Stefano Guizzetti
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Bordeaux en Primeur si è svolto a Verona, organizzato da Crus & Domaines de France
Chi ha avuto la fortuna di partecipare alla seconda edizione italiana di Bordeaux en primeur, che si è svolta a Villa Ca’ Vendri a Verona, ha potuto constatare di persona il valore della parola prestigio.
Sì, perché durante l’evento organizzato grazie al marchio Crus & Domaines de France di Famille Helfrich è stato possibile assaggiare circa 100 etichette differenti di una delle zone vitivinicole più prestigiose al mondo, quella di Bordeaux.
I vini in degustazione hanno dato una panoramica complessiva delle varie appelations
Certo, c’è il primo violino, i grandi solisti, ma ogni singolo elemento è fondamentale, con le proprie caratteristiche differenti. Ed è altresì fondamentale che nessuno stoni, perché questo andrebbe a inficiare “l’esibizione” complessiva. Unendo un altro elemento fondamentale: la costanza.
È stata degustata in anteprima l'annata 2021
La dimostrazione arriva proprio dall’annata 2021, che si è dimostrata un difficile banco di prova per qualsiasi vigneron della zona. Dapprima ci sono state le tremende gelate primaverili, con 5 o 6 giorni davvero terribili che hanno rischiato di compromettere completamente qualsiasi tipo di produzione. Poi c’è stato un proseguimento di stagione piuttosto umido e mite, con necessità di andare a fare trattamenti puntuali in vigna per evitare il proliferare di malattie, e infine c’è stata un’estate calda e siccitosa che ha nuovamente cambiato le carte in tavola.
Circa cento le etichette in degustazione
Una grande prova era riuscire a non appesantire soprattutto il Merlot: gli châteaux della zona di Margaux, per esempio, sono comunque riusciti a trovare un buon bilanciamento, con tannini al momento piuttosto ruvidi ma che sono un precursore per un futuro sicuramente molto lungo di questi vini. Château Dauzac e Château Du Tertre sono i due vini che ci hanno maggiormente impressionato.
Château Du Tertre e Château Dauzac, vini di grande qualità dell'appellation Margaux
Il Grand Cru Saint-Emilion è forse quello che ha maggiormente brillato per freschezza, dove tante bottiglie hanno dato ottime sensazione: citiamo Château Beau-Séjour Bécot (probabilmente il migliore degustato, per quanto riguarda l’annata 2021), Clos Fourtet, Château Fleur Cardinale e Château Mangot.
Tannini, ovviamente, non presente nella sezione dedicata ai vini bianchi, dove ci piace citare nella vocata appellation di Pessac Leognan Château Carbonnieux, Château Latour-Martillac, e Château Malartic Lagravière, mentre per l’appellation Graves Clos Floridene e infine, per Barsac, Château Doisy Daëne.
Una giornata di approfondimento, quella di Verona, che è stata possibile grazie alla Famille Helfrich, realtà fondata e condotta dal vigneron Joseph Helfrich, si dedica ai vini di Bordeaux dove possiede più di 701 ettari e – con il marchio Crus et Domaines de France fondato nel 2007 - è anche uno degli autorevoli négociants che presidiano la Place di Bordeaux con la vendita en primeur.
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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