19-08-2022
Zisola è la tenuta siciliana, vicino a Noto, di Marchesi Mazzei
«Una Sicilia un po’ troppo Toscana? A me non pare proprio. Piuttosto stiamo cercando di avere il massimo rispetto per il territorio, producendo vini che possano avere anche un’evoluzione negli anni».
Quella che poniamo a Filippo Mazzei è una domanda provocatoria: lui, uomo di Toscana, ha certamente applicato non solo la sua filosofia, ma anche le conoscenze e le tecnologia in Sicilia. Zisola, cantina di Noto, è un progetto particolarmente caro a Filippo Mazzei, partendo dalle difficoltà nella ricerca del terreno giusto, fino ad arrivare a risultati soddisfacenti.
Filippo Mazzei in mezzo alle vigne
Ma Zisola non è stato un ripiego: «Io ero sempre alla ricerca del posto giusto dove avviare il progetto qui a Noto. Un giorno, girando, ho voluto seguire una strada un po’ nascosta che mi ha portato al baglio di Zisola». Certo, c’era molto da fare, ma il posto era ideale: 54 ettari totali, dei quali 24 vitati, 12 a frutteto e 10 a ulivi, a corpo unico. «Quando l’ho visto ho capito subito che era il luogo ideale per quello che volevo fare. Dopo 48 ore avevamo già firmato…».
Il baglio ristrutturato
Un Nero d’Avola elegante, un po’ austero. Un po’ troppo toscano? «No, perché non abbiamo stravolto la natura del Nero d’Avola, ma abbiamo cercato d’interpretarlo, mantenendo sempre le caratteristiche del vitigno. E non lo abbiamo fatto solo noi, anche altri in zona hanno seguito questa strada. Evidentemente non avevamo così torto…».
L'enologo Francesco Loi, 24 anni
Su 24 ettari di vigneto, la maggior parte è Nero d’Avola, per circa il 50/60%, poi Syrah e Petit Verdot per i rossi, Grillo e Catarratto per i bianchi. «Il nostro bianco Azisa era un blend, ora, con l’annata 2021, è 100% Grillo. Con il Catarratto, invece, si sta portando avanti un progetto con il cocciopesto, le anfore».
La piccola cantina: il sogno è costruirne una nuova a partire dall'anno prossimo
Tutte le vasche sono realizzate per garantire la microssigenazione, anche perché il Nero d’Avola ha la tendenza ad andare in riduzione. «Il futuro? Iniziare a realizzare una cantina nuova nel 2023» confessa Filippo Mazzei.
Al momento il mercato di Zisola si concentra per il 65% all’estero e il 35% in Italia, ma di questo i tre quarti sono in Sicilia.
I vini prodotti
Zisola 2020 è invece Nero d’Avola al 100%, diraspato, pigiato e portato in vasca. Dieci giorni di fermentazione, svolge la malolattica per poi passare in tonneaux e barriques per 10 mesi. Un vino che, come voleva essere l’obiettivo iniziale, punta a essere ricco ma non eccessivo, con un’ottima dose di finezza e verticalità. Sorso avvolgente, ma anche un bel finale sapido.
La punta di diamante è il DoppioZeta, dai vigneti maggiormente vocati di Nero d'Avola
Infine ci sono alcune “chicche”, più internazionali. Achilles Syrah 2017, che affina per 14/16 mesi in barriques, è un’espressione “siciliana” di questo splendido vitigno internazionale.
Ma la vera sorpresa si chiama EffeEmme (che sta per Filippo, ma anche per il fratello Francesco Mazzei): si tratta di un Petit Verdot in purezza, che è di per sé già una vera rarità, affinato solo in legni nuovi. Il 2016 è fin giovane, dimostrando che questo vitigno sia per certi versi ostico da addomesticare. Il 2012, invece, ci dona un vino profondo e ricco, lunghissimo e dalla splendida bevibilità. Traduzione: è un vino che ha bisogno di pazienza.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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