29-07-2021
«Qui c'erano solo girasoli e 130 piante di ulivo»: ora il Palagione è una delle aziende di San Gimignano più conosciute
Fermarsi al Palagione e fare quattro chiacchiere con Giorgio Comotti, significa, prima di tutto, guardarsi negli occhi e parlare chiaramente. Perché a San Gimignano, ma in generale nel mondo del vino, non è tutto sorrisi, vendemmie, serate di degustazione e bottiglie vendute in tutto il mondo con facilità, ma ci sono anche problemi, difficoltà e preoccupazioni per il futuro.
Giorgio Comotti lo sa bene. Perché se è vero che il Palagione, ora, è sicuramente una delle realtà più apprezzate a San Gimignano, con vini che riescono sempre a essere convincenti, identitari e territoriali (come dimostrato anche nelle ultime Anteprime), l’inizio non è stato davvero facile.
Ulivi, vigneti e uno splendito tramonto sul Palagione
Ma Comotti ci aveva visto giusto, alla fine. «Abbiamo scelto questo posto perché ci è piaciuta la zona, in quanto più selvaggia, e vicina al bosco. Sono venuto qui per fare vino, non per villeggiatura».
I vigneti dell'azienda a Montagnana
Eppure quelle due bottiglie avevano un significato ben preciso, espresso poi nella scelta di Giorgio Comotti di venire a San Gimignano a tradurre la sua passione in vino. Le difficoltà da superare sono state tante, ma la sua famiglia è stata la sua forza. E da qualche anno non fa più la “staffetta” dalla Lombardia alla Toscana: ormai la sua casa è in mezzo alle vigne, con la moglie Monica e i figli Gabrio e Gregorio (c’è anche la figlia Giulia, che invece di professione è ostetrica) che hanno voluto seguire le orme del padre, «senza che io li obbligassi» precisa Giorgio. Gabrio ha infatti studiato da agrotecnico e Gregorio da enologo.
Giorgio Comotti al centro con la moglie Monica, i figli Giulia, Gabrio e Gregorio e la nipotina
I vini del Palagione sono diventati una garanzia di qualità, in particolare parlando di Vernaccia di San Gimignano.
Alcuni vigneti dell'azienda
Vernaccia di San Gimignano Hydra 2011: una bellissima scoperta
La terza espressione è la Riserva, Ori, in questo caso supportata da un passaggio in legno (così come l’ultima parte della fermentazione), che però continua a mantenere al centro il vitigno, la Vernaccia: in questo caso le possibilità di affinamento sono ampie, per un vino estremamente complesso.
Le quattro versioni di Vernaccia di San Gimingnano: Hydra, Ori, Lyra e Lei
Molto interessante, per questa stagione estiva, il Sunrosé, da Sangiovese: un rosato schietto, ma con una spiccata e piacevole nota acida, che lo trasformano da semplice vino da aperitivo a bottiglia a tutto pasto.
Il nuovo metodo classico Demonì
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
I produttori dei 12 vini protagonisti di "Timeless Vernaccia" brindano in sala Dante a San Gimignano
I produttori affinati al Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano. Al centro, in verde, la presidente Irina Strozzi