21-11-2021
C’è l’Abruzzo in viaggio tra passato e futuro, con i suoi vini che ne raccontano le differenze geografiche più marcate, nel giro di pochi chilometri, ma soprattutto sanno suscitare il desiderio di esplorarle. Tra le tappe in questo intenso autunno per il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, con 200 associati, c’è stata quella milanese, che ha permesso di riflettere sulle personalità delle etichette regionali e di spingere lo sguardo avanti ad esempio sul Pecorino.
Il presidente Valentino Di Campli ha partecipato all’avvio della Milano Wine Week e alla masterclass con Davide Acerra e Leila Salimbeni, ma anche al pranzo al Cera Milano per condurre in questa esplorazione.
In campo, in quest’ultimo evento, tre ambasciatori dell’Abruzzo, Trebbiano, Cerasolo e Montepulciano. L’occasione anche per fare il punto su una produzione che ha solide radici storiche (le prime testimonianze risalgono all’età antica, con citazioni nei testi di Ovidio, Polibio e Plinio il Vecchio) e che nell’ultima metà del secolo scorso ha registrato un balzo in avanti a livello qualitativo.
Presenti 6mila produttori di uva, 35 cantine cooperative e oltre 250 cantine. Metodo più diffuso quello tradizionale della pergola abruzzese, anche se si sta facendo rapidamente strada nei nuovi impianti la forma a filare. Soffermandosi sui vini Doc, si supera il milione di ettolitri con predominio netto di Montepulciano d’Abruzzo (80%).
Alla masterclass abbiamo apprezzato particolarmente, per iniziare, il Pecorino Igt Colline Pescaresi “Mia Natura” 2020 della Tenuta Arabona che ormai da 30 anni ha introdotto i metodi dell’agricoltura biologica. Come ispira il nome della linea, un vino – Pecorino al 100% - che vuole celebrare un rinnovato e sano rapporto tra uomo e ambiente. Si è puntato sulla criomacerazione a 0°, poi fermentazione a temperatura controllata in assenza di vinacce su pied de cuve con lieviti indigeni. Si imbottiglia senza chiarifica e si prevede poi un affinamento di breve durata in acciaio. Il profumo è un’esplosione delicata di fiori e frutti gialli, sensazioni che trovano piacevole conferma al palato.
Infine “Tegeo” Abruzzo Doc Pecorino Superiore 2018 di Codicevino. Anche qui, colpisce l’equilibrio, una sorta di saggezza che si delinea fin dal colore, un giallo paglierino che rivela riflessi dorati, e poi all’olfatto con le spezie che vibrano sulle note fruttate e floreali in un’esperienza che non stanca mai, anzi è continuamente sollecitata alla ricerca.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky
Consistenze di Margherita, una delle tante variazioni sulla pizza Margherita ideate da Francesco Pompetti al suo Impastatori Pompetti di Roseto degli Abruzzi (Teramo). In questo caso l'impasto fritto a fermentazione spontanea di pomodoro viene condito con polvere di pomodoro del piennolo, stracciata di burrata e basilico disidratato
Una splendida Margherita de La Sorgente a Guardiagrele (Chieti)
Un passato mitico, un presente e un futuro brillanti. Emidio Pepe, classe 1932, con la nipote Chiara, classe 1993, in una foto di qualche anno fa
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.