28-08-2021
Alcuni dei vini della cantina di Ariano Irpino (Avellino), Casa Brecceto: Guizzo (blend di Aglianico e Piedirosso), i Granma - i rifermentati in bottiglia tra cui il Bianco Agitato e il Rosso Turbolento, e Pitatza (Aglianico di carattere)
Il viaggio da Avellino ad Ariano Irpino è un passaggio tra cieli e paesaggi diversi. Parti col sole e ti ritrovi sotto una coltre di nubi inattese, ma accese di luce, bonarie. Il navigatore evita volutamente i percorsi agevolati, niente autostrada quindi, per non sciupare il piacere di scoprire un’altra Irpinia, lontana dal capoluogo e soffiata quasi ai confini della Puglia: è la terra delle ampie vallate, dello spopolamento, ma in compenso ha una terra feconda e premurosa e il suo corpo pompa vita esuberante. Si arriva a destinazione: uno spiazzo e qualche auto a punteggiarlo, Contrada Brecceto, e la Casa che ne ospita una cantina da annotarsi, Casa Brecceto, appunto. Ai suoi piedi un anfiteatro di vigne e, poco più in alto, una corona di ulivi.
La vista sulle vigne di Casa Brecceto dinanzi alla cantina
Alcuni dei ragazzi della squadra di Casa Brecceto: da sinistra, Maria Teresa Ciccarelli, Igor Grassi (grafico delle etichette di Casa Brecceto), Davide Manganiello e suo fratello Mario
La ricompensa dopo il lavoro in vigna durante la vendemmia
La vendemmia a Casa Brecceto: da sinistra Oto Tortorella (scomparso nel 2020), Fortunato Sebastiano (agrotecnico,enologo e socio) e Davide Manganiello
Le anfore utilizzate per la maturazione dei vini
Si aggiungeranno altri vini negli anni, il Nadar ( che prende il nome dal fotografo che immortalò Parigi per la prima volta, da un punto di vista alternativo) è il Fianco “visto” da una prospettiva che non ti aspetti, affinato in anfora per 9 mesi dopo una macerazione all’aperto, rotondo, sostanzioso, poco limpido: sa di roccia, di frutta gialla;
Nadar, il Fiano visto da una prospettiva che non ti aspetti, affinato in anfora per 9 mesi dopo una macerazione all’aperto
Mario Manganiello, che nella vita vera è un impiegato d’ufficio, ci racconta tutto questo e lo fa mostrando le vigne tutte intorno. Con gioia amara ricorda l’amico che in quella terra si è spento lasciando però vivo il seme dell’inarrestabilità. Ci mostra il forno in pietra da sistemare, e una vecchia casa che tanto ricorda le masserie pugliesi (dopotutto, non così lontane da lì), un ricamo di volte a botte e nicchie ritagliate qua e là, oggetto di progetti e sogni futuri.
L'antica casata al centro dei progetti della grande famiglia di Casa Brecceto
La tavola imbandita prima di far accomodare gli ospiti per la degustazione
La caponata di melanzane siciliana dello chef Francesco Grassellino, realizzata per l'occasione con i prodotti della terra irpina, in particolare l'olio di Ravece, pregiata cultivar locale
LA CAPONATA di Francesco Grassellino detto Ciccio Francesco Grassellino si laurea in Lettere e Filosofia con indirizzo cinematografico, e il passo da questo mondo a quello della cucina non è breve, né scontato. Dopo diverse esperienze prima al ristorante Hires presso l'Hotel Valadier di Roma, poi al fianco dello chef e patron di Primo al Pigneto, Marco Gallotta, oggi Francesco si incammina verso nuovi progetti. Ci racconta la sua caponata:
Francesco Grassellino, chef marsalese. Si laurea in Lettere e Filosofia con indirizzo cinematografico, ma avverte dopo svariate esperienze lavorative, la vocazione culinaria e ha inizio un nuovo corso per la sua vita. Foto di Andrea Di Lorenzo
Ingredienti (per 10 persone) 6 melanzane tipo lunga violetta 6 zucchine scure 2 peperoni gialli 2 peperoni rossi ½ kg di pomodoro rosso “siccagno” Olio extravergine di Ravece 1 mazzetto di prezzemolo 1 mazzetto di menta Dragoncello secco Semi di anice Basilico fresco tritato 100 gr mandorle pelate 3 cipolle rosse di Tropea Sale Zucchero Aceto di vino rosso
PROCEDIMENTO Per le cipolle: Sbucciare le cipolle eliminando il primo strato e cuocerle intere in acqua, aceto, zucchero ed un pizzico di sale. Il tempo di cottura varia a seconda della grandezza. Controllare la cottura con uno stuzzicadenti: saranno pronte quando questo supererà i primi strati della cipolla ma non raggiungerà il cuore. Lasciarle freddare nell’acqua di cottura. Una volta fredde, tagliare in 8 e poi sfogliarle ricavandone dei petali.
Per le melanzane, le zucchine e i peperoni: Tagliare tutte le verdure alla contadina, un taglio rustico che garantisce di lasciare il giusto dente alle verdure. Scaldare a fuoco vivo una padella antiaderente, ciascuna verdura andrà aggiunta in più passaggi. Raggiunta una temperatura molto alta, aggiungere in padella un po’ alla volta le melanzane, un po’ di sale e caramellarle. Solo dopo condire con -poco- olio extravergine di oliva e terminare la cottura. Tutte le verdure andranno cotte seguendo questo procedimento, se si preferisce mantenere una croccantezza più elevata, le zucchine ed i peperoni si possono lasciare un po’ al dente. Per le melanzane, invece è necessario raggiungere la cottura ottimale. Le spezie andranno aggiunte soltanto al termine della cottura delle singole verdure: per le melanzane utilizzare il basilico fresco tritato, per le zucchine l’anice in semi, per i peperoni il dragoncello. Le verdure cotte andranno poste tutte insieme in una grande teglia. Caponata in preparazione Per i pomodori: Tagliare in 8 spicchi i pomodori e privarli dell’acqua di vegetazione.
Caponata in preparazione
Per le mandorle: Tritare le mandorle pelate e tostarle in padella o in forno, poi lasciarle freddare.
Una volta cotte tutte le verdure, aggiungere nella teglia i petali di cipolle, i pomodori, il trito di menta e prezzemolo, aggiustare di sale e aggiungere un filo di olio a crudo. In una tazzina da caffè mettere aceto di vino rosso e 4 cucchiaini di zucchero, sciogliere lo zucchero nell’aceto e versare sulla caponata. Mescolare bene. Prima di servire aggiungere le mandorle ormai fredde.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
Classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo era acceso da sempre. Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, oggi è narratrice di sapori per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.
Gennaro Schiano, titolare di Cantine del Mare a Monte di Procida (Napoli)
A sinistra Carmine Aschettino, a destra Marika Graziano, sommelier e padrona di casa: insieme hanno dato vita al loro sogno, l'Osteria Perbene, ad Avellino
Un viaggio nei sapori autentici dell'Irpinia