08-12-2021

Il segreto del Pinot Nero di Andriano: pulizia e precisione

L'enologo Rudi Kofler: «Bisogna avere le idee chiare su come preservare l’eleganza. Il segreto? L'uva sana»

Cantina Andriano presenta la sua visione del Pinot

Cantina Andriano presenta la sua visione del Pinot Nero in Alto Adige

Pulizia e precisione. Sono queste le armi vincenti della Cantina di Andriano, soprattutto quando si confronta con un vitigno particolarmente complesso quale il Pinot Nero.

Insieme all’enologo Rudi Kofler e al direttore commerciale Klaus Gasser è stato possibile fare un importante focus proprio sul Pinot Nero.

I vigneti di Cantina Andriano si trovano di fronte a quelli di Cantina Terlano

I vigneti di Cantina Andriano si trovano di fronte a quelli di Cantina Terlano

Cantina Andriano, nata nel 1893, è la prima cantina sociale dell’Alto Adige, insieme a Cantina di Terlano. Un destino che poi, nel 2008, si è unito, andando a formare un’unica realtà societaria, ma mantenendo i due marchi distinti. Anche perché le zone di Terlano e di Andriano, nonostante siano distanti in linea d’aria soltanto 4 o 5 chilimetri, sono molto differenti.

Andriano si trova sul versante di fronte a Terlano, con un’esposizione sud/sud est a un’altitudine tra i 240 e il 360 metri sul livello del mare, praticamente attaccati alla Mendola. Il terreno è composto da argilla calcarea e dolomia e c’è una forte escursione termica.

L'enologo Rudi Kofler

L'enologo Rudi Kofler

«Vogliamo mantenere le due realtà di Andriano e Terlano distinte, applicando però ad Andriano le regole e l’impostazione di Terlano, per avere altissima qualità – racconta il direttore Klaus Gasser - Andriano, storicamente, ha avuto una maggiore forza sui vini rossi. Fu una delle prime aziende a fare il Lagrein in barrique. Poi puntò su Merlot e ancora Pinot Nero».

Il Pinot Nero, appunto. «Si sono fatti dei grandissimi passi in avanti – sottolinea l’enologo Rudi Kofler - tutto l’Alto Adige ora ha uno stile più preciso, fresco, di alta qualità. La tradizione del Pinot Nero c’è da oltre 100 anni, ma prima c’era un approccio più verso lo spumante, anche con cloni che erano maggiormente produttivi e meno qualitativi. Negli ultimi 30 anni, invece, grazie all’innesto di cloni francesi, abbiamo migliorato questo aspetto, con meno produttività ma maggiore qualità. Ci sono circa 100mila ettari di Pinot Nero nel mondo, è la regina delle uve a bacca rossa, ma lavorarlo è una sfida».

L'influenza della montagna sui vigneti

L'influenza della montagna sui vigneti

Un lavoro che parte da lontano, con il reimpianto delle vigne negli anni Novanta, cercando le zone giuste. «Il Pinot Nero è una classe a sé, così delicato, e bisogna avere le idee chiare su come preservare l’eleganza e la precisione – spiega Kofler - Abbiamo fatto tante prove, anche lavorando con le uve intere, con vini che era forse più “duri” all’inizio ma che nel tempo possono dare grandi soddisfazioni».

Il Pinot Nero 2020 della linea Classica è molto fresco, preciso e riconoscibile, grande piacevolezza al sorso.

Il Pinot Nero 2020: fresco e immediato

Il Pinot Nero 2020: fresco e immediato

Spiega Kofler: «I consumatori erano più abituati a un vino rotondo, ma ora stanno cambiando opinione. Tecnicamente l’uva sana e matura è la cosa più importante, in più facciamo macerazione a freddo a -10°C per 3 o 4 giorni, per avere colore e frutto più deciso. Anche la temperatura di fermentazione dai 22 ai 25 gradi è più bassa rispetto ai vini rossi in generale. Sul legno: il Pinot Nero ha bisogno del legno, ma solo quello giusto». La produzione media annua si attesta attorno alle 30/35mila bottiglie.

An-Rar significa Andriano Rarità, se ne realizzano solo 3.500-4.000 bottiglie ed è il prodotto di punta, nella linea Selezioni, per quanto riguarda il Pinot Nero.

Il PInot Nero Riserva An-Rar 2018: complesso e importante

Il PInot Nero Riserva An-Rar 2018: complesso e importante

«Ci troviamo nel Comune di Montagna, per la precisione a Pinzon, vicino a Mazzon. Una zona meno conosciuta ma che con il tempo diventerà sempre più importante. L’An-Rar Riserva 2018 arriva da un vigneto di circa 8.000 metri quadri, con calcare e argilla, con densità da 8.000 ceppi per ettaro. Anche in questo caso abbiamo effettuato marcerazioni a freddo, utilizzando circa il 20-30% di uva intera. L’affinamento è di un anno interamente in barriques, un terzo nuove e il resto di secondo, terzo e quarto passaggio».

È un vino che ha bisogno di tempo per esprimersi, è più cupo, il legno si percepisce, ma stupisce ancora per pulizia e precisione. Due parole fondamentali, per Cantina Andriano.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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