26-08-2022
Si chiama Settimocielo il nuovo metodo classico di Cantina Settecani realizzato con il Lambrusco Grasparossa
Una cantina sociale che ha voglia di sperimentare. Così Cantina Settecani si lancia in una nuova avventura, piena di bollicine. Il progetto è quello di valorizzare il Lambrusco Grasparossa, senza snaturarlo, con un Metodo Classico che vada maggiormente incontro alle richieste di mercato, ma soprattutto ai gusti dei consumatori, sempre più attenti e preparati.
Ma prima, entriamo nel mondo di Settacani, a Castelvetro, in provincia di Modena. «La cantina è nata nel 1923 – spiega il direttore commerciale Fabrizio Amorotti - ci apprestiamo a compiere il nostro secolo di vita. Da alcuni anni il percorso sul vino è sempre più legato alla territorialità e alla sostenibilità. Ci rendiamo conto che il consumatore è sempre più attento e anche per questo motivo la nostra strada sta andando in una direzione di prodotti che puntano ad avere un ottimo rapporto qualità/prezzo».
Alcuni vigneti della cantina sociale
E lo racconta Andrea Graziosi, l’enologo di Settecani: «Abbiamo seguito una strada simile a quella percorsa da altre cantine, che però hanno puntato sulla tipologia del Labrusco di Sorbara per la realizzazione di un metodo classico. Ben diverso, invece, è l’utilizzo del Lambrusco Grasparossa, che ha caratteristiche differenti. La nostra idea, per questo Metodo Classico, è stata quella di unire le caratteristiche della collina e della pianura. Il vigneto più in alto si trova al confine con la doc di Castelvetro, si tratta di un ettaro a circa 425 metri sopra il livello del mare».
È ormai tempo di vendemmia
L’esperimento ha portato alla nascita del progetto Settimocielo: «La prima decisione è stata legata ai cloni, scegliendo quelli più vecchi, che permettevano di avere una buona acidità, anche se sono più difficili da lavorare. Abbiamo scelto di lavorare a uva intera, prendendo solo il mosto fiore e il secondo mosto. Non abbiamo usato legno: abbiamo puntato alla massima pulizia dei mosti, lavorando poi in acciaio. Quindi 24 mesi sui lieviti, solo 5 grammi di residuo e 7,5 di acidità totale».
Insomma, un vino che non vuole nascondersi. Il risultato è eccellente, perché riesce a equilibrare l’esuberanza – non solo cromatica, ma anche olfattiva – del Grasparossa, con una buona acidità e anche sapidità, per un vino dall’ottima bevibilità. Non solo un bicchiere da aperitivo, ma anche da abbinamenti. Ma soprattutto è un vino che esprime un concetto fondamentale: la Cantina Settecani è in continua evoluzione, puntando sempre più in alto.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
L'ingresso del boutique hotel Roncolo 1888