul 2016, vino di una pienezza e morbidezza piacevolmente caparbie, con note di miele che aprono poi a una serie in evoluzione di sentori, tra frutta e spezie. Lo specchio di una terra che mostra diverse caratteristiche morfologiche e garantisce questa complessità piacevole.
responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo