Una cantina nuova per sfidare il tempo. E vincere la sfida. Giulio e Lucia Barzanò ne sono sicuri: i vini di Mosnel hanno bisogno di tempo per potersi esprimere. E riposare a lungo in cantina prima di andare sugli scaffali delle enoteche o nelle carte dei ristoranti.
Serve pazienza. E spazio. Da qui la decisione di realizzare una nuova cantina, moderna, ma soprattutto capiente, per permettere il riposo delle preziose bottiglie di Franciacorta. «Oltretutto – spiega Giulio Barzanò – è come se fosse di Classe A, per quanto riguarda il risparmio energetico, anche se è una classificazione non utilizzata per gli impianti produttivi».

La nuova cantina ha tre piani interrati
La nuova struttura, un investimento molto importante per
Mosnel, sorge dove c’era il vigneto
Brolo. Si tratta di tre piani interrati, con a disposizione 3.000 metri quadri di spazio per la maturazione e l’affinamento dei vini.
La cantina storica rimane comunque come punto operativo per la ricezione delle uve, la selezione e la vinificazione. «Abbiamo studiato questo progetto nei minimi particolari – continua Giulio Barzanò - e con un obiettivo ben chiaro: l’eccellenza dei nostri Franciacorta. Infatti l’idea guida è stata razionalizzare i processi produttivi per permettere ai nostri vini, in uno spazio più ampio, di affinarsi per un periodo ancora più lungo».
Inoltre, stando sempre attenti alla sostenibilità aziendale,
Mosnel ha anche realizzato un
Agri-BioBed. «Si tratta di un sistema filtrante biologico per il trattamento dei residui di rame e zolfo provenienti dalla pulizia delle botti. Si tratta di un filtro naturale realizzato tramite le radici delle piante». Più grandi e più verdi.
Ma torniamo al cuore della nuova cantina: gli affinamenti. L’esempio arriva dal Parosé, o meglio dal Franciacorta Rosé Pas Dosé Parosé Millesimato, uno dei progetti ai quali la famiglia Barzanò tiene maggiormente. «Quando ho chiesto di fare il primo rosé totalmente secco d’Italia – spiega Lucia Barzanò – ho dovuto combattere, avevo tutti gli enologi contro. Ma alla fine siamo riusciti a produrlo». Insomma, il tempo le ha dato ragione.

Un'altra bella immagine di Giulio e Lucia Barzanò
La volontà, ora, è quello di poterlo affinare sempre di più, per fare in modo che le potenzialità di questo vino – ma anche degli altri prodotti di
Mosnel – possano esprimersi nel tempo. La dimostrazione è arrivata con una splendida verticale proprio di
Parosé, attraversando la storia di questo Franciacorta millesimato, dal 2014 (ultima annata in commercio) fino al 2001, la sua prima vendemmia.
Proprio il 2014, realizzato in un’annata difficile, che ha riposato per 43 mesi sui lieviti, dimostra invece un potenziale enorme che, appunto, solo il tempo potrà far esprimere al meglio. Il 2010 ha invece una permanenza di 57 mesi sui lieviti e tre anni di bottiglia, e dimostra come l’eleganza e la freschezza siano i caratteri distintivi di questo Parosé.

Molto spazio in più per permettere maggiori affinamenti
Il 2008, 61 mesi sui lieviti, sboccatura nel maggio 2014, era stato premiato a suo tempo come il miglior
Pas Dosé del mondo. Bene, il tempo lo ha reso ancora più ricco e complesso, con un naso magari meno intenso in un primo momento, ma in continua evoluzione nel bicchiere e una bocca ricca dove il
Pinot Nero (che rappresenta il 70% della cuvée, mentre la rimanente parte è
Chardonnay) mostra i muscoli. Ne esce un vino lunghissimo e dall’estrema bevibilità.
Il 2004, con i suoi 40 mesi sui lieviti, risulta un po’ più seduto al naso, anche se in bocca ha un’ottima morbidezza. Il 2001, il “primogenito”, è ricco, pieno, piacevolmente evoluto e armonico.
Il Parosé vince la sfida del tempo. Ora i Barzanò hanno una cantina con la quale potranno giocare proprio su questo fattore. Con le carte in regola per presentare, in futuro, altri grandi prodotti.