28-05-2022

Castello di Albola, mille anni di storia e vini prodotti sulle più alte colline del Chianti

Bellezza ed armonia senza tempo sia nel paesaggio che nel calice: ecco come produrre vini identitari esaltando un atipico terroir per il Chianti Classico

Il quartier generale di Castello di Albola. La Ten

Il quartier generale di Castello di Albola. La Tenuta ha una posizione collinare che si estende su appezzamenti collocati tra i 300 e i 650 metri sul livello del mare

Siamo a Radda, un meraviglioso borgo medievale cinto da mura e  noto al mondo per la produzione del Chianti. La storia millenaria di Castello di Albola svela l’appartenenza alle più nobili famiglie toscane: gli Acciaiuoli, i Samminiati, i Pazzi, i Ginori Conti. Dal 1979 è sotto il controllo della Zonin1821 con l’ambizione di produrre vini identitari esaltando un atipico terroir per il Chianti Classico. La Tenuta ha una posizione collinare che si estende su appezzamenti collocati tra i 300 e i 650 metri sul livello del mare: terreni ricchi di alberese, un tipo di calcare compatto, e composti dal tipico galestro, un misto di argilla, sabbia e calcare.

Villa Marangole

Villa Marangole

Qui le elevate escursioni termiche tra giorno e notte con la costante ventilazione creano delle condizioni ideali per la produzione di vini dalla freschezza immediata. Una superficie complessiva di 900 ettari di cui 125 vitati e una dimora di 4 mila piante di olivo che circondano i vigneti. Indubbiamente il Sangiovese occupa il 90% della superficie vitata di Albola mentre il restante 10% è rappresentato dalle vigne di Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Malvasia del Chianti Classico e Trebbiano Toscano. Qui vige la legge del bio non solo per una serie di importanti certificazioni ma come ci racconta il presidente Domenico Zonin: «La Tenuta applica la pratica agronomica dei sovesci ossia interriamo apposite colture con lo scopo di aumentare o mantenere la fertilità dei nostri terreni preservando la biodiversità della microfauna del suolo».

Il wine maker Alessandro Gallo

Il wine maker Alessandro Gallo

Chiosa Alessandro Gallo, dna piemontese e winemaker della tenuta da un ventennio: «Il nostro lavoro è quello di assecondare la natura perchè è molto generosa in questa porzione di Toscana. Abbiamo creato degli orti utilizzati per la struttura di ospitalità all’ interno di Castello di Albola. Siamo circondati da 600 ettari di boschi e gli olivi completano una situazione ideale per i vigneti». Senza dubbio il vino che ha da sempre identificato Albola è l’Acciaiolo, un Cabernet Sauvignon in purezza. Prodotto da un unico vigneto di vecchie viti con una selezione maniacale di uve destinate a questo Super Tuscan che nella contemporaneità ha uno stile meno vegetale e davvero convincente.

Acciaiolo di Arbola

Acciaiolo di Arbola

Un assaggio dei millesimi 2001, 2004,2011 e 2016 caratterizza un vino complesso con note di mirtillo ricorrenti e un sorso teso dal frutto polposo sulle annate più recenti, equilibrato e fresco. Elementi identitari e costanti anche per i millesimi meno giovani. Soffermandoci sul Sangiovese di Albola spicca l’unicità del Solatìo, prodotto dal 2006 e coltivato nel pendio scosceso, le uve sono raccolte e lasciate macerare sulle bucce per tre settimane con affinamento in botti rovere di Allier per 14 mesi e ulteriori 18 mesi di sosta in bottiglia.

Le vigne Il Solatìo

Le vigne Il Solatìo

Un’esplosione di spezie, lievi note di erbe officinali svelano un rosso raffinato e delicatamente tannico. Il resto dei Chianti, dal Santa Caterina Gran Selezione al Riserva, si accomunano per un’interpretazione più morbida del Sangiovese celando un’ immediatezza di beva. Un sorso più incisivo ma pur sempre territoriale. Poi c’è Poggio alle Fate, vino proveniente da vigneti distesi a 650 metri sul livello del mare di Chardonnay. Una parcella lunga e stretta di appena 3 ettari. Acciaio e barrique ben dosate svelano un bianco toscano floreale con lievi note agrumate: un’ottima personalità e freschezza.

Una suggestiva vista sulle colline che abbracciano Castello di Albola

Una suggestiva vista sulle colline che abbracciano Castello di Albola

Se avete voglia di immergervi nella storia toscana esplorando itinerari enogastronomici programmate una tappa al Castello di Albola per scoprire una porzione di Chianti d’altura affascinante. Le ville storiche Marangole e Crognole possono ospitare complessivamente 18 persone che avranno il privilegio di una vista mozzafiato sulle vigne ristorandosi con pietanze tipiche disponibili al Castello e abbinate ai vini della Tenuta.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

Consulta tutti gli articoli dell'autore