04-07-2019
Giulio e Lucia Barzanò possono sorridere: la nuova cantina di affinamento di Mosnel è realtà
Una cantina nuova per sfidare il tempo. E vincere la sfida. Giulio e Lucia Barzanò ne sono sicuri: i vini di Mosnel hanno bisogno di tempo per potersi esprimere. E riposare a lungo in cantina prima di andare sugli scaffali delle enoteche o nelle carte dei ristoranti.
Serve pazienza. E spazio. Da qui la decisione di realizzare una nuova cantina, moderna, ma soprattutto capiente, per permettere il riposo delle preziose bottiglie di Franciacorta. «Oltretutto – spiega Giulio Barzanò – è come se fosse di Classe A, per quanto riguarda il risparmio energetico, anche se è una classificazione non utilizzata per gli impianti produttivi».
La nuova cantina ha tre piani interrati
La cantina storica rimane comunque come punto operativo per la ricezione delle uve, la selezione e la vinificazione. «Abbiamo studiato questo progetto nei minimi particolari – continua Giulio Barzanò - e con un obiettivo ben chiaro: l’eccellenza dei nostri Franciacorta. Infatti l’idea guida è stata razionalizzare i processi produttivi per permettere ai nostri vini, in uno spazio più ampio, di affinarsi per un periodo ancora più lungo».
Ma torniamo al cuore della nuova cantina: gli affinamenti. L’esempio arriva dal Parosé, o meglio dal Franciacorta Rosé Pas Dosé Parosé Millesimato, uno dei progetti ai quali la famiglia Barzanò tiene maggiormente. «Quando ho chiesto di fare il primo rosé totalmente secco d’Italia – spiega Lucia Barzanò – ho dovuto combattere, avevo tutti gli enologi contro. Ma alla fine siamo riusciti a produrlo». Insomma, il tempo le ha dato ragione.
Un'altra bella immagine di Giulio e Lucia Barzanò
Proprio il 2014, realizzato in un’annata difficile, che ha riposato per 43 mesi sui lieviti, dimostra invece un potenziale enorme che, appunto, solo il tempo potrà far esprimere al meglio. Il 2010 ha invece una permanenza di 57 mesi sui lieviti e tre anni di bottiglia, e dimostra come l’eleganza e la freschezza siano i caratteri distintivi di questo Parosé.
Molto spazio in più per permettere maggiori affinamenti
Il 2004, con i suoi 40 mesi sui lieviti, risulta un po’ più seduto al naso, anche se in bocca ha un’ottima morbidezza. Il 2001, il “primogenito”, è ricco, pieno, piacevolmente evoluto e armonico.
Il Parosé vince la sfida del tempo. Ora i Barzanò hanno una cantina con la quale potranno giocare proprio su questo fattore. Con le carte in regola per presentare, in futuro, altri grandi prodotti.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose